Sono servite 5 ore e 29 minuti a Carlos Alcaraz per vincere il suo secondo Roland Garros. Nella finale più lunga della storia dello Slam parigino, lo spagnolo per la prima volta in carriera ha rimontato sotto di due set e ha sconfitto Jannik Sinner. Entrambi hanno giocato un tennis stellare, senza risparmiarsi. Tutti e due sono stati a fasi alterne vicini alla sconfitta e alla vittoria, in un’altalena di emozioni che solo uno sport come il tennis può far vivere allo spettatore.
E, alla fine, è stato Alcaraz a trionfare, su una superficie, tra l’altro, su cui ha dimostrato sprazzi di dominio assoluto. Che la terra rossa fosse il suo elemento, quello che ne permette la trasformazione in un marziano, lo si era intuito da tempo. Anche se, pure l’erba ha dato delle soddisfazioni chiamate vittoria back to back di Wimbledon. E, riflettendoci bene, il primo Slam Carlos se l’è conquistato sul cemento.
Insomma, ridurre il campione di Murcia a una sola superficie sarebbe una limitazione concettuale fuorviante. C’è da dire, tuttavia, che il mattone tritato consente ad Alcaraz di sprigionare il suo tennis alla massima potenza. E i risultati lo confermano. Nel 2025 il numero 2 del mondo ha portato a casa Montecarlo, Roma e il Roland Garros, confermandosi re del rosso. Una continuità assoluta, considerando anche che a Madrid è stato costretto al forfait a causa di un problema muscolare alla gamba.
In poco meno di due mesi Carlitos ha trionfato in due ATP 1000 e uno Slam. E pensare che dopo la sconfitta patita nel 500 di Barcellona contro Holger Rune in conferenza stampa aveva dichiarato che fosse impossibile essere al top per tutta la stagione sulla terra battuta. Solo Rafa Nadal era capace di cose incredibili, a detta di Carlos: “È praticamente una follia reggere tutta la stagione su terra, soprattutto se vinci tanto, restando in forma e mentalmente solido. Vincere tutto di fila è praticamente impossibile”.
Quell’impossibilità Carlos Alcaraz l’ha sfiorata, forse dimostrando a se stesso di potercela fare.
Nella storia solo tre giocatori sono riusciti a vincere Montecarlo, Roma e Roland Garros nella stessa stagione.
Il primo in assoluto è stato Ilie Nastase nel 1973 grazie al suo tennis irriverente e mai scontato.
Prima che qualcuno replicasse quanto fatto dal tennista romeno si è dovuto aspettare 22 anni, il 1995, per l’esattezza. In quell’anno Thomas Muster si è reso protagonista della tripletta sul rosso.
E poi c’è lui, Rafael Nadal, che quel trittico di vittorie non l’ha messo a segno una sola volta. In ben sei occasioni – 2005, 2006, 2007, 2010, 2012 e 2018 – il maiorchino si è imposto nei suddetti tornei. “Mi tolgo il cappello davanti a Rafa per quello che ha fatto settimana dopo settimana: è qualcosa che va davvero apprezzato” ha sottolineato Alcaraz, parlando dei risultati spaziali ottenuti dal connazionale e mettendone in evidenza l’unicità.
E magari Carlos Alcaraz ha ragione. Anzi, ha oltre ogni ragionevole dubbio ragione. Non ci sarà un altro Rafael Nadal, almeno su terra. Ma da ieri, anche Carlitos siede accanto all’idolo di sempre in questo particolare record. In attesa di rimodulare nuovi primati a suon di tennis.