Sinner volta pagina (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
E se fosse stata una raffinata tecnica per evitare altre domande sulla sconfitta in finale al Roland Garros? Nel caso, ha funzionato. Perché ieri, nella giornata dedicata ai media a Wimbledon, tutte le domande per Jannik Sinner si sono concentrate su un unico argomento: l`improvviso divorzio da Marco Panichi e Ulises Badio, rispettivamente (ex) preparatore atletico e fisioterapista del n. 1 al mondo. Era prevedibile che ci fosse curiosità sull`argomento, ma che nessuno gli abbia chiesto qualcosa del torneo al via domani, dà l`idea di quanto sia raro vedere un numero 1 al mondo che licenzia mezzo team a pochi giorni dall`inizio di uno Slam. Sinner era preparato, ma forse sperava che l`attenzione sul caso sarebbe stata circoscritta ai media italiani, sempre attenti a ogni suo movimento. Invece ha dovuto spiegare le sue motivazioni prima in inglese, poi in italiano e infine in tedesco, sperando di chiudere una volta per tutte la faccenda e voltare pagina. Spiegazioni, a dire il vero non ce ne sono state. Sinner, tenendo fede al basso profilo che da sempre contraddistingue la sua comunicazione, non ha voluto insistere troppo sulle cause che hanno provocato lo strappo con i due professionisti per anni accanto a Novak Djokovic: «Non c`è una ragione specifica per cui sono stati fatti questi cambiamenti – ha detto -. Non è successo nulla di eclatante. La finale del Roland Garros è stato un traguardo eccezionale, indipendentemente dal risultato. A volte semplicemente si sente il bisogno di prendere una strada leggermente diversa». Quale ancora non si sa, perché il numero 1 al mondo non ha voluto spiegare di cosa senta il bisogno: «Adesso non è il caso di parlare delle scelte future, voglio concentrarmi sul mio tennis. Certo, ci sono delle opzioni ma non è davvero il momento di soffermarci su questo, voglio solo pensare al torneo». […] Durante gli allenamenti, il clima all`interno del team è sembrato sereno come sempre, tra scherzi e lavoro duro. Con Cahill e Vagnozzi c`è Andrea Cipolla, il fisioterapista che ogni tanto segue Jannik e che si è visto soprattutto nei periodi di interregno: «Stiamo lavorando nel modo migliore possibile – ha proseguito – abbiamo ottenuto risultati straordinari grazie a tutta la squadra che mi ha accompagnato nell`ultimo periodo. E avendo lavorato tanto in precedenza, il timing della decisione non dovrebbe influire tanto a Wimbledon» . Al momento l`assetto della squadra rimarrà questo, fino a che non saranno trovati i protagonisti in grado di completare la squadra. La ricerca seguirà criteri molto semplici, in linea con lo stile Sinner: «Cerco persone che si adattino anche al resto del team, che possano funzionare nel gruppo. Cerco persone oneste, di cui fidarsi» e porta l`esempio di papà Hanspeter: «Mi ispiro molto anche al lavoro di cuoco di mio padre, in cucina bisogna andare d`accordo con le persone per lavorare assieme, perché altrimenti le cose non vengono bene». […]
«Cerco gente di cui fidarmi» (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Fare o non fare, non c`è provare… Parla come Yoda lo Jedi, Jannik Sinner. E serve il traduttore. Non dall`inglese, dal sinneriano, che è tutt`altra cosa. Così, tocca lavorare di sgarzino – quel pennino tagliente che gli operai degli stabilimenti tipografici utilizzavano per ripulire i testi in piombo – per estrapolare una frase dalla sua conferenza stampa a Wimbledon che spieghi qualcosa in più. Ed eviti ai lettori di sentirsi dire, a proposito dell`ultima Rivoluzione Sinner avviata con lo sganciamento dal team di Marco Panichi il preparatore e di Ulises Badio il fisioterapista, avvenuta nella stessa modalità con cui gli aerei in difficoltà si liberano del carburante in volo, che non è successo niente di strano, o di anormale. Che poi è quello che racconta Sinner in un incontro stampa nel quale più volte si è tornati sull`argomento. «Succede, non l`ho deciso molto tempo fa. Non c`è una ragione specifica. Non c`è niente di folle… Ho preso questa decisione convinto che non influirà negativamente su di me. Sono qui per giocare il tennis migliore che possa permettermi, questo è l`obiettivo principale, anche grazie al contributo di tutta la squadra che mi ha accompagnato in questo periodo». Anche di Panichi e Badio, dunque. O no? Sinner non li nomina, parla di “persone allontanate”, di decisione recente. Aggiunge: «È successo dopo Halle, ma l`avevo deciso già da prima. Abbiamo ottenuto ottimi risultati, la finale del Roland Garros è stata un risultato eccezionale che abbiamo raggiunto tutti insieme. Finora mi sono sempre trovato bene, ma ho voluto fare qualcosa di differente e sono curioso di sapere cosa accadrà nelle prossime settimane. Sono qui per giocare a tennis». La frase da sgarzinare arriva con la successiva risposta. «A volte, le cose succedono, e basta. Come in ogni aspetto della vita… Il timing magari non è dei migliori, ma avendo lavorato tanto prima, non penso che tutto questo influirà sullo Slam. Mi sento bene fisicamente e mentalmente… No, non ho pensato a chi arriverà. Vi sono tante opzioni, ma non è il momento giusto per porsi questo tipo di domande. Servono persone che si adattino a quelle che già fanno parte del team. Occorre fiducia reciproca e collaborazione. Mi ispiro a mio padre, che fa il cuoco. In cucina l`armonia è essenziale, bisogna fidarsi di chi ti sta intorno. Nelle persone con cui lavoro cerco prima di tutto la fiducia, sia nei miei confronti sia verso il team È così che voglio costruire la mia squadra». Fiducia c`è o non c`è, non esiste provare. Detto con la formula di Yoda Sinner, siamo al punto… Qualcuno, sembra evidente, non ha fatto buon uso di quella fiducia. Le regole del Team, mi dicono, sono severe, anche rilasciare un`intervista non concordata o chiacchierare con un giornalista amico, che poi dà conto ai lettori di quanto detto, può infrangere gli accordi presi. Marco Panichi, preparatore atletico di gran nome, ex atleta del salto in lungo, poi al fianco di Djokovic come preparatore per sette anni, per di più romano e dunque “battitore libero” nell`animo come tutti i romani, un`intervista la concesse al Corriere della Sera nei giorni precedenti il rientro di Jannik agli Internazionali dopo lo stop. E stata questa a far saltare il banco? Non si sa, si possono fare solo supposizioni. […]
Sinner: «Avevo deciso di cambiare» (Gabriele Marcotti, Corriere dello Sport)
L’annuncio della separazione da Panichi e Badio venerdì come una saetta, ieri la conferenza stampa a Wimbledon e martedì il debutto nel derby contro Nardi.
Jannik Sinner, sarà la sua quinta partecipazione a Wimbledon: che sensazioni prova?
Sono molto felice di essere qui, ho delle buone sensazioni, anche se arrivo a Londra in maniera un po` diversa rispetto all`anno scorso, quando avevo vinto ad Halle. Ma va bene lo stesso, ho avuto un po` più di tempo libero.
Ci spiega cosa è successo con il suo preparatore Panichi e il suo fisioterapista Badio: perché questa inattesa separazione?
Non è successo nulla di grave. Abbiamo raggiunto risultati incredibili con loro, quindi ovviamente devo ringraziarli perché assieme abbiamo fatto un ottimo lavoro, ma ho deciso di fae qualcosa di diverso. […] Era da tempo che ci pensavo, e ho agito dopo Halle. Nel tennis sono cose che succedono, perché a volte un giocatore prova sensazioni diverse. Nel mio team io voglio gente di cui fidarmi, come accade per mio papà in cucina. Io lavoro con il mio team da diverso tempo, in assoluto cerco armonia.
Non teme che questa separazione possa condizionare il
suo torneo?
Non penso proprio. Ci siamo allenati molto bene in questi giorni, e ci sono tutte le condizioni perché io e il mio team possiamo dare il meglio per raggiungere i risultati migliori. Siamo sereni e pronti. […]
Che bilancio fa di questa settimana di allenamenti a Wimbledon?
Stiamo lavorando sodo. Sento di star giocando un tennis molto buono sull`erba. Spero di poterlo dimostrare anche in campo.
Su quale aspetto del suo gioco avete lavorato di più in questi ultimi giorni?
Senza dubbio, i movimenti perché sono la cosa più importante per noi giocatori di tennis. Se ti muovi bene, allora ci sono buone possibilità che tu sia un buon giocatore. Almeno è così che la vedo io. E sull`erba sapersi muovere bene è ancora più importante. Devi coprire uno spazio di campo più ampio, e improvvisare un po` di più. E le gambe sono sempre piegate. È uno stile di gioco completamente differente, ma anche su questo aspetto credo di essere pronto. […]
Sinner cambia e rilancia (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Magari con la sua parafrasi alla Peter Sellers sugli equilibri (e quindi i ruoli ben precisi) fra la brigata di papà Hanspeter nella sua cucina sui monti e il team del numero 1 del mondo del tennis, Jannik Sinner ha svelato il giallo del licenziamento di metà squadra alla vigilia di Wimbledon. «Cerco persone che si adattino anche a tutti gli altri che sono nel team, che possano funzionare nel gruppo. Cerco persone oneste, di cui fidarsi». Di sicuro, salutando così drasticamente il preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio che, aggregati a settembre per sostituire la coppia Ferrara-Naldi, l`avevano accompagnato nei successi di Shanghai, ATP Finals, Davis ed Australian Open, ha ribadito i principi-base di un uomo già fatto e finito, aldilà dei suoi 23 anni. Il profeta dai capelli rossi è un “frontman” al quale non siamo abituati in Italia per quanto è deciso e perentorio nelle scelte, col primario obiettivo di migliorarsi e di vincere sempre più, e quindi pronto a cambiare in corsa in qualsiasi momento, per proiettarsi nuovamente nel futuro. Freddo, deciso, attento al momento, concentrato su un obiettivo alla volta, che per due settimane sarà l`erba di Wimbledon, ma diventerà prestissimo il cemento nordamericano, con i delicatissimi US Open dove difende il titolo e i punti del ranking da numero 1, e quindi coi tornei di fine stagione sul duro in Asia, le ATP Finals e, magari, ancora la Davis. Jannik non racconta i perché dell`ultimo divorzio: «Non c`è una ragione specifica per cui sono stati fatti questi cambiamenti. Non è successo nulla di eclatante. A volte bisogna semplicemente prendere una strada leggermente diversa». Non può contestare il lavoro atletico che l`ha portato a sostenere la maratona di Parigi, anche se nel finale sperava di avere ancora chissà quanta birra nelle gambe che non aveva: «Non avevo avuto molto tempo per staccare la spina dopo il Roland Garros. La finale è stata un traguardo eccezionale, non è andata nel modo migliore possibile, ma è andata. Ho ottenuto risultati straordinari grazie a tutta la squadra che mi ha accompagnato nell`ultimo periodo. E avendo lavorato tanto, il timing della decisione non dovrebbe influire tanto a Wimbledon, che è speciale per me. Sono pronto per giocare, mi sento molto bene fisicamente e mentalmente».
Sicuramente il secondo ko consecutivo sulla terra contro Alcaraz, le circostanze della sconfitta di Parigi dopo aver mancato tre match point e l`orgoglio ferito del campione hanno contribuito al cambio di rotta […] Sinner ha già archiviato la pratica e vuole occuparsi solo di Wimbledon: «Il problema maggiore sull`erba sono i movimenti diversi e dover improvvisare di più». Il prossimo staff sarà una decisione di poi: «Non ho pensato a chi arriverà, le opzioni sono tante ma non è il momento adatto per pensare a questo». La sfida, oggi, è diventare il primo italiano in assoluto ad aggiudicarsi il singolare a Wimbledon.
Il sogno in erba (Davide Chinellato, La Gazzetta dello Sport)
«Jasmine, come finisce il tuo Wimbledon ideale?». Lei si scioglie in quel sorriso irresistibile che lo scorso anno ha conquistato più dei suoi risultati. Poi si mette la mano sul volto per coprire una risata genuina: è quasi come se fosse tutto ancora incredibile, anche se arriva all`All England Club come una delle favorite, come la finalista 2024. È quasi come se fosse ancora tutto nuovo per lei, come se essere tra le migliori del mondo ancora non le appartenesse, come se passare il primo turno con la lettone Anastasija Sevastova, 35enne numero 402 del mondo, possa non essere diventata routine. Poi torna seria, torna Paolini numero 4 del ranking, regina di Roma, ormai costante ad alto livello negli Slam.
Jasmine, allora come finisce il suo Wimbledon ideale? Magari con una coppa più importante di quella per il secondo posto dello scorso anno?
Sono cose a cui non penso. Cerco di venire qua a godermi il torneo, sperando di riuscire a portare in campo un buon livello. È quello l`obiettivo. Se poi porto in campo un buon livello e perdo, vuole dire che l`altra è stata più brava di me. Ma almeno sono riuscita a portare me stessa in campo, che per me è quanto di più importante.
Quanto è cambiata da un anno fa, a livello personale?
Non credo molto. C`è forse un po` più di consapevolezza, dopo le tante volte in cui mi sono stupita di ciò che potevo fare.
E nel 2025?
È un po` diverso e cerco di focalizzarmi sulle novità: sono nuovi tornei, nuove storie, e cerco di metterci dentro tutto il lavoro che faccio. […] Il 2024 è stata una sorpresa. Quest`anno mi dico che quei risultati mi devono dare cose positive: è una consapevolezza in più che hai nel serbatoio e che ti deve aiutare per affrontare certe partite, certi tornei. Ho più esperienza.
Che effetto le fa tornare a Wimbledon?
È totalmente diverso, ho più ricordi anche di Parigi, forse perché è un posto più magico. Ma devo pensare che quest`anno possa succedere qualsiasi cosa: devo dare il meglio e pensare a scrivere una nuova storia.
Ha un suo posto magico qui?
Il Centrale. Quel campo è pazzesco. Ma un po` tutto il club, anche la terrazza dove c`è il ristorante dei giocatori, quella da cui vedi tutti i campi. Sembra tutto perfetto, in pendant. Bellissimo. […]
Quest`anno ha anche un nuovo coach, Marc Lopez.
Non abbiamo avuto molto tempo per allenarci. Stiamo disputando tanti tornei, giocando singoli e doppi. A livello personale è diverso da Renzo, ma il tennis alla fine è uguale: non è che mi dicano cose diverse. Forse è più nello stile di comunicazione. Con Marc sta funzionando, ma sono curiosa di vedere cosa succederà quando avremo il tempo di allenarci più a lungo. È importante trovare la persona giusta, anche a livello personale: in un lavoro in cui passi tanto tempo insieme non è meno importante della parte tecnica.
Può essere l`aiuto giusto per fare meglio del secondo posto dello scorso anno?
L`obiettivo è sempre quello di cercare di rimanere a questo livello il più a lungo possibile, migliorare. Il 2025 è un nuovo anno e l`erba è sempre imprevedibile. È bene focalizzarsi sul primo turno, sperando di giocare una buona partita e di avere la chance di giocarne più di una.
“Jannik gestisce tutto con maturità, come testa è il migliore in assoluto” (Francesco Sessa, Corriere della Sera)
Il giocatore del momento. Il tennista fuori dai canoni che vince con continuità e dà spettacolo in campo: smorzate, botte da fondo, servizi da sotto, un bagaglio infinito di soluzioni. Meglio di così? Quarti del Roland Garros, vittoria ad Halle. Sconfitta con Sinner a Parigi, vittoria con Sinner in Germania. Benvenuti nell`universo Bublik, uno da tenere d`occhio a Wimbledon.
Alexander, come si batte il più forte giocatore del mondo?
Posso dire come ci sono riuscito io: con il servizio e la testa. Per battere Jannik servono queste due componenti, visto che in risposta e dal punto di vista mentale è il migliore in assoluto.
Forse Sinner ad Halle non aveva dimenticato Parigi…
Ci è rimasto male, ma mi è sembrato molto maturo anche nel gestire una sconfitta così. Abbiamo parlato prima del torneo: crescerà ancora, mi aspetto grandi risultati in queste settimane. […]
Un anno fa, dopo Wimbledon, meditava di staccare dal tennis.
Perdevo e non trovavo il modo di uscirne. Poi sono arrivati i risultati: è sempre la soluzione.
C`è troppa serietà quando si parla di tennis?
Ognuno approccia questo sport come crede. Un tennista può decidere di divertirsi anche a costo di rischiare di perdere, o di lavorare solo per raggiungere il successo. Non è una scelta: è carattere. Attorno a me nessuno mi dice cosa devo essere. L`importante è sentirsi felici.
È felice quando gioca a tennis?
Certo.
Sente di poter vincere con chiunque?
L`ho sempre pensato, non solo ora che le cose vanno bene. Spesso dipende da me: se metto a segno 25 ace, è dura battermi. […]
Durante un match contro il 19enne Jakub Mensik, rivolgendosi all`arbitro, disse: “Prima che arrivassero questi ragazzi, era più facile giocare a tennis”.
Lo confermo: in top-20 qualche anno fa c`erano giocatori non particolarmente professionali. Ora sono tutti determinati. Sinner è impressionante per la sua costanza. Sento che il nostro tempo sta già per finire… […]
Giocherà in doppio con Cobolli: com`è nata la coppia?
È un ragazzo che stimo molto. Ci siamo conosciuti che era fuori dalla top-100, mi piace il suo gioco e la passione che ci mette. Ho un buon rapporto anche con il padre. Sono curioso di vedere cosa succederà. […]
Ha dei sogni per la sua carriera?
I sogni sono privati. E se li avessi, non li direi.