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Editoriali del Direttore

La Grande Bellezza di un grande Fognini per un addio memorabile con gli applausi di Alcaraz

Spettacolo straordinario nel giorno in cui invece il k.o. di Berrettini preoccupa seriamente per il suo avvenire

Last updated: 02/07/2025 8:23
By Ubaldo Scanagatta Published 01/07/2025
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12 Min Read
Fabio Fognini e Carlos Alcaraz - Wimbledon 2025 (foto X @rolandgarros)


📣 Guarda il torneo ATP di Shanghai in streaming su NOW! 

Non sono Ugo Foscolo e Fabio Fognini non è Luigia Pallavicini, la nobildonna nota per la sua bellezza che cadde da cavallo mentre galoppava lungo la spiaggia di Sestri Ponente, ferendosi e deturpandosi il volto al punto che da quel giorno in poi si vergognava di farsi rivedere non piĂą così bella – e Foscolo le dedicò appunto nel 1800 quell’ode – ma l’ode della bellezza, del suo tennis magnifico, la meriterebbe come la nobildonna anche il suo corregionale ligure di Arma di Taggia che ieri ha celebrato sul mitico Centre Court dell’All England Club per 4 ore e 37 minuti indimenticabili il suo piĂą commovente canto del cigno. Un cigno con la voce d’argento.

Il suo addio al tennis – non ancora confermato del tutto (“Lasciatemi pensarci su per un paio di giorni”) ma assai probabile sulla scia dell’esempio della moglie (“Ma lei vinse, è stata più brava, ha vinto un Slam e io non ci sono riuscito, lei ha avuto… culo…” gli è scappato detto con un gran sorriso mentre aveva ancora gli occhi lucidi per il pianto (“Sì, ho pianto insieme a Federico…”) è maturato nel modo più inatteso e più bello (sconfitta a parte).

Non se lo aspettava nessuno così, nemmeno Fabio che, conosciuto il sorteggio, aveva sorriso preoccupato da una parte di poter fare una brutta figura anche di fronte al figlio Federico (tifoso di Alcaraz: “PapĂ  ci perdi di sicuro!”), ma felice di poter calcare ancora una volta il leggendario centre court, per la terza volta dopo averci giocato e perso con Federer nel 2012 e con Murray (ma in 4 set duramente lottati) nel 2017. Ma nessun poteva immaginare di vederlo ancora – dopo mesi di prestazioni deludenti – capace di riuscire a giocare un tennis così scintillante, vere gemme preziose da artista, pensate e realizzate come nemmeno lui quasi si ricordava di aver giocato. Quando? Con Nadal al terzo turno dell’US Open 2015 – sì il torneo che si concluse con il trionfo di Flavia e il suo inatteso addio al tennis (che magnifico esempio!) – ancora con Nadal a Montecarlo nella semifinale del 2019, con Murray in Coppa Davis a Napoli, ancora con Murray a Roma…

Un tennis come quello di ieri e di quei giorni appena rimembrati, lo si gioca soltanto sui prati verdi del Paradiso. Ma perché non più spesso? Questa è una domanda che si sono fatti in tanti, e tante volte, perché Fabio è stato sì n.9 del mondo, ma non è mai riuscito a centrare una semifinale di uno Slam e di quarti ne ha raggiunto un solo, Parigi 2011, quando aveva salvato con crampi e stiramento conseguente, un match mille volte perso con lo spagnolo Montanes. Avrebbe dovuto giocare il suo unico quarto di finale contro Djokovic, ma un amaro destino gli impedì di dare quello spettacolo che certamente Fabio avrebbe dato, perché lui è un artista da grandi palcoscenici, non da campo 17… dove anche un tennista non compreso fra i primi 100 si permette di batterlo.

Quasi tutti, pur riconoscendogli lo smisurato talento, hanno attribuito la discontinuitĂ  dei suoi risultati alla sua… testa un po’ matta, balzana, quella che gli fece anche dire che su Wimbledon si sarebbero dovute tirare delle bombe. Come se giĂ  non fosse successo, ma lui la storia della seconda guerra mondiale e dei nazisti non la conosceva altrimenti si sarebbe evitato la gaffe che scandalizzò gli inglesi e la multa sacrosanta che gli venne inflitta.

Ma se è certo vero che la sua testa non è mai stata quella solida di un Sinner, è anche vero che a Fabio lungo tutta la sua lunga carriera è mancato un servizio da top-player, altrimenti sarebbe stato perennemente top-10 e non solo poche settimane. Ieri, in una partita stellare contro il n.2 del mondo che è anche il campione degli ultimi 2 Wimbledon e il favorito n.1 dei bookmakers, Fognini ha messo a segno 53 vincenti contro i 52 di Alcaraz, 1 in più nonostante i punti dello spagnolo siano stati 184 contro 173 e soprattutto nonostante che Alcaraz abbia messo a segno 14 aces e Fabio uno solo. Ma anche le seconde battute di Alcaraz erano ben più toste di quelle di Fabio. Tuttavia Fognini è stato capace di conquistarsi la bellezza – ecco di nuovo… la bellezza – di 21 palle break!

Ma lui ha perso 7 volte il servizio e Carlitos 5. Forse sono i 5 centimetri di altezza in più del murciano a fare la differenza. Anche il “Mago” Fabrice Santoro, anche Gene Mayer, erano artisti straordinari, ma davvero no degli spilungoni capaci di ottenere punti gratis dal servizio. Comunque due giocatori che giochino un tennis più brillante di loro due, forse oggi non esistono. Il Musetti in grande giornata ci si avvicina, tanti altri non mi vengono in mente.

Ho fatto fatica anche a ricordare un primo turno di uno Slam altrettanto spettacolare. Lottati tanti, ad esempio l’Ivanisevic che battè Becker al Roland Garros nel giorno in cui Sergi Bruguera battĂ© l’altro top-seed Edberg nel cosidetto Mardi Gras del 1990, quando saltarono le prime due teste di serie del torneo. Ma per caratteristiche di gioco Mister Ace Ivanisevic e Boom Boom Becker non avevano certa la mano, i tocchi vellutati di Alcaraz e Fognini.

Gli statistici hanno rispolverato altri due 5 set di primo turno fra campioni in carica e outsider, il Federer-Falla del 2010 e addirittura il 1978 di Borg-Amaya (il gigante americano che stava per mandare a casa l’Orso svedese), ma ieri la quantità dei colpi da incorniciare e preservare in cineteca è stata pazzesca, da parte di Alcaraz come di Fognini.

E’ stato bravissimo Alcaraz alla fine a far tributare l’ennesima standing ovation nei confronti di Fognini ai fortunati spettatori del Centre Court e a dire poi “Non so se questa è stata la tua ultima partita qui, ma secondo me te puoi gicoare tranquillamente ancora per 3 o 4 anni”. Era difficile non commuoversi, e non solo per Flavia Pennetta e i figli, ma per tutti noi.

Fognini è stato spesso un personaggio discutibile in campo, e fuori. Io ne so qualcosa. Ma riguardo al suo tennis pochi hanno meritato il prezzo del biglietto più di lui quando, come ieri, era ispirato e in giornata di vena.

Aveva avuto 5 palle break nel primo set, ha vinto il secondo ed è stato avanti di un break anche nel terzo, ha dominato il quarto e nel quinto – anche se i 38 anni non potevano non farsi pesare – invece di andare sotto 4 a 0 avrebbe dovuto stare sul 2 pari, contro il murciano che al quinto set ha vinto 14 partite su 15 (l’unica persa quella con Berrettini, 76 ,nel superbreak a 10 in Australia). Fabio ha infatti perso un game da 40-0 e due da 40-15. Dalla fine dell’epoca Panatta, ci sono stati alcuni top20 italiani (Camporese, Gaudenzi, Furlan, Seppi), ma nessuno lo è stato così a lungo come Fognini. I rimpianti per quello che uno con il suo talento poteva vincere di più non hanno senso.

L’ho scritto tante volte, che Fognini è stato il miglior tennista italiano per una quindicina d’anni e certamente è stato sfortunato di capitare nel periodo prolungato in cui i Fab Four hanno monopolizzato semifinali e finali di tutti i tornei più importanti, però insieme ai problemi tecnici collegati al servizio ci sono stati anche problemi caratteriali che gli hanno tarpato le ali verso i voli più prestigiosi. L’ho detto anche nel video che ho fatto ieri sera, quasi al buio, mentre Fritz e Zverev lottavano ancora sui due soli campi coperti con i due lunghi francesi Mpetshi Perricard e Rinderknech, che secondo me Fognini è stato il tennista più talentuoso fra tutti quelli che non sono mai riusciti a conquistare un posto in una semifinale di Slam avendone giocati più di 50.

Certe volee che ha fatto ieri prendendo in contropiede Alcaraz, e certi smash, certi tweener, sono stati una vera goduria per il palato dei fini intenditori. Fabio quasi certamente smetterĂ . E ci mancherĂ . Ho appena chiuso qui un editoriale monografico su Fognini per celebrare il suo talento, senza sciupare una giornata e uno spettacolo memorabile, con il ricordo di tante sue mattane meno apprezzabili.

Ma mi pare giusto ricordare anche che in questa prima giornata di Wimbledon c’erano 7 italiani in campo. Due incontri sono stati sospesi per oscurità, Arnaldi sotto due set a zero con Van de Zandschulp, e Zeppieri al quinto set dopo aver vinto i primi due con il giapponese Mochizuki, e degli altri cinque incontri dobbiamo registrare 3 vittorie azzurre (Bellucci su Crawford, Darderi su Safiullin, Paolini su Sevastova) e due sconfitte (Fognini e Berrettini con Majchrzak, la prima scontata, la seconda proprio no). Il passo falso di Berrettini preoccupa per il futuro e lo stato di prostrazione in cui lo abbiamo visto dopo il match…Impressionante, poverino. Giocano gli altri sette oggi. E trovate gli accoppiamenti su Ubitennis.

Hanno inoltre finito la loro avventura a Wimbledon giĂ  nel corso del primo giorno ben 10 teste di serie, 7 uomini e 3 donne.

Primo turno

DONNE

Badosa 9 (Boulter)

Ostapenko 20 (Kartal)

Kessler 32 (Vondrousova)

UOMINI

Rune 8 (Jarry)

Medvedev 9 (Bonzi)

Cerundolo 16 (Borges)

Popyrin 20 (Fery)

Tsitsipas 24 (Royer)

Griekspoor 31 (Brooksby)

Berrettini 32 (Majchrzak)

Per Medvedev è la terza sconfitta di fila contro un outsider in uno Slam: Learner Tien lo ha battuto al secondo turno dell’Australian Open, Cameron Norrie lo ha sconftto al Roland Garros…


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