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Wimbledon

Rublev, Majchrzak, Jarry, Cilic. Wimbledon e le sue magnifiche storie di rinascita

Majchrzak, il polacco che ha battuto Berrettini, ripartiva senza ranking a gennaio 2024 dopo 13 mesi di squalifica per un discusso caso doping. Jarry, finalista del 2024, sta combattendo contro una neurite vestibolare. Ecco alcune vicende umane che fanno da sfondo a questa edizione di Wimbledon

Last updated: 06/07/2025 18:03
By Gianluca Sartori Published 05/07/2025
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6 Min Read
Nicolas Jarry – Wimbledon 2025 (foto via Twitter @Wimbledon)


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Erano i primi giorni di gennaio 2024 quando Kamil Majchrzak, polacco che nel 2022 aveva toccato un best ranking di n.75 ATP, tornava a giocare a tennis dopo 13 mesi di squalifica per doping. Non avendo più punti in classifica, fu costretto a ripartire da un ITF a Monastir. Campi non eccezionali, sugli spalti solo i membri del suo team, nessun raccattapalle. A un anno e mezzo di distanza si è qualificato per la prima volta agli ottavi di finale di uno Slam, a Wimbledon, il torneo più prestigioso del mondo. Una bella storia, quella del polacco, se si considera quanto ha rischiato di veder terminare in anticipo la sua carriera. Tra settembre e novembre 2022 risultò positivo a ben quattro controlli antidoping. La notifica gli arrivò al rientro dal viaggio di nozze. Dal sogno all’incubo. Il polacco ha iniziato una battaglia legale in cui è riuscito a dimostrare come al centro di tutto ci fosse l’assunzione di un integratore contaminato di nome Intra, prescrittogli da un dietologo a seguito di alcuni spasmi muscolari accusati in partita. Ma nel foglietto illustrativo non c’era alcun riferimento a sostanze proibite. Scampato il pericolo di una squalifica di quattro anni, gli sono stati comunque comminati 13 mesi di stop in quanto ritenuto dall’Itia “mediamente negligente”. Chissà quanti e quali flashback gli sono passati nella testa nel momento in cui ha battuto al terzo turno un animale da erba come Arthur Rinderknech, il francese che aveva appena battuto Sascha Zverev. In precedenza, aveva superato l’ex finalista Matteo Berrettini (la cui sconfitta ora è almeno in parte rivalutata) e il giovane talento americano Ethan Quinn. Agli ottavi lo attende Karen Khachanov.

“Quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita”, come dice una canzone di Antonello Venditti. Quella di Majchrzak è solo una delle storie di rinascita che ci sta regalando questo Wimbledon: alle numerose cadute delle teste di serie fanno da contraltare bellissime vicende umane. A proposito di tennisti che hanno alle spalle inciampi relativi a casi doping, anche Nicolas Jarry sta risalendo dall’oblio a suon di servizi vincenti. L’ex numero 16 del mondo è sprofondato all’attuale 143, Solo a Brisbane, nel primo torneo dell’anno, ha vinto due partite di fila. A Roma il tracollo: difendeva la finale del 2024, ha perso al secondo turno da Cerundolo, sprofondando di oltre novanta posizioni in classifica. Jarry recentemente ha svelato il perché: colpa di una forma di neurite vestibolare, infiammazione di un nervo che collega orecchie e cervello: gli ha provocato vertigini intense e improvvise, accompagnate da nausea, vomito e perdita di equilibrio. “Impossibile giocare in quelle condizioni – ha detto il cileno -. Ma l’ho accettato e mi sono fatto aiutare dalle persone giuste. Ogni giorno è una battaglia, ma va sempre meglio. Ho dovuto riabituare il mio corpo e i miei occhi a fare certe cose. Ma è solo questione di tempo, ora sono tornato a un livello che mi permette di competere”. Il campo lo sta confermando: Nico ha battuto un tris di talenti mica male, come Joao Fonseca, Learner Tien e Holger Rune. Agli ottavi troverà Cameron Norrie: un buon giocatore, ma c’è sicuramente di peggio, a questo punto del torneo.

Senza la salute fisica non si può rimanere ad alto livello, ma altrettanto si può dire di quella mentale. Andrey Rublev ne sa qualcosa. Il russo, stabile ospite della top ten per molti anni, è scivolato al numero 14 a seguito di un’annata con pochi acuti. Ha parlato molto spesso, il buon Andrey, di tutte le difficoltà psicologiche affrontate nella vita sul circuito. Ma a giocare a tennis non si disimpara, e il dritto di Rublev a Church Road è tornato a frullare come nei giorni migliori. “Non avevo davvero aspettative. Con il mio team, prima del torneo, scherzavamo: se perdo al primo turno andiamo subito a casa o rimaniamo qui?, dicevo loro. Ma finalmente sto tornando a sentire bene la palla, come non mi succedeva da molto tempo”. Dopo aver battuto Djere, Harris e Mannarino, ora Rublev è sulla strada di Alcaraz. Agli ottavi può arrivare pure un altro campione che non si vedeva da tempo a questi livelli, un fenomeno di nome Marin Cilic. In questo sabato ha di fronte lo spagnolo Jaume Munar, ed è di certo una bella occasione. Per il croato non si può che provare ammirazione: ex numero 3 del mondo e campione dello US Open, a 36 anni, e dopo diverse problematiche fisiche, trova ancora la forza e la voglia di sporcarsi le mani nei Challenger (tre finali quest’anno, di cui due vinte). L’obiettivo è rivivere almeno in parte le emozioni dei tempi in cui a Wimbledon arrivava in finale. Chissà: il torneo più bello del mondo, si sa, può sempre regalare fantastiche storie.


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TAGGED:Andrey RublevKamil MajchrzakMarin Cilicnicolas jarryWimbledon 2025
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