La settimana successiva a Wimbledon 2025, solitamente, è tra le meno seguite mediaticamente all’interno dell’intero circuito ATP e WTA. L’accoppiata Roland Garros–Championships, infatti, è talmente inebriante, che talvolta ci si dimentica come il tennis vada avanti con una serie di tornei di caratura minore, ma che assegnano pur sempre un titolo in via ufficiale. Ed è proprio in quel contesto che, chi si è programmato bene, può trovare soddisfazioni importanti. Questo è anche il caso di Luciano Darderi, che un po’ in sordina ha alzato al cielo il terzo titolo della carriera, il secondo a livello stagionale, allo Swedish Open 2025 di Bastad.
Nonostante ciò, però, ci sono alcune curiosità ed alcuni numeri da tenere in fortissima considerazione in merito a questo successo di Luciano Darderi. Il nativo di Villa Gesell, infatti, all’età di 23 anni e 5 mesi, è il terzo italiano più giovane ad aver vinto tre titoli in carriera. Davanti a lui solamente Jannik Sinner e Matteo Berrettini, mentre alle sue spalle si attestano big di questo sport come Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci. Certo, magari non farà la carriera di questi ultimi tre e probabilmente i tornei conquistati sono di caratura minore, ma anche la bontà della programmazione è di fondamentale importanza per un tennista al giorno d’oggi.
Darderi porta l’Italia a quota 6 titoli nel 2025
Grazie al successo allo Swedish Open 2025 di Bastad, inoltre, per la prima volta nella storia l’Italia porta tre tennisti a quota 2 titoli in stagione (Jannik Sinner, Flavio Cobolli e proprio Luciano Darderi), attestandosi in testa alla classifica per nazioni. Il Bel Paese vanta infatti 6 successi in questo 2025, equamente distribuiti tra i rappresentanti appena citati, piazzandosi davanti alla Spagna (tutti di Carlos Alcaraz) e Canada, ferme a 5. Il torneo sulla terra rossa svedese, inoltre, diventa la seconda manifestazione con più successi azzurri nella storia, alle spalle solo dell’ATP di Firenze (6 a 7). Prima di lui si erano imposti Tonino Zugarelli (1976), Corrado Barazzutti (1977), Paolo Cané (1989), Andrea Gaudenzi (2001) e Fabio Fognini (2018).