Torna a vincere Holger Rune al primo turno dell’ATP Master 1000 di Toronto: battuto, in due set, il sempre ostico Giovanni Mpetshi Perricard. Il giovane fuoriclasse danese viene da un periodo non facile, in difficoltà da ormai un paio di anni fra continue rivoluzioni interne e poca chiarezza tattica. Che abbia le qualità per esser il “Djokovic” della nuova rivalità, è fuor di dubbio: al momento, sono altri gli aspetti da migliorare.
Per tentare il salto definitivo, il team aumenta di prestigio: Marco Panichi, appena separatosi dal numero 1 al mondo, è da poco divenuto il suo nuovo preparatore atletico. Tatticamente, invece, è Andre Agassi la figura cui si è rivolto per qualche consiglio. Non molto di più, però, a quanto pare.
Queste le sue parole nella conferenza stampa post partita in cui ha parlato anche del rapporto con Agassi.
D. Alcaraz dopo la finale di Wimbledon ha detto che quando lui e Jannik Sinner si affrontano, giocano a un livello che secondo lui nessun altro è in grado di raggiungere. Tu sei 2 a 2 nei precedenti con Alcaraz e solo 3 a 2 con Sinner nei confronti diretti. Vedi davvero tutta questa differenza tra Alcaraz, Sinner e il resto dei giocatori?
Rune: “Penso ci sia una differenza sulla costanza nel giocare a quel livello. La domanda è su quanti giocatori possono raggiungere quel livello. Io ci credo, è qualcosa che abbiamo già visto in passato. Carlos ha avuto un’ottima striscia di vittorie: mantenere quella costanza è molto difficile, richiede una grande dedizione. Sto lavorando anche su quello, perchè credo decisamente di avere un gioco che può, come ho già dimostrato in passato, metterli in difficoltà e batterli. Penso sia molto interessante, sono i ragazzi contro cui vorrei competere nelle finali più importanti. Più spesso riuscirò a farlo, più migliorerò: non c’è niente che dia quanto quelle partite. Penso che tutto dipenda dal superare i primi turni e arrivare a giocare contro i primi 5/4 del mondo“.
D. Hai recentemente lavorato con Andre Agassi. Tutti sappiamo quanto la sua visione e il suo approccio al gioco siano unici. Puoi raccontarci qualcosa di più su questa collaborazione e se si trattava solo di un breve test o se state pianificando una collaborazione a lungo termine?
Rune: “Si, l’ho contattato dopo il Roland Garros. Abbiamo parlato, abbiamo fatto una chiamata e abbiamo discusso la possibilità di passare qualche giorno insieme. Ero davvero entusiasta di scoprire la sua visione del mio gioco, capire come lo vedeva e di come poteva aiutarmi a migliorare un po’ le cose. Abbiamo passato insieme quei tre giorni: ovviamente tre giorni non cambiano qualcosa in modo drastico, ma è stato bello, davvero bello, ascoltare la sua prospettiva sul mio gioco. Abbiamo parlato molto e fatto buone sessioni in campo. Non sarà con me nei tornei, quindi non sarà il mio allenatore, ma sicuramente resteremo in contatto. È una persona davvero molto gentile, e rispetto molto il modo in cui vede il tennis, è incredibile. E, ovviamente, la sua carriera è stata pazzesca”.
D. Dovevi esser molto giovane quando Agassi si è ritirato. Hai qualche ricordo concreto della sua carriera o dei suoi successi? E perché proprio lui tra le tante persone a cui ti saresti potuto rivolgere?
Rune: “No, non ricordo, in realtà. Il mio tempo è più quello di Federer, Nadal, Djokovic, sono loro quelli che ricordo. Ma sicuramente ho visto molti suoi video, e lo ammiro molto. Ci pensavo, e ovviamente ho il mio allenatore di lunga data, Lars, che fa la maggior parte del lavoro. Sta facendo un lavoro straordinario, lo rispetto tantissimo. È stato una parte fondamentale nella costruzione del giocatore che sono oggi. Quindi, sai, questo non lo cambierò. Ma era bello avere ogni tanto uno sguardo diverso sul mio gioco. Come lui, amo rispondere con potenza, ho visto alcune somiglianze. L’ho contattato e lui è stato estremamente disponibile, quindi anche quello è stato molto bello. Sì, vede il mio gioco a un livello molto alto, quindi ero davvero felice di sentire il suo punto di vista. Ovviamente è una leggenda del tennis, quindi ascolti davvero ogni cosa che dice”.