Di Andrea Petkovic, pubblicato su Substack il 25 giugno 2025
Traduzione di Lorenzo Zantedeschi
Se le ultime volte che avete acceso gli schermi per guardare il tennis, giocatori sudati e audaci scelte cromatiche hanno catturato i vostri occhi, scarpe che strisciano sul cemento e fan (quelli che creano movimento d’aria, non quelli che applaudono e urlano) [N.d.T. gioco di parole, in inglese fan significa ventilatore, ma anche tifoso] puntati sui volti degli atleti hanno catturato le vostre orecchie, significa semplicemente che è iniziato lo swing sul cemento. La maggior parte delle stelle di questo sport si sono ritrovate a Washington D.C. e stanno coraggiosamente sfidando caldo e umidità.
Siamo solo a pochi giorni dall’inizio, però, quindi non vorrei sprecare analisi e il mio talento per i pronostici (ehm, Iga, ciao?) su qualcosa di così volubile. Quello su cui posso e sprecherò analisi – tutti i giorni della settimana, 10 ore al giorno, scusate amici e nemici – è come il tennis sia l’analogia perfetta della vita. Sono i colpi di scena, è la volubilità della felicità. È imparare come affrontare gli avversari. Ma un giorno (ieri), ho dovuto fermare questo mio monologo interiore (ed esteriore) per rendermi improvvisamente conto che mentre questo può essere vero, ciò che conta davvero nel tennis e nella vita è come si affrontano gli avversari e la volubilità della felicità e i colpi di scena. E quando si tratta del come, tutti abbiamo i nostri modi unici.
Ecco alcune scuole di pensiero prese in prestito da tennisti di successo che potete ma non dovreste applicare alla vostra vita. Vediamole.
Gli Stoici Altoatesini
Esemplificati e denominati dall’attuale numero uno mondiale nel tennis maschile Jannik Sinner, questo tipo di tennista accetta il proprio destino con pazienza e indifferenza.
Potrebbero essere commossi interiormente e un sorriso potrebbe sfuggire dalla loro bocca esteriormente quando vincono Wimbledon, ma in generale sopportano le gioie e i dolori della vita a testa alta e con un’espressione facciale che potrebbe significare qualsiasi cosa. Li fa sembrare più vecchi e saggi rispetto alla loro età e si sarebbe portati a pensare che abbiano quarant’anni suonati quando in realtà ne hanno 12. Non cedono all’impulsività ma credono piuttosto che qualsiasi problema possa essere risolto se lo si affronta razionalmente e a distanza. Il tipico Stoico Altoatesino concentra la sua energia sul cambiare ciò che è nelle sue possibilità e accetta tutto il resto che non lo è come dato da Dio. A volte potrebbero sembrare freddi, addirittura tedeschi, ma sotto sotto scorre un profondo fiume di qualcosa che vale la pena esplorare. È empatia? È una comprensione più profonda della vita? Sanno qualcosa che noi non sappiamo? Tutto questo crea mistero e una certa attrazione verso questi tipi di giocatori che lascia i loro fan (quelli che applaudono e urlano) inquieti e addirittura più ossessionati.
Stoici Altoatesini: Jannik Sinner, Ivan Lendl, Pete Sampras, Steffi Graf.
I Credenti
In un mondo diventato cinico, dubbioso e sospettoso, questi giocatori dimostrano che è possibile credere in qualcosa di più grande e brillare, anche se quel qualcosa di più grande sono loro stessi. Forse perché quel qualcosa di più grande sono loro stessi. Eccellono in situazioni in cui il mondo dubita di loro e trovano rifugio nella convinzione di avere ragione mentre tutti gli altri sbagliano. Il protagonista più prominente di questa scuola di pensiero è Novak Djokovic. La fede non può solo spostare le montagne ma anche vincere medaglie d’oro.
Spesso sono persone religiose o credono in entità al di là di quello che i comuni mortali possono afferrare. Mentre l’accettazione di una situazione difficile aiuterà lo Stoico Altoatesino a superarla, il Credente confida nel destino, confida in un piano che avrà senso in futuro. Ci sono meccaniche in questo mondo che gli umani sono troppo piccoli per comprendere. Il Credente, tuttavia, crede e in questo trova forza. Ciò che è freddezza nello Stoico può essere spirito di vendetta nel Credente. Vogliono che sappiate che avevate torto e vogliono che lo ammettiate. Non è una coincidenza che molti GOAT siano Credenti. Per realizzare qualcosa che non è mai stato fatto prima, devi prima rivendicarlo. Il Credente l’ha fatto. Fidatevi di me.
Credenti: Novak Djokovic, Serena Williams, Coco Gauff, Boris Becker.
Gli Impegnati
Aristotele credeva che una società fosse composta da individui il cui bene proprio è legato al bene della comunità. Una comunità sana porterà a individui felici e individui felici porteranno a una comunità sana. Prima l’uovo o la gallina, prima la gallina o l’uovo. In qualsiasi modo questi giocatori stessero affrontando le loro azioni, per interesse personale o per speranza di un futuro migliore, non importa più. Quello che è rimasto è un sistema trasformato e da esso emerge una comunità trasformata. Che si tratti di Billie Jean King che ha fondato la WTA o Venus Williams che ha lottato per (e ottenuto) la parità di montepremi nei tornei del Grande Slam per le donne, una nuova realtà per i giocatori di oggi sopravvive. Per un profondo senso di giustizia e un tentativo di creare una società più sana, gli Impegnati hanno messo a rischio le proprie carriere per generare qualcosa di meglio per tutti. Un posto dove le donne possono essere atlete professioniste e indipendenti, per esempio.
C’è un’energia potente nel lottare per un obiettivo comune. Questa energia può essere raddoppiata da tennisti a cui è stato insegnato per tutta la vita che la persona più importante nel loro universo sono: Loro stessi. Ogni volta che uno di loro esce fuori per lottare per gli altri, i risultati sono profondi. Giocare per ben di più delle sole vittorie e dei montepremi porta significato al tennis gli Impegnati e li rende un modello a cui ispirarsi aldilà della loro carriera.
Impegnati: Billie Jean King, Arthur Ashe, Venus Williams.
Gli Edonisti
Questi tipi di giocatori sono probabilmente i vostri preferiti. È facile amarli ed è facile innamorarsi del loro magnetismo. Assecondano le loro emozioni, si esprimono esteriormente e apertamente e soprattutto si inchinano alle tre I: istinto, idea e ispirazione. Mentre passiamo la maggior parte del nostro tempo nella vita quotidiana sopprimendo le emozioni, positive e di altro tipo, gli Edonisti le vivono al massimo e non se ne scusano. Possiamo invidiarli o nascondere la nostra invidia in parole come “autocompiacimento” e “mancanza di disciplina” o non abbiamo completamente afferrato perché ci infastidiscono; sappiamo solo che a volte lo fanno. Sono qui per dirvelo, è perché sembrano liberi. Liberi dalle restrizioni, liberi dalle aspettative sociali, liberi da tutto. Urleranno quando hanno voglia di urlare e giocheranno una smorzata da 3 metri dietro la linea di fondo solo perché gli è venuto in mente di farlo. Quello che per noi è caos, per loro è l’unico modo che conoscono per vivere felicemente. Flirtare con il disastro fa parte del fascino. Riconoscete un Edonista dalla loro debolezza per le feste (e Ibiza) o dal loro amore per la moda e il lusso. Li amiamo, li invidiamo. E sono qui per restare.
Edonisti: Carlos Alcaraz, Aryna Sabalenka, Marat Safin, Nick Kyrgios.
In quale categoria rientri? Sei un Edonista o uno Stoico Altoatesino? Un Impegnato o un Credente? Forse un miscuglio dei quattro? Stranamente, non penso di rientrare in nessuna di queste categorie sul campo, sono decisamente una Stoica Altoatesina d’apparenza ma dentro di me c’è un’Edonista ben nascosta. Questo è stato un esperimento mentale divertente! Spero che l’abbiate apprezzato anche voi.
