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Challenger

Challenger: Alexandr Binda e Francesco Maestrelli si fermano in finale

Ma se in Kazakistan Binda può fare festa, la sconfitta di Maestrelli in Portogallo è una dolorosa sorpresa

Last updated: 03/08/2025 18:11
By Vanni Gibertini Published 03/08/2025
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5 Min Read
Nicolai Budkov Kjaer - Astana 2025 (foto Challenger Astana)


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Il torneo di Astana (capitale del Kazakistan con oltre un milione di abitanti) era chiaramente un evento minore con la sua categoria 50 (il minimo sindacale tra i Challenger) e una entry list piuttosto modesta con la prima testa di serie, il francese Clement Chidekh, al n.230 ATP. Nonostante questo, il torneo ha offerto numerosi spunti proiettando alla ribalta il 23enne Alexandr Binda, nato a Lecco da padre italiano e madre russa, che finora aveva frequentato quasi unicamente il circuito ITF dove aveva ottenuto tre vittorie.

L’avevamo visto recentemente al 15.000$ di Cervia e non è che ci avesse rubato l’occhio. E invece, a dispetto delle apparenze, quello era il preludio al miglior torneo della sua vita. Non diversamente si può definire la sua settimana kazaka in cui ha messo sotto in sequenza Biryukov, Pieczkowski, Singh e Shelbayh. Poi ha trovato sulla propria strada Nicolai Budkov Kjaer, fresco vincitore del Challenger di Tampere, e qui la musica è cambiata. Così in poco meno di un’ora e mezza finiva il sogno dell’azzurro (comunque nuovo best al n.368 ATP) mentre iniziava quello del quasi 19enne norvegese che si imponeva 6-4 6-3, senza che l’avversario riuscisse mai ad andare oltre un’onorevole difesa. Ma non c’è da stupirsi perché il giovane nordico è stato da sempre segnato dalle stimmate del predestinato.

E a me piace molto, rovistando tra i fondi del caffè, cercare di immaginare quella che sarà la carriera di quei ragazzi che sembrano emergere tra la moltitudine. Talvolta ci azzecco (Sinner, Musetti e Draper), in altre occasioni un po’ meno, come nel caso di Carlos Alcaraz. Mi ricordo benissimo che nel 2020 l’allora 17enne murciano fece un filotto di tre Challenger quasi consecutivi (Trieste, Barcellona e Alicante) e Alessandro Stella, al tempo vicedirettore di Ubitennis, mi chiese di scrivere un pezzo su di lui. Io obiettai che, secondo me, non ne valeva la pena. Poi il pezzo lo feci, ma tenendomi piuttosto sul vago, con prudente reticenza. Questo serve a ricordare a noi tutti che quando si parla di un giovanissimo sono veramente troppe le variabili da tenere in considerazione.

Emblematico mi sembra il caso di Kjaer che appare ragazzo solido, con ottimi fondamentali da fondo campo (meglio il rovescio del diritto) e una buona manualità che gli consente di cambiare ritmo con un certo agio. Servizio da migliorare, come pure la mobilità laterale. Quello che mi lascia perplesso è la mancanza del colpo killer che in genere contraddistingue i predestinati. Ma devo confessare che sul cemento mi è piaciuto già molto di più che sulla terra battuta. Comunque sia il ragazzo mette in bacheca il suo terzo titolo e migliora il proprio best ranking alla posizione n. 162 ATP, in attesa dei prossimi impegni (Challenger di Todi e qualificazioni a New York) che molto ci diranno delle sue ambizioni, ben più di un fondo di caffè.

A questo punto non ci è rimasto molto spazio per parlare dell’inopinata sconfitta di Francesco Maestrelli nella finale del Challenger 100 di Porto (cemento). Il tennista pisano era arrivato in finale con una certa autorità, soffrendo solo all’esordio contro Tiago Torres. E nell’atto decisivo contro il tunisino Moez Echargui (n.312) partiva con tutti i favori del pronostico. E’ successo invece che il 32enne nativo di La Marsa, pur senza fare cose straordinarie, abbia prevalso col punteggio di 6-3 6-2 in poco più di un’ora di partita. Spiegazioni non ne abbiamo, possiamo solo dire che siamo ormai abituati a questi continui up and down di Francesco che fa e disfa, spesso senza la collaborazione dell’avversario. Riuscisse mai a trovare una giusta linea di navigazione la top 100, da cui ora dista una cinquantina di posizioni, sarebbe ampiamente alla sua portata. Ci proverà prima al Challenger di Grodzisk (Polonia, cemento) e poi alle qualificazioni dello Slam newyorchese.


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TAGGED:Alexandr BindaATP ChallengerflashFrancesco MaestrelliNIcolai Budkov Kjaer
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