Sono diventate 8 le vittorie consecutivi nel circuito per “The Demon”, Alex de Minaur, approdato ai quarti del National Bank Open Presented by Rogers dopo il successo ottenuto ai danni di Frances Tiafoe. La condizione fisica e lo stato di forma dell’australiano sembrano ottimali, e il trofeo sollevato a Washington la settimana scorsa ne ha dato atto. Ecco cos’ha detto il prossimo sfidante di Ben Shelton dopo il suo match di ottavi di finale:
D. Ottima prestazione oggi. Vorrei chiederti di quel punto incredibile sul 4 pari nel terzo set. Cosa hai visto in quel punto e come sei riuscito a vincere quello scambio?
Alex de Minaur: “Sì, è una cosa che fa parte del mio DNA, non mollare mai un punto, indipendentemente dalla posizione in cui mi trovo nello scambio. Oggi è stato un esempio cruciale di cosa può significare conquistare quel punto in più, giusto? È stato un momento importante, mi ha dato un break point e, anche se non sono riuscito a convertirlo, ha davvero mandato un messaggio chiaro: volevo vincere quel game. Sì, voglio dire, non ho le armi più potenti qui, ma una cosa su cui posso contare sono le mie gambe“.
D. Al Roland Garros hai parlato di quanto fossi stanco, sia mentalmente che fisicamente. Come sei riuscito a recuperare?
Alex de Minaur: “Mi sono preso una pausa, non ho giocato alcuni tornei. Sapevo che dovevo cambiare un po’ la mia mentalità, perché quello che provavo, quello che affrontavo ogni singolo giorno, non era sostenibile ed era la causa del mio burnout. Quindi ho deciso di non provare a difendere il titolo a ‘s-Hertogenbosch, anche se sapevo che avrebbe influito sul mio seeding a Wimbledon.
E questo per me è stato il primo passo, dimenticare la mia classifica e concentrarmi solo sul mio gioco. Sono riuscito a trovare un ottimo equilibrio. Ho avuto molti confronti fuori dal campo per assicurarmi di avere la giusta mentalità. Ora sto dando la priorità a me stesso e so di essere un giocatore di un certo livello, so di essere un giocatore tra i primi dieci, anche se non lo sono, non ero in quella classifica un paio di settimane fa. Se sono pronto mentalmente e fisicamente, so di poter giocare quel tennis. Le ultime due settimane ne sono state un esempio, quindi sono molto orgoglioso”.
D. Hai twittato chiedendo all’USTA di concedere una wild card per il doppio misto a te e Katie (Boulter). Cosa significherebbe per te competere con lei in quell’evento e cercare di vincere insieme un Grande Slam?
Alex de Minaur: “Sì, al cento per cento. Voglio dire, stiamo facendo del nostro meglio per presentare una candidatura davvero valida nella speranza di ottenere quella wild card. Uno dei momenti più belli che ho vissuto su un campo da tennis è stato giocare il doppio misto a Wimbledon con lei. Come ho detto, è stato davvero fantastico, quindi mi piacerebbe farlo di nuovo. E giocare un evento così emozionante con i migliori giocatori di tennis del mondo sarebbe davvero fantastico. Quindi speriamo che ci diano la possibilità di farlo, e incrocio le dita”.
D. Credo che molti giocatori abbiano parlato di quanto sia difficile giocare qui. Quali sono gli aggiustamenti che stai apportando?
Alex de Minaur: “Beh, il punto fondamentale è non lamentarsi. Per me è fondamentale. Non cambierà nulla. Lamentarsi delle condizioni mi darà maggiori possibilità di ottenere buoni risultati? No. Quindi, per me si tratta solo di andare avanti, affrontare la situazione, cercare un modo per superarla e concentrarmi sui miei colpi. È difficile, non fraintendetemi. Non mi sono sentito al meglio. Molti giocatori hanno detto di non essersi sentiti a proprio agio in campo. Ma per me si tratta di trovare un modo per superare il traguardo. Non deve essere necessariamente bello, si tratta solo di trovare un modo”:
D. A proposito della tua capacità di coprire il campo, ti senti più veloce quest’anno e, se sì, cosa hai fatto per mantenere questa velocità?
Alex de Minaur: “No, non credo di essere più veloce. Penso che sia qualcosa che mi accompagna da sempre. Ci sono molti giocatori rapidi nel circuito. Forse quest’anno non ho dovuto fare tanto affidamento su questo aspetto perché mi sto concentrando sul cercare di essere un po’ più aggressivo. Certo, ho comunque trascorso molte ore in palestra, fuori dal campo, per assicurarmi che il mio footwork e la mia velocità siano quelli che sono. Mi piace pensare che mi aiuti nella difesa e nel recupero, ma anche a rubare tempo ai miei avversari. Lo uso a mio vantaggio per arrivare molto velocemente a rete e anticipare il colpo successivo. Quindi non lo uso solo in difesa, ma cerco anche di usarlo in modo aggressivo”.