La forza di Sinner non è solo fisica. Lui sa come gestirsi (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Come se fosse passato appena un giorno, e non quattro settimane. Jannik Sinner è tornato in campo a Cincinnati per la prima volta dopo la storica vittoria a Wimbledon e il tempo è sembrato essersi fermato a quel pomeriggio londinese. Una prestazione mostruosa, favorita dalle caratteristiche dell’avversario, il colombiano Galan, troppo tenero per contrastare la potenza e il ritmo del numero uno del mondo […]. Oggi lo attende un rivale dalle caratteristiche completamente opposte, il canadese Diallo, fenomenale battitore dall’alto dei suoi 203 centimetri, ma la sensazione è che questo Sinner sia sempre più inavvicinabile per tutti tranne che per Alcaraz e che il divario tra i due e il resto della concorrenza sia destinato ad ampliarsi. Jannik mi è sembrato ancor più strutturato dal punto di vista fisico, il segnale che la ritrovata collaborazione con Ferrara può consentirgli di continuare a percorrere la strada dei miglioramenti atletici senza stravolgere l’equilibrio complessivo, e straordinariamente incisivo al servizio […]. Quando ti sei già dotato di basi eccellenti, la continuità nel lavoro quotidiano e un successo come quello di Wimbledon ti forniscono carica, motivazioni e convinzioni ulteriori, completando il quadro con la cornice perfetta. Ma il vero segreto della grandezza di Sinner, ormai è palese, accanto alle doti tecniche risiede in una capacità di programmazione che nessuno dei suoi avversari, anche i più forti, riesce a mettere in campo […]. L’ultima dimostrazione ce l’ha data proprio nella pausa tra i Championships e il 1000 di Cincinnati: qualche giorno di stacco per metabolizzare anche emotivamente la fantastica vittoria londinese e poi il ritorno agli allenamenti con sessioni intense alternate ad importanti sedute di fisioterapia. Jannik ha imparato a conoscersi alla perfezione e così riesce a presentarsi ad ogni appuntamento sempre al meglio della condizione psicofisica, in questo marcando la grande differenza rispetto agli avversari, che magari raggiungono picchi di rendimento assoluti ma non riescono a mantenerli a lungo, pagando la mancanza di continuità in termini di risultati. Il campione di Sesto Pusteria si inserisce nel solco tracciato da Federer, un vero maestro nella gestione del calendario: come già accadeva con lo svizzero, Jannik guarda in prospettiva e non al momento presente, e se la compressione ravvicinata degli eventi rischia di compromettere la preparazione inondando i muscoli di inutili fatiche, non esita a rinunciare ad appuntamenti di primo livello […]. Non a caso, per buoni tratti delle loro carriere, mentre Federer arrivava a fine stagione ancora con tanta benzina nel motore, Djokovic e soprattutto Nadal hanno dovuto fare i conti con un surplus di stanchezza. Per questa ragione, Sinner ha finito per diventare, in materia, un punto di riferimento perfino per il suo rivale più agguerrito, quel Carlos Alcaraz che fino a un anno fa non brillava certo per la concretezza della programmazione, tanto che le Finals fin qui per lui sono state un via crucis. Negli ultimi mesi, tuttavia, anche lo spagnolo ha compreso che le decisioni sul calendario agonistico sono ugualmente importanti se non addirittura più decisive della forza dei colpi.
Sinner city. È il dritto l’arma letale (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
È stato poco più di un allenamento il match d’esordio a Cincinnati di Jannik Sinner, che per la prima volta in stagione ha impiegato meno di un’ora di gioco per conquistare una vittoria. Neppure quando aveva dato 6-0 6-1 a Ruud a Roma ce l’aveva fatta, mentre c’è riuscito in Ohio contro il malcapitato Galan, che non ha saputo resistere più di 59 minuti. Per l’azzurro è stato il debutto perfetto e non è un caso che un successo così rapido sia arrivato proprio nel Masters 1000 di Cincinnati, dove l’anno scorso si era laureato campione […]. Evidentemente Sinner si trova particolarmente bene in queste condizioni di gioco e l’ha ribadito in maniera eloquente, mandando un chiaro messaggio a tutti i suoi avversari. […] Se da un lato non c’è molto da dire sul match in sé, a senso unico dall’inizio alla fine, dall’altro sono invece tanti gli aspetti tecnici da sottolineare. Jannik ha innanzitutto servito benissimo, perdendo appena un punto con la prima, e poi ha anche fatto spesso ricorso alla palla corta, eseguendola in maniera impeccabile tanto da sorprendere l’avversario nella maggior parte dei casi. Tuttavia c’è un colpo che ha rubato l’occhio più degli altri, come evidenziato dalle statistiche: il dritto. I vincenti messi a segno sono stati ben 11 (su 17 totali), mentre la velocità media è stata di circa 130 km/h. Numeri tutt’altro che normali […]. Quando si parla di Sinner spesso si elogia l’incredibile rovescio, eppure se ha ottenuto certi risultati è anche grazie a un’arma come il dritto. […] “È bello essere tornato” ha scritto sui social Jannik dopo la prima vittoria a Cincinnati. Tuttavia la frase più interessante l’ha pronunciata in conferenza stampa: «La mia sicurezza deriva dall’allenamento, non dai tornei». Non c’è dubbio che successi netti come quello contro Galan gli diano fiducia, ma in realtà le cose funzionano al contrario. Sinner riesce a ottenere vittorie così comode perché lavora bene e si allena duramente. E soprattutto non lascia nulla al caso, come rivelato nell’intervista post-match. Quando gli è stato chiesto della sua scelta di effettuare il riscaldamento pre-partita sotto il sole, Sinner ha risposto di voler sentire le condizioni di gioco così da farsi trovare pronto. Avrebbe vinto comunque anche senza questa sudata? Con ogni probabilità sì, eppure sono proprio questi piccoli particolari a fare la differenza, specialmente ad alti livelli. Una teoria confermata quando si è trovato a parlare del manicotto al braccio destro. Dopo aver ribadito di indossarlo per i benefici che ne trae e non per moda, ha precisato: «In queste condizioni di caldo il manicotto bianco non è un problema. Ho invece provato quello nero e la differenza si nota». […] Adesso l’asticella si alza e sulla sua strada Sinner troverà già una testa di serie, la 30, ovvero Gabriel Diallo. Ancora di più dopo l’esordio, però, sono gli avversari a doversi preoccupare di lui e non viceversa. Anche perché Jannik ha sempre approcciato i match con serietà e senza mai prenderli sottogamba. Non lo farà neppure con l’impegno contro il canadese – suo coetaneo – che qualche mese fa ha vinto il suo primo titolo ATP ed è in rampa di lancio. Inoltre, forte dei suoi 203 centimetri d’altezza, possiede un servizio in grado di creare difficoltà a ogni avversario, tanto che in stagione ha già superato quota 300 ace. Di contro, il canadese è anche piuttosto incostante e ha dei passaggi a vuoto nel corso dell’incontro, perciò Sinner avrà la possibilità di sfruttarli ed evitare dei pericolosi tie-break. Il match è in programma all’una di notte italiana […].
Sinner sprinter e il record dell’ora. Quando il tennis è questione di minuti (Stefano Semeraro, La Stampa)
Jannik Sinner va veloce da sempre, del resto se il suo soprannome è la Volpe ci sarà un motivo. Quest’anno, su 30 partite giocate (27 vinte) e 87 set completati, per sei volte ha chiuso con un 6-0 e per 13 con un 6-1. A Cincinnati, nel match d’esordio contro Galan ha poi battuto il record dell’ora, per la prima volta in carriera: 59 minuti. Regola d’oro, quella di restare il meno possibile in campo se si ha l’ambizione di arrivare in fondo ai tornei. In questo il maestro è Roger Federer, che per oltre 100 volte […] ha chiuso sotto il limite dei 60′, finendo addirittura in 37′ contro il povero Denis Golovanov a Mosca nel 2002 (6-0 6-1) e – record ancora più strabiliante – in 54′ contro Falla nel 2004 a Wimbledon, quindi al meglio dei 5 set (6-1 6-2 6-0). Contro il Genio peraltro non hanno subito la tariffa oraria solo giocatori di secondo piano, ma persino Nadal, Murray, Wawrinka, Del Potro e Ivanisevic […]. Quest’anno il primato spetta a De Minaur, che a Monte-Carlo ha rispedito a casa Dimitrov (in bicicletta, 6-0 6-0) in 44′. Alcaraz finora c’è riuscito due volte, il più rapido in un torneo Atp è stato Francisco Clavet, 25′ per dare 6-0 6-0 a Shan Jiang a Shanghai 2001. Il record «all time» spetta a tale Jack Harper che nel 1946 consumò la miseria di 18 minuti per un doppio 6-0 all’altro Carneade Sandiford in un torneo nel Surrey. […] Finì invece in lacrime, quelle famose di Natalia Zvereva, la finale del Roland Garros 1988: Steffi Graf, spietata, in 32 minuti non le concesse neppure un game. La Volpe, insomma, ha ancora pane per i suoi dentini aguzzi.
Paolini soffre ancora ma ritrova il sorriso (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Quarantuno giorni per ritrovare un sorriso che accompagna una vittoria. Comincia con un successo, sofferto ma proprio per questo assai importante, il Wta 1000 di Cincinnati per Jasmine Paolini, a digiuno di gioie individuali dall’affermazione contro Sevastova al primo turno di Wimbledon e soprattutto reduce da due partite consecutive perse in rimonta […]. Sui campi in cemento del Lindner Family Tennis Center l’azzurra, n.9 del ranking mondiale e 7a testa di serie, entrata in gara direttamente al 2° turno, si è imposta 7-6 (2) 7-6 (5) […] sulla greca Maria Sakkari, ex n.3 del mondo […] e ora al 65° posto in classifica. In una giornata ancora molto calda al punto da costringere di nuovo gli organizzatori ad applicare la “heat rule” (con pausa prolungata tra secondo e terzo set), la 29enne di Bagni di Lucca ha chiuso con 16 vincenti a fronte di 23 errori non procurati, mentre è stato di 30 vincenti contro 25 gratuiti il bilancio della 30enne di Atene. Un risultato non scontato, considerando che in maggio la toscana aveva conquistato appena tre game contro l’ellenica nel 1000 di Madrid sulla terra rossa. Stavolta il copione è stato diverso, con due set dall’andamento differente. Nel primo set l’azzurra, sostenuta a bordo campo da Federico Gaio e Sara Errani, era avanti 5-1 con due break di vantaggio e non ha sfruttato quattro set point in risposta nell’ottavo game. L’avversaria è rientrata in partita, ma Paolini è stata brava a resettare nel tie-break, dominato. Il secondo parziale, invece, ha visto rispettare i turni di servizio fino a un nuovo tie-break: la finalista di Roland Garros e Wimbledon 2024 è salita rapidamente sul 6 a 0 […], ma ha mancato cinque match point, prima che la greca commettesse il doppio fallo che ha chiuso l’incontro. «È stata una partita complicata – il commento di Jas – se penso che nel primo set ero avanti 5-1… Ma lei ha giocato alla grande e quando serve così bene, e si muove così, in queste condizioni diventa un’avversaria difficile. Ci sono stati un po’ di alti e bassi nella mia prestazione, come le montagne russe che sono qua vicino. Diciamo che sarebbe meglio andare diretti nelle partite, senza troppi su e giù, ma va bene anche così». L’intervistatore le ha fatto notare che nei loro incroci Sakkari ha vinto i due confronti sul “rosso” […], Paolini i due sul cemento […]. «Non so cosa faccia la differenza sul veloce: cercavo di non avere fretta, di stare lì ed aspettare la palla giusta per tirare il vincente. Ho anche cercato di servire al meglio nei momenti importanti, o almeno ho provato a farlo. Il servizio non è la mia arma migliore ma ci ho provato […]». L’azzurra tornerà in campo domani affrontando per la prima volta in carriera la 2lenne statunitense Ashlyn Krueger, n. 35 Wta e 26a testa di serie, che ha superato 6-4 0-6 6-3 la lettone Anastasija Sevastova. Ieri in serata Lucia Bronzetti ha piegato in tre set 6-3, 1-6, 6-4 […] Kasatkina e al terzo turno sfiderà la lettone Ostapenko che con l’italiana ha uno score di 1-0.