A volte è solo questione di attendere il proprio momento. Fare gavetta e accumulare esperienze nelle retrovie non può essere mai una perdita di tempo. E, a 28 anni, per Vit Kopriva è giunta la stagione per uscire dall’ombra. Dopo le fatiche accumulate nei Challenger, di cui è divenuto uno dei protagonisti, il 2025 è per il tennista ceco l’anno delle prime volte. La top 100 e la vittoria di un incontro in uno Slam sono la ricompensa per tutte le corse sui campi del circuito minore, per tutte le partite in cui i calzini si sono sporcati di terra rossa – progressivamente divenuta la superficie prediletta, facendo di necessità virtù – alla ricerca dei punti per infrangere la barriera dei migliori 100 giocatori del mondo e di una posizione che gli garantisse l’accesso diretto ai tabelloni principali dei tornei più prestigiosi senza passare dalla lotteria delle qualificazioni.
Per tutti gli scaramantici alla lettura, in un periodo di cose dal sapore inedito, Kopriva può dire di aver già battuto un top 10 nella sua carriera – interpellare Denis Shapovalov per una conferma – quindi si possono traslare altrove le preoccupazioni legate al fato. Vit non era mai riuscito a centrare l’accesso al main draw dello US Open. Quest’anno – e forse non poteva essere altrimenti – fa il suo esordio assoluto. Al primo turno sfiderà Jannik Sinner. Il sorteggio contro il numero 1 del mondo, poco fortunato dal punto di vista tecnico, gli permetterà comunque di salutare i terreni di gioco secondari per calcare uno dei campi più prestigiosi di New York e di tutto il mondo.
Dagli inizi alla 78esima posizione del ranking: il principe dei Challenger alla ricerca della gloria nel circuito maggiore
Avviato al tennis da piccolo, è diventato professionista nel 2015 a 18 anni, quando ha iniziato a frequentare i tornei ITF per accumulare i punti necessari per i Challenger, anticamera del circuito ATP. A lungo Vit ha faticato a trovare il suo posto all’interno del mondo della racchetta. Il salto di qualità tardava ad arrivare e il rischio di rimanere impantanato in competizioni minori senza mai rintracciare la via per il tennis dei grandi assumeva contorni sempre più marcati. Fino a quando, nel 2021, è finalmente riuscito a superare le qualificazioni a livello ATP a Gstaad, sulla terra battuta, superficie dove si è formato. Alla sua prima esperienza importante ha colto il successo più brillante della sua carriera, eliminando al primo turno Denis Shapovalov, in un momento in cui il canadese era numero 10 del mondo e reduce dalla semifinale di Wimbledon dove aveva impensierito Novak Djokovic. Il ceco ha fermato la sua corsa in semifinale, arrendendosi solamente a Casper Ruud. Non male come inizio.
Le difficoltà a dare continuità a questi risultati ha comportato la navigazione a vista in top 200, sfiorando solamente il porto sicuro dei 100. Fino al 2025 almeno. Pur continuando a macinare nei Challenger, e vincendo il suo sesto titolo di categoria a Napoli contro Luciano Darderi – al palmares si devono aggiungere anche cinque trionfi ITF – Kopriva ha imboccato la giusta strada. La destinazione? La top 100. Imponendosi in tre set su Lorenzo Sonego, è approdato ai quarti di finale dell’ATP 250 di Marrakech – dove si è consumata la vendetta di Darderi – risultato che gli è valso la 95esima posizione in classifica. È riuscito poi a ritoccare ancora il ranking quando, al primo turno del Roland Garros, ha battuto Monteiro, in quella che è stata la prima vittoria in uno Slam. A fine giugno si è così issato fino all’attuale best ranking, il numero 78.
Kopriva è consapevole di come la montagna denominata Sinner adesso sia pressoché impossibile da scalare, soprattutto sul cemento. Ma chi meglio di lui sa quanto accumulare esperienze sia prezioso per il futuro.