Era una partita difficile, lo sapevamo, è lei una che gioca molto bene, che cosa ha fatto la differenza?
LUCIA BRONZETTI: Secondo me il servizio in gran parte. Lei ha servito con percentuali altissime di prime. Era difficile rispondere e poi il coraggio nei momenti importanti: lei è sempre andata a prendersi il punto, io magari ho aspettato e ci voleva più intensità in quei momenti.
In particolare gli ultimi due game, quando lei ha servito per il match, tu sei riuscita a fare il controbreak e poi lei è riuscita a chiudere al quarto match point. Secondo te è stato quello uno dei momenti in cui lei effettivamente ha provato a cercare il punto e tu invece sei rimasta più in difesa?
LUCIA BRONZETTI: Sì, sia quello che anche prima, direi. Alla fine l’avevo girata stando lì, ma era una partita che lei ha vinto tre volte. Se non si fosse un po’ complicata, forse sarebbe finita prima. Dovevo approcciare la partita come ho fatto alla fine del secondo set, spingendo di più: la palla tornava molto veloce, quindi era importante cercare di ricolpire. Però meriti anche all’avversaria, che gioca molto bene.
Probabilmente l’hai già detto di no, però insomma, ce l’avevi un po’ detto alla vigilia, fra le qualificate è quella più pericolosa.
LUCIA BRONZETTI: Sì.
Cosa ti è mancato oggi e cosa invece ha fatto molto bene lei?
LUCIA BRONZETTI: Come dicevo, lei ha servito molto meglio di me: io poche prime, lei serviva quasi solo prime, quindi non era facile rispondere, anche se cercavo di coprire di più gli angoli dove sapevo che batteva più spesso. Inoltre, da fondo andava sempre decisa lei, una palla pesante. Dovevo cercare di fare muro, ma un’intensità più alta; delle volte rallentavo troppo e lei poi mi stava sopra.
Il vento ha dato fastidio anche quello oggi? Si è visto qualche volta al lancio di palla, arrivava una raffica?
LUCIA BRONZETTI: Non si sentiva tanto come altre volte, come ad esempio a Cleveland. Però sì, sicuramente è un fattore in più, ma è per entrambe uguale, quindi non penso abbia influito così tanto.
Un consuntivo di questa trasferta nordamericana, visto che poi si va a giocare in Asia: ci sono stati gli ottavi di finale di Cincinnati che sono stati un buon risultato. Cosa ti aspettavi di più, ti aspettavi di meno?
LUCIA BRONZETTI: Sicuramente quando si parte si cerca di giocare più partite possibili e sono contenta comunque del torneo che ho fatto a Cincinnati. Potevo uscire al primo turno, ho annullato match point, quindi è venuto fuori un torneo molto bello e importante. A Montréal ho giocato due partite, peccato per oggi, questo è il torneo più importante, quindi avrei barattato un secondo turno qua rispetto a un terzo turno a Cincinnati. Però va bene, fa parte del tennis. Ora sappiamo su cosa dobbiamo lavorare e bisogna cercare di portarlo avanti.
Adesso hai tempo per i musei, purtroppo.
LUCIA BRONZETTI: No, i musei non sono la mia specialità. Domani dobbiamo fare il visto per la Cina, quindi perderemo una giornata lì, ma magari poi andremo da qualche parte.
Tu hai ormai esperienza, sei giovanissima ancora, ma hai qualche anno di circuito. Una valutazione: prova a estraniarti da quello che ti è successo in campo, una ragazza di 18 anni come la tua avversaria di oggi la vedi in futuro ad alto livello? A tratti è stata impressionante: la tua impressione dal campo?
LUCIA BRONZETTI: Sicuramente è una giocatrice fortissima. La Repubblica Ceca ha tanti giovani talenti, hanno una scuola molto buona, si vede perché ne escono molti e fanno grandi salti in poco tempo, soprattutto da giovanissime: è del 2007, quindi se penso a come ero io a 18 anni… ero uno stecchino, questa è più grossa di me, non so cosa gli danno da mangiare. In prospettiva futura sicuramente ne sentiremo parlare.