Il 25 agosto 2025 Petra Kvitova ha giocato l’ultimo match della sua formidabile carriera che, tra l’altro, l’ha vista arrivare al numero 2 del mondo e alzare due titoli Slam, a Wimbledon nel 2011 e nel 2014. “È il mio carattere, probabilmente, che mi ha impedito di vincere di più” aveva detto recentemente. “Il talento non mi mancava, forse avrei potuto lavorare un po’ di più, ma d’altra parte penso che forse avrebbe danneggiato il mio estro o la mia mentalità”.
Nello Slam dove si è spinta meno avanti (quarti di finale nel 2015 e 2017, mentre ha fatto finale in Australia e due semifinali a Parigi), la campionessa ceca classe 1990 è entrata in campo per l’ultima volta da professionista. Il match però quasi non c’è stato, troppa l’emozione, 6-1 6-0 in 52 minuti a favore di Diane Parry. E d’altra parte Petra non ha giocato molto dopo la pausa per maternità di un anno e mezzo, con il rientro quest’anno a Austin e l’ultimo incontro prima di questo disputato due mesi fa a Wimbledon.
Sullo schermo del Grandstand scorrono le sue immagini e scorrono anche le lacrime sulle sue guance (e non solo sulle sue). “Essere n. 1 al mondo, ecco ciò che mi manca. Probabilmente è la cosa che avrei voluto avere” aveva detto ancora. “Ma non mi avrebbe dato una vita migliore o reso più felice”.
Non resta che il saluto finale sul campo: “Grazie per essere venuti qui oggi. Avrei voluto offrire uno spettacolo migliore, ma è difficile emotivamente quando pensi che forse sarà il tuo ultimo match”. Poi i ringraziamenti alla direttrice del torneo Stacey Allaster, a New York, al marito e coach, alla famiglia, a tutti quelli che l’hanno accompagnata in quello che, dice, “è stato un viaggio lungo e fantastico”.