Oggi riscende in campo Jannik Sinner, dopo la delusione per la finale di Cincinnati contro Alcaraz che non c’è stata, e stavolta contro il ceco Kopriva. In ballo ci sono per Jannik tutti quei record che ho citato nel mio editoriale di ieri “Sinner e Alcaraz sono in corsa per un record. Quale? O quali? Azzurri bilancio in pareggio. Oggi derby Cobolli-Passaro. Medvedev ancora k.o.“.
Ma nel secondo giorno dello US Open in cui nel derby azzurro di primo turno Cobolli e Passaro hanno lottato per 3 ore e 42 minuti e per 5 set (7-5 4-6 6-4 3-6 6-3 a favore del primo), senza riuscire quasi mai a giocare bene nello stesso momento – alla fine 81 errori gratuiti Passaro, 58 Cobolli sottolineano la modesta qualità del match – e la spiegazione sta probabilmente nel fatto che i due quasi coetanei sono troppo amici per sfoderare la necessaria cattiveria, opto per scrivere qualcosina su altri tre ragazzi italiani che ho visto giocare in questi giorni e con i quali abbiamo parlato a fine match: Nardi domenica, battuto 6-3 6-1 6-1 in meno di un’ora e mezzo da Machac, Darderi vittorioso su Hijikata domenica (6-2 6-1 6-2) e infine Bellucci vittorioso questo lunedì sul cinese Shang (7-6 1-6 6-3 3-0 rit).
Di tutti e tre potete e anzi vi prego di leggere la trascrizione di quello che hanno detto e vi pregherei di farlo. Trovate di seguito qui i link agli articoli che hanno ospitato le loro parole:
– le parole di Bellucci
– le parole di Nardi
– le parole di Darderi
Forse basterebbe leggerli per farsi già una chiara idea su tutti e tre, su che tipi sonoo, su come la pensano, su che obiettivi hanno, anche se è evidente che i due che hanno vinto erano più ben disposti ad aprirsi e a parlare, mentre Nardi, di pessimo umore per la batosta subita, all’inizio non aveva proprio voglia di parlare, ma ripeteva soltanto: “Ero stanco…ero stanco” e non sembrava disposto a dare altre spiegazioni del perché fosse così stanco né così remissivo e rassegnato sul campo dove proprio non aveva lottato neppure per qualche minuto: dal 3 a 2 del primo set nei successivi 18 game ne aveva conquistati soltanto 2.
Eppure era venuto negli Stati Uniti – con la ragazza (distratto?) – per parecchi giorni onde preparare questo Slam cui non poteva non tenere. Come ogni serio professionista che si rispetti.
Nei giorni e mesi scorsi avevo parlato con diversi coach a proposito dei tennisti italiani alle spalle dei tre migliori, Sinner, Musetti e Cobolli, chiedendo pareri su chi dovesse considerarsi fra tutti gli altri il miglior prospetto.
Ebbene, in termini di talento le risposte erano state unanimi: Luca Nardi.
Ma anche in termini di chi fosse colui che si allenasse peggio, che avesse meno determinazione, le risposte erano state unanimi: Luca Nardi.
Avevo anche chiesto: ma chi vi piacerebbe allenare?
Anche qui: “Luca Nardi se però…”
Se non posso fare i nomi dovete capirmi. Sono tutti allenatori che già allenano qualcuno degli italiani o allenatori che potrebbero allenarne uno in futuro, prima o poi. Che non volessero esporsi era più che comprensibile.
Oggi come oggi Darderi è colui che sta raccogliendo più successi, un paio di tornei vinti di recente, testa di serie n.32 all’US Open e n.29 a Wimbledon, ma anche Bellucci con il suo best ranking virtuale oggi n.62 sta facendo meglio di Nardi (best ranking 67), oggi virtuale n.84 (dopo aver rischiato di uscire dai 100 prima di approfittare di una buona dose di fortuna come lucky loser a Cincinnati dove raggiunse poi gli ottavi avvantaggiandosi anche del ritiro di Mensik).
Darderi lavora come pochi per migliorarsi. Sul servizio ha fatto grandissimi progressi e atleticamente è fortissimo. Anche Bellucci è un signor atleta. La resistenza per lui non è un problema. Darderi è più giocatore di…percentuale, fa quasi sempre la cosa più giusta e consigliabile. Quasi sempre rischi ben calcolati. Il che non significa che sia un attendista. Anzi. Bellucci è più estroso, vario e discontinuo, ma sta imparando a lavorare su stesso, sulla propria fiducia ed è sicuramente un ragazzo molto intelligente che sa esprimersi con notevole proprietà di linguaggio e di pensiero.
Gli ultimi due hanno certamente capito che nel tennis si deve essere professionisti tutti i giorni, quasi più nei giorni di allenamento che in quelli di gara. Nardi non dà proprio la sensazione di aver capito altrettanto. Ha più facilità nei colpi degli altri due, ma non mostra quasi mai la giusta ”garra”, forse è inconsapevolmente viziato dal suo stesso talento, non crede – in fondo in fondo anche se non lo ammette – di doversi “fare il mazzo”. Si rende conto che “il talento non è tutto”- e lo dice candidamente – ma poi al contempo non riesce a mettere tutto se stesso per raggiungere mete più ambiziose che non siano quelle di restare un top100. Gli altri due vogliono salire più in alto possibile. Anche molto più in alto. E ci credono. Che è il solo modo per arrivarci. Lui, Luca, un tantino “ammorbidito” dall’appartenere a una famiglia molto benestante, sembra volersi accontentare di aver comunque “sfondato” tra i primi 100 e la voglia di sacrificarsi è soltanto intermittente. Ha meno fame. Dovrebbe migliorare il servizio, glielo dicono tutti, cambiare la spinta (poca) che si dà con il piede destro (movimento simile a quello assai pigro di Fognini), ma non ha furia, non dà importanza ai consigli che gli piovono da più parti. Si lascia trascinare dalle onde, dagli eventi.
Proprio oggi, sotto al mio editoriale dedicato alla prima giornata dello US Open e ai record che Sinner potrebbe battere se vincesse anche questa edizione del torneo, sono comparsi tre commenti di nostri affezionati lettori che spesso contribuiscono con le loro idee, opinioni e commenti, alle fortune di Ubitennis.
Pochi siti si sobbarcano il problema di moderare tutti i commenti – Vanni Gibertini si dedica a questo compito più di chiunque altro, ma non è il solo – e credo che questo sia un pregio assai apprezzato di Ubitennis…sebbene tanti non commentino e non pochi ignorino addirittura che in fondo ad ogni articolo, e alle pubblicità – ci sono spazi su cui si può dire la propria su ogni argomento, purchè con la dovuta civiltà.
Un lettore dal nickname Gattone (come Miloslav Mecir, il campione slovacco che con il suo tennis indecifrabile, fatto di accelerazioni e rallentamenti, metteva in crisi soprattutto i tennisti svedesi abituati a contrastare i tennisti di ritmo) ha scritto: “Mi soffermo solo su i due ragazzi italiani, Darderi e Nardi.
A giugno girava un video che li mostrava in allenamento insieme in vista della stagione su erba, sono buoni amici e scherzavano.
Ecco, sono amici ma è difficile trovare in due tennisti un approccio alla professione più diverso.
Ripensiamo al Darderi di due anni fa: giocava esclusivamente su terra rossa, il servizio e il rovescio erano punti deboli enormi, giocava dai teloni e si ritrovava a sbracciare di dritto anche dal corridoio di sinistra.
Oggi ha un servizio che è un’arma, il rovescio piatto pure e sul duro gioca meno lontano dalla riga di fondo e lascia meno scoperto il lato del dritto. Come ha fatto? Credo col lavoro, col sudore e il sacrificio perchè è un ragazzo che ha fatto la gavetta e per arrivare dov’è ora ha dovuto faticare e scommettere su se stesso, senza scialuppe di salvataggio a disposizione.
Nardi invece? Credo sia l’opposto. Qualche lieve miglioramento sulla prima di servizio (che però ieri è stata abominevole in termini di %) e sulla stabilità del dritto, e poi?
Illuminante è stata una frase di Galimberti in telecronaca. Il senso è stato più o meno che il servizio è un colpo sul quale si può lavorare: non è divertente fare cesti su cesti, ma non esiste altro metodo.
Essendo “Galimba” stato suo allenatore per qualche mese credo che il riferimento sia implicito: ci vuole sacrificio, dedizione, testa. Se mancano c’è poco da fare.
Se dopo una prestazione del genere dici che “essere 80 al mondo al mondo non è male” e che “non stavo bene da stamattina a causa di un po’ di raffreddore” alzo le braccia. Non solo non scorgo fame nei suoi occhi né nella sua voce, ma nemmeno un barlume di appetito.
Avrei apprezzato un gesto di rabbia, magari pure una racchetta fracassata sul cemento, invece nulla. Ha subito un parziale di 16 giochi a 3 e già alla fine del primo set non vedeva l’ora di tornare nello spogliatoio.
Darderi, per fare un altro confronto, sogna la top20. Qualcuno dirà che si tratta di utopia, che non la merita, tutto quello che volete. Ma io scommetto che lavorerà duro per provarci, magari non ce la farà, ma avrà dato tutto su quel rettangolo. Nel 2025 qualche miglioramento su erba e cemento si sta cominciando a vedere: non è nato con la racchetta in mano di chi è baciato dal talento ma giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, sta costruendo un “giocatore che solo 2 anni fa sembrava impensabile.
Ci rifletta su Luca, vivere una carriera intera in questa maniera potrebbe non valerne la pena”.
A Gattone ha risposto Brandon, un altro nostro apprezzato aficionado: “Su Nardi ti racconto un aneddoto. Challenger di Trieste credo 3 anni fa. Su un campo laterlale Zeppieri, Maestrelli e Nardi facevano esercizi atletici tipo cambi di velocità, circuiti ecc. Vedo questo Nardi di cui si parlava un gran bene “scazzatissimo”, cioè proprio corricchiava. Ad un certo punto questo preparatore atletico gli ha urlato addosso che non si impegnava e così non serviva a nulla. Ecco io lì ho capito cos’era Nardi. Come dicono gli inviati di Ubitennis ” i giocatori vanno visti dal vivo e in allenamento”. Fermo restando che il servizio è un colpo non presentabile a questi livelli”. Nel dialogo fra i due si è inserito altro lettore le cui opinioni spesso condivido e apprezzo, Francesco Brancaleoni: “Ricordo uno spassosissimo ground al Foro Italico durante le qualificazioni con Naso che si allenava con Federer. Naso ha giocato i venti minuti più intensi di tutta la carriera, sembrava lui il numero uno del mondo. Dall’altra parte Federer braccio appoggiato ai fianchi, giocando così come veniva a cercare più la fluidità che la potenza e palleggiava con Naso praticamente alla stessa velocità guardandosi intorno.
Un mio amico (oggi giornalista di calcio) mi disse “Ma davvero quello sarebbe il tennista più forte del mondo?”
Il problema di Nardi è che sembra perennemente in bonaccia, recupera un primo set in cui stava indietro, ne perde un altro che stava in vantaggio sembra sempre seduto al bar a leggere il giornale.
E quella è una questione di carattere. Oh… Schuttler ha fatto finale slam, uno che aveva un centesimo del talento di Nardi, non c’entra niente quanto senti bene la palla.
Darderi fisicamente è un toro. Il servizio è un colpo di condizione soprattutto e se parti da un fisico adatto lo migliori e anche tanto. Che poi, non era neanche un brutto servizio, ma era il classico servizio da terra rossa a mettere in campo la prima carica e ciao.
E lo stesso vale per il rovescio, magari non metti su il rovescio di Sinner o Djokovic ma un colpo di continuità che ti permette di non perdere campo si.
Nardi la fame non la ha, in campo troppe volte lo si vede abulico, passivo ma soprattutto poco combattivo.
La mia grande illusione fu la prima volta che lo vidi giocare perché in lui avevo visto veramente lampi di genio. Purtroppo il giocatore è questo, a meno non scatti qualcosa, lo vedremo bazzicare in top 100 facendo qualche buona partita e andando magari in fondo a qualche challenger. E’ vero, è giovane, un tempo si diceva che i giocatori italiani maturassero tardi, ma lo si diceva di una generazione di tennisti che rispetto a questa ha raccolto le briciole”.
Ecco, non posso non condividere quanto hanno scritto questi tre lettori su Ubitennis, e li ringrazio perché i commenti di lettori come loro contribuiscono a fare di Ubitennis il sito che è. Mi piacerebbe leggere più spesso commenti che meriterebbero la pubblicazione anche come articoli. La possibilità l’avete tutti.
Adesso Bellucci sarà atteso da un test terribile, Alcaraz, quasi certamente su uno dei due primi campi principali: “E’ un sogno poterlo fare, giocare contro uno dei più forti tennisti del mondo su un campo super importante è il massimo che un giovane tennista come me può desiderare e sono sicuro che imparerò qualcosa…”. Bellucci diceva queste cose quando ancora non sapeva se Alcaraz avrebbe battuto Opelka come è poi avvenuto (6-4 7-5 6-4), ma non aveva dubbi. Troppo più eccitante giocare contro Alcaraz che contro Opelka, anche se contro il gigante americano ci sarebbe stata qualche chance in più di vittoria.
Per Darderi il compito contro Spizzirri è certamente più alla sua portata, ma se Luciano vincerà anche per lui ci sarà Alcaraz (sempre che a Bellucci non riesca quel miracolo nel quale francamente è assai difficile credere).
Però, comunque vada, Darderi e Bellucci sono due belle realtà del tennis italiano. Per Nardi il giudizio invece è sospeso. Ai posteri l’ardua sentenza? No, a lui.
Elenco teste di serie eliminate finora
Singolare Maschile
[13] Medvedev – Bonzi (63 75 67(5) 06 64) – fotografo in campo su MP 3° set
[22] Humbert – Walton (64 76 57 61)
[28] Michelsen – Comesana (16 63 64 64)
[29] Griekspoor – Mannarino (75 65 60)
Singolare Femminile
[6] Keys – Zarazua (67 76 75 3h10′) – 89 unforced errors
[12] Svitolina – Bondar (62 64) – sfascia racchetta
[14] Tauson – Eala (63 26 76(11)) – rimonta da 1-5 nel terzo
[22] Mboko – Krejcikova (63 62) – polso destro fasciato
[24] V. Kudermetova – Tjen (64 46 64) – prima indonesiana dal 2003 a vincere un match di singolare in uno Slam
[30] Yastremska – Pavlyuchenkova (67 76 64 2h41′)