Lo scorso maggio è stata nominata giocatrice ITF del mese, titolo bissato in giugno. In quei due mesi, Janice Tjen ha vinto sei tornei del circuito minore, il più importante dei quali a Taizhou, in Cina, un W50, e ha proseguito per un altro mese ottenendo un bilancio di 43 vittorie e 4 sconfitte. Un paio di settimane di pausa e la ritroviamo nelle qualificazioni dello US Open, appena entrata in top 200 (n. 195 WTA) al momento della chiusura delle liste per l’accesso allo Slam. Ma facciamo un passo indietro.
Dai primi passi alla classifica mondiale passando per gli studi
Nata il 6 maggio 2002 a Giacarta, inizia a giocare a tennis grazie alla sua amica Priska Nugroho, una delle migliori junior dell’Indonesia, in seguito campionessa di doppio all’Australian Open Under 18 2020 con Alexandra Eala. “Mi ha detto, ‘vuoi provare a giocare a tennis?’, e i miei genitori, ‘ma sì, gioca un po’, fai dell’esercizio fisico’, così non me ne sarei stata in camera mia senza fare nulla”.
Accanto alla carriera giovanile, Janice prende parte a tre tornei ITF nella sua città, a Singapore tra il 2018 e il 2019 senza superare le qualificazioni, e due anni dopo esordisce (sconfitta) in Billie Jean King Cup.
Nel 2022 la ritroviamo al W15 di Los Angeles dove supera le qualificazioni e poi vince il suo primo incontro in un tabellone principale di un torneo pro. Partecipa a solo altri due tornei ITF quell’anno e nessuno il successivo, ma cosa ci fa in California? Studia e naturalmente gioca, alla Pepperdine University, laureandosi in sociologia nel maggio 2024.
Senza classifica, un mese dopo è al W15 di Monastir dove parte dalle qualificazioni e vince il titolo. Rimane nella città tunisina, stessa spiaggia, stesso mare, e, come special exempt in quanto chiaramente impossibilitata a giocare le qualificazioni, la settimana successiva ripete l’impresa. E anche quella dopo ancora. Con un bilancio 2024 di 41-3, a inizio anno è poco oltre il 400° posto.
US Open 2025
Rieccoci allora a New York da n. 147 WTA. Nel tabellone cadetto supera nell’ordine Varvara Lepchenko, Maja Chwalinska e l’ormai nota (anche grazie a Jasmine Paolini) Aoi Ito, nel frattempo arrivata al n. 82 del ranking. La ventunenne giapponese dal gioco “tutto suo”, tra il dritto slice frontale a gambe dritte e lo swing del servizio che si può vedere nei circoli, è tennista abilissima nel far giocare male l’avversaria, ma Tjen non si fa irretire e le lascia tre giochi. Senza perdere un set, dunque, si guadagna il diritto di giocare il suo primo match in un main draw dello Slam (e del circuito maggiore).
Con 95 incontri vinti su 105 disputati negli ultimi 15 mesi e 13 titoli in bacheca, la fiducia è alle stelle, che importa se qua siamo a un nuovo livello e se l’avversaria – Veronika Kudermetova, n. 26 – ha il ranking nettamente più alto fra quelle incontrate: le vittorie abituano a vincere (vedi Victoria Mboko) e Janice la spunta in tre set, 6-4 4-6 6-4. All’inizo del terzo set, si è detta, “impara da quello che è successo nel secondo, concentrati e cerca di non premere il pulsante del panico”. Così è diventata la prima tennista indonesiana a vincere un incontro in uno Slam dal 2003 (Angelique Widjaja a Wimbledon) e a battere una top 30 sempre dal 2003 (Widjaja contro Patty Schnyder Indian Wells).
Attenzione a quel dritto
Alta 168 cm, destrorsa, ha nel dritto dallo stile “ATP moderno” un’arma non convenzionale che sfrutta il più possibile girando attorno alla palla sul lato del rovescio. In fase di apertura, la testa della racchetta arriva all’altezza del cappellino e punta verso il campo avversario; chiusura a tergicristallo per un colpo pesante. Ottimo lavoro di piedi per la ricerca della palla, anche se a volte esagera andando (ben) oltre la riga laterale e lasciando quindi scoperta buona parte di campo.
Il rovescio è bimane, almeno teoricamente, dal momento che di rado la vediamo impattarlo coperto – più che altro in risposta da sinistra – preferendo giocarlo slice. Un colpo che sente bene, piuttosto affidabile in termini di profondità e direzione; tuttavia, tirare passanti vincenti con la rotazione sotto diventa alquanto problematico per chiunque, quindi lo scopo è far giocare una prima volée scomoda che restituisca una palla più facile, ma vogliamo vedere Tjen contro un’avversaria capace di inchiodarla su quel lato senza darle il tempo di girarsi e andare a prendersi il punto a rete con sicurezza. Quest’ultima parte è decisamente selettiva (e non solo nel circuito femminile), ma potrebbe essere l’unica opzione quando il piano A non funziona.
Un modello importante
Il dritto in spinta, il rovescio slice: non è che si ispira a Ashleigh Barty? “Sì, è il mio modello” ha confermato Janice. “Guardavo un po’ dei suoi incontri e cercavo di copiare quello che funzionava per me, di capire di più il suo gioco”. E intanto con il suo team sta lavorando sul gioco di volo: “Se è un 50 e 50, vogliamo essere sicuri di venire avanti. Abbiamo una buona percentuale di punti vinti a rete, vorremmo farci vedere più spesso da quelle parti”.
Il prossimo impegno
Janice tornerà in campo mercoledì per il match contro Emma Raducanu. La campionessa dello US Open 2021 sta giocando il suo miglior tennis degli ultimi quattro anni ed è tornata a vincere un incontro a New York da quella inaspettata finale. La sfida tra due tenniste dal gioco diverso ma entrambe in grande fiducia promette spettacolo: non resta che mettersi comodi.