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Interviste

US Open, Sinner: “Sto bene fisicamente, alla mano solo una vescica. Il taglio di Alcaraz? Gli dona”

"Fisicamente mi sento in buona forma: sono stati giorni di buon allenamento, soprattutto gli ultimi - racconta Jannik -. Esibizioni? A volte non è il momento giusto"

Last updated: 27/08/2025 0:03
By Redazione Published 26/08/2025
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10 Min Read
Jannik Sinner - US Open 2025 (foto Darren Carroll/USTA)


📣 Guarda il torneo US Open in streaming su NOW! 

Inizia con una netta vittoria la difesa al titolo e al n. 1 del mondo di Jannik Sinner allo US Open. Dopo il successo contro Kopriva l’azzurro ha affrontato tanti temi tra conferenza stampa e interviste con le TV, tranquillizzando tutti sulle condizioni della sua mano: “Non c’è da preoccuparsi, oggi la volevo proteggere un pochettino. Ma la mano non sta male, c’è solo una piccola vescica che mi viene spesso quando non gioco per 2/3 giorni, ma è normale“, ha detto a Sky Sport il n. 1, che storicamente soffre di vesciche (fin da quel match di Miami di tre anni fa contro Cerundolo, quando fu costretto al ritiro). Di seguito invece le sue parole in conferenza stampa.

La scorsa settimana hai detto di non essere al 100%. Oggi invece ti sei sentito a posto fisicamente?
JANNIK SINNER: Sì, fisicamente mi sento in buona forma. Sono stati giorni di buon allenamento, soprattutto gli ultimi. Fisicamente mi sento in una buona condizione. Anche la prima partita è stata positiva, quindi sono molto contento. Vediamo cosa verrà.

Volevo chiederti come gestisci il tuo calendario tra tornei ufficiali ed eventi esibizione, in particolare la Laver Cup: sei uno dei migliori giocatori europei ma non hai mai partecipato. Perché questa scelta? E considerando anche altre esibizioni come Six Kings, come decidi a quali partecipare?
JANNIK SINNER: Considero in che condizione fisica sono e quali obiettivi ho. Voglio essere pronto per i tornei, e a volte non è il momento giusto per le esibizioni. Non ne ho mai giocate molte, e dietro questa scelta c’è sempre un motivo. Tutto qui.

La tua sconfitta contro Carlos di tre anni fa è stata vista come l’inizio della vostra rivalità. Che ricordi hai di quel match e quanto contava per te allora?
JANNIK SINNER: Tre anni fa era come se ci stessimo ancora conoscendo. Non sapevamo bene cosa aspettarci dal futuro. È lo stesso anche oggi: non sai mai cosa succederà. Allora era un match tra due giocatori molto giovani, si andava in campo e si picchiava la palla. Oggi invece dobbiamo prepararci tatticamente, ma anche emotivamente e mentalmente. In questi tre anni ci siamo affrontati spesso e ogni volta è stato diverso, con aggiustamenti tattici. Quella partita rimane importante, perché mostrava già che le nostre sfide sarebbero state interessanti anche per chi le guardava dall’esterno.

Una domanda diversa ma sempre su Carlos: hai visto il suo nuovo taglio di capelli?
JANNIK SINNER: Sì (sorride).

Che ne pensi? Ti piacerebbe un taglio come il suo?
JANNIK SINNER: No. Penso che a lui stia bene qualsiasi cosa. Tanto i capelli ricrescono presto, in due giorni saranno di nuovo più lunghi. Stanno bene a lui sia corti che lunghi. Quindi sì, gli dona.

La tua capacità di movimento è una parte fondamentale del tuo gioco, ma agli inizi l’attenzione era più sulla tua capacità di colpire la palla. Tu ti sei sempre considerato un gran “mover” o pensi sia un miglioramento degli ultimi anni?
JANNIK SINNER: Cerchiamo sempre di migliorare. Per colpire bene la palla devi muoverti bene. Migliore è il movimento, migliore sarà l’impatto sulla palla. Questa è la chiave anche per essere un colpitore pulito, e credo di esserlo, ma sto anche cercando di muovermi al meglio. Bisogna sapersi muovere sia in open stance che in closed stance, usando tutto il corpo. È una combinazione di fattori.

Cosa ricordi di più della tua corsa qui lo scorso anno che potrebbe esserti utile quest’anno?
JANNIK SINNER: Alti e bassi. L’anno scorso ho iniziato alcune partite non come avrei voluto, ricordo quella con Tommy Paul: ero sotto di un break e poi ho recuperato. Ci vuole tempo per adattarsi alle condizioni, specialmente se giochi di notte. Ogni giorno può essere diverso, ricordo che da un giorno all’altro improvvisamente mi sentivo alla grande. Ma erano emozioni e condizioni diverse rispetto a quest’anno. Vediamo.

Sei nel tour da diversi anni. Cosa ti ha sorpreso di più della vita da professionista e qual è la parte più difficile?
JANNIK SINNER: Non dovrebbe essere difficile, perché è quello che amo fare. Amo viaggiare, amo giocare a tennis e mi sento fortunato. Certo, ci sono momenti duri: quando perdi partite, anche con match point, ma alla fine devi accettarlo e ricordarti di essere fortunato. Giochiamo davanti alla gente, con un grande supporto. Dobbiamo anche essere un buon esempio per i ragazzi che ci guardano, come io facevo da piccolo. Poi dietro le quinte ci sono sorprese, positive e negative, come in ogni lavoro. Io mi considero molto fortunato e questa vita non dovrebbe essere considerata difficile.

Cosa hai imparato sulla gestione dei tornei dello Slam, che durano due settimane, negli ultimi anni? Hai dei trucchi per renderli più gestibili?
JANNIK SINNER: L’esperienza aiuta, nel bene e nel male. Ho già vissuto momenti buoni e meno buoni, ed è utile anche alla mia età. In passato mi allenavo due ore anche nei giorni di pausa; ora so che è meglio riposare per avere più energia in partita. Ho imparato anche a gestire il tempo: quanto restare al torneo, se fare fisioterapia in hotel o qui. Ora vengo, faccio quello che devo, e poi vado via: a volte può essere molto lungo restare. Sto imparando a gestire tutto, non sono perfetto ma miglioro.

Domande in italiano

Jannik, complimenti, ottimo inizio di torneo. In queste situazioni agonistiche, quando ti rendi conto di essere in controllo della partita e resti concentrato nel chiudere prima possibile, cerchi anche di provare qualcosa di diverso che magari non proveresti sul 5 pari al quinto set? Come gestisci una partita che, con tutto il rispetto per l’avversario, sembra più tranquilla, come quella di oggi?
JANNIK SINNER: Credo che alla fine dobbiamo sempre essere alla ricerca di migliorare. Anche in partite così si può provare qualcosa in più, se è il momento giusto. Come abbiamo visto nel terzo set: se magari mi brekka e poi servo meglio, magari la partita non finisce 6-2, ma non si sa. Dall’altro lato, se hai la possibilità di chiudere prima possibile, io provo. Non è facile come può sembrare: tutti i giocatori che sono qui sanno giocare bene a tennis, non c’è nulla di scontato. Sono contento per oggi. Lui sta vivendo la sua migliore stagione e gli auguro il meglio.

Ubaldo Scanagatta: L’atmosfera in questa stanza è un po’ scura, quasi triste. Mi piacerebbe vederti sorridere dopo una bella vittoria. Come ti senti davvero ora? Torni a casa stasera, non festeggi ovviamente perché hai solo vinto una partita, ma che sensazioni provi? Poi un’altra domanda: noi giornalisti a volte soffriamo quando ti vediamo disponibile solo quando c’è un’intervista organizzata da uno sponsor. Se non c’è uno sponsor, ci resta solo la conferenza stampa. Ti sembra una frustrazione comprensibile?
JANNIK SINNER: La prima parte non l’avevo capita. Sulla seconda: non dipende da me, io faccio le interviste quando mi dicono, non è il mio compito organizzarle. Riguardo alla giornata: i primi turni possono essere complicati, quindi siamo contenti che sia andata così. La prossima partita sarà molto difficile, cercheremo di giocarla al meglio e vedremo. Intanto torniamo a casa contenti, è stata una giornata positiva.

Oggi non sei rimasto in campo a lungo. Dopo i media hai in programma altro lavoro? Inoltre, cosa ricordi del match contro Popyrin a Madrid di quattro anni fa?
JANNIK SINNER: Di quella partita non ricordo molto, anche perché era una superficie diversa. Lui è migliorato tanto negli ultimi anni, qui gli piace giocare, l’anno scorso ha battuto Djokovic, quindi devo stare molto attento. Spero soprattutto di servire bene e, nei game di risposta, capire cosa posso fare. Abbiamo lavorato molto negli ultimi cinque giorni: ora il grosso è fatto, domani ci alleneremo più che altro per restare in ritmo. Poi vedremo come andrà la partita.

Sappiamo che hai un rapporto particolare e affettuoso con i tuoi capelli. Ti vedremo mai con i capelli corti, come Alcaraz?
JANNIK SINNER: No, perché i capelli corti non mi stanno bene. Forse sarei più comodo, ma ognuno è diverso. A lui stanno bene sia corti che più lunghi, a me no. Quindi no.


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