Ugo Blanchet è la grande sorpresa francese dell’US Open 2025: a 26 anni, dopo una carriera percorsa fra stagioni difficili, campi secondari e il rischio di abbandonare il tennis, il tennista della Haute-Savoie ha raggiunto il terzo turno dello Slam newyorkese, assicurandosi un assegno di almeno 237.000 dollari e la ribalta internazionale.
Solo due anni fa la sua realtà era ben diversa: sconfitte nei Challenger, premi da 185 euro, la tentazione di mollare tutto. “Non ero autonomo finanziariamente e volevo lasciare ai miei genitori la possibilità di godersi il loro denaro, di andare in vacanza, di costruire ricordi. Amavo sempre giocare, ma vedevo che non bastava”, ha rivelato Blanchet al quotidiano L’Equipe. La svolta è arrivata nel 2021, quando una conversazione in famiglia lo ha convinto a non smettere: “Se è solo questo, non vogliamo che tu smetta, continua”, gli dissero i genitori. “Quella discussione mi ha tolto un peso dalle spalle”, aggiunge.
Questa serenità si riflette oggi anche nei risultati. “Nella vita di tutti i giorni sono sempre stato così, cerco di prendere le cose con distacco. In campo, invece, per molto tempo ho avuto più difficoltà, ma adesso sono molto più stabile a livello emotivo e questo si trova anche nei miei risultati, soprattutto nei grandi tornei”.
Battendo Jakub Mensik, numero 16 del mondo, Blanchet si è catapultato in una dimensione nuova, ma lui rimane con i piedi per terra: “Non sono uno da spese pazze. Forse mi farò un piccolo regalo, ma in generale sono tranquillo su questo aspetto”.
Si ispira a Tsonga, ma è più simile a Simon
Il suo tennis, fatto di concretezza, creatività e intelligenza tattica, ha portato qualcuno a paragonarlo a Gilles Simon. Ma Blanchet precisa: “È la prima volta che mi fanno questo complimento, ed è davvero un complimento essere paragonato a Gilles Simon. Però le nostre qualità di base sono piuttosto opposte: io più con il servizio e il dritto, lui più con il ritorno e il rovescio. Forse è mancata un po’ quella parte tattica, che però con Stéphane [Robert, il suo coach n.d.r.] abbiamo lavorato di più. Penso che forse il mio gioco si orienterà un po’ verso quello di Gilles Simon”.
La sua ispirazione giovanile è stata Jo-Wilfried Tsonga: “Jo è una delle persone per cui ho iniziato a giocare a tennis. Mi ha fatto sognare, così come anche gli altri tre, Gaël [Monfils], Richard [Gasquet] e Gilles [Simon], ma Jo aveva un tennis che mi piaceva particolarmente. E oggi sono nella sua accademia. È un piacere conoscerlo e sapere che mi sostiene così.”
Fondamentale, su tutto, il supporto del team e della famiglia: “Con Thierry [Ascione, il fondatore dell’Accademia nella quale si allena da quando aveva 15 anni n.d.r.] sono stati presenti quando per me era un momento difficile. Sono contento di poter rendere un po’ in campo ciò che loro hanno fatto per me. Loro hanno fatto sacrifici, io anche, ma oggi si vede che siamo una bella squadra, tutta l’Academy. Ci spingiamo a vicenda per tirare fuori il meglio di noi stessi, dal più grande al più piccolo. Mi piace molto lavorare in questa atmosfera”.
“Non si può mai sapere con certezza se succederà, ma ho sempre creduto nelle mie qualità, anche se ci sono stati momenti di dubbio. Sapevo di avere le capacità per giocare a questo livello, aspettavo solo il momento giusto per dimostrarlo. Negli ultimi anni abbiamo lavorato bene per prepararci a eventi come questo. Certo, quando succede così c’è sempre un po’ di sorpresa, ma non troppa. Si vede anche dalle mie emozioni in campo: c’è controllo, non euforia. Il mio livello è già buono, ma so che posso ancora giocare meglio. I miei avversari renderanno le cose dure, ma so di poter esprimere ancora un livello migliore”, conclude Blanchet.
