Una vittoria, un sorriso e un compleanno speciale sotto i riflettori di Flushing Meadows. Jasmine Paolini festeggia così il passaggio al terzo turno degli US Open, confermando un 2025 fatto di sfide, cadute, ma anche di una straordinaria capacità di rialzarsi.
Dopo il successo al secondo turno, l’azzurra si è intrattenuta con i giornalisti raccontando emozioni, difficoltà e obiettivi. «Giocare la sera è bellissimo – spiega –. Mi piace l’atmosfera, l’anno scorso ero scesa in campo sempre alla stessa ora e avevo già buone sensazioni. Oggi è ancora meglio: il pubblico, le luci, e anche l’outfit, che rende la serata speciale».
Ora però lo sguardo si sposta subito alla prossima sfida, contro Marketa Vondrousova, campionessa di Wimbledon: «È un’avversaria difficilissima – dice Paolini –. È mancina, ha un’ottima mano, gioca un grande tennis e sa muovere bene la palla. Per batterla dovrò alzare il livello e mantenere la concentrazione su ogni punto. Sarà un match tosto, di quelli che ti fanno crescere».
Una stagione fatta di alti e bassi
Il 2025 non è stato un anno lineare. C’è stata la finale di Cincinnati, tra le pagine più luminose, ma anche settimane complicate. «Sicuramente la stagione sull’erba è stata il momento più difficile – ammette –. Dopo il debutto con Jabeur sono arrivati molti dubbi. L’erba è una superficie che perdona poco, poi è arrivato anche il cambio di coach e la settimana faticosa a Montreal. In quel momento ho avuto bisogno di chiudermi nel mio team, con la mia famiglia, le persone che mi vogliono bene. È stato così che sono ripartita».
Un contrasto forte con la primavera: «A Parigi, ad esempio, la situazione era diversa perché venivo dalla vittoria a Roma. Mi sentivo bene, in fiducia. Sull’erba invece ero stanca, avrei dovuto probabilmente saltare Berlino per ricaricare energie. Non l’ho fatto, e questo mi ha complicato tutto, sia a livello fisico che mentale».
Oltre ai risultati, la tennista toscana sottolinea come questa stagione sia stata anche un cammino personale: «Ho affrontato tanti cambiamenti, alcuni inediti per me, e questo mi ha permesso di conoscermi meglio. All’inizio cercavo di darmi troppe informazioni da sola, nel tentativo di aiutarmi. Ma a volte si rischia di creare solo confusione. Ora sto trovando la quadra, un equilibrio che mi fa stare meglio in campo e fuori».
All’inizio della trasferta nordamericana, Paolini aveva detto che Federico Gaio della FITP le avrebbe dato una mano, insieme con Sara Errani, fino alla fine dello US Open. Ora però pare che la collaborazione continuerà fino a novembre: «Per la prossima stagione ci sarà da organizzarsi, ma per ora va bene così. Ho una buona squadra e ci troviamo bene. È anche un periodo di conoscenza e crescita personale, perché ho affrontato cambiamenti che non avevo quasi mai fatto. Mi sto conoscendo meglio e capendo cosa voglio. Non è stato facile, ma credo che serva a crescere».
L’obiettivo Finals
E le ambizioni non mancano: «L’obiettivo principale, quando entro in campo, è sempre quello di esprimere un buon livello di tennis – racconta –. Ma naturalmente le Finals sono nella mia testa. Sarebbe un sogno, anche se so bene che è molto difficile arrivarci. Ci proverò fino in fondo, finché avrò una chance».
Alla fine dell’incontro, Paolini è andata a bordocampo a scambiare un “cinque” con Ray Giubilo, il decano dei fotografi italiani di tennis che pochi giorni fa aveva pubblicato una fotografia particolarissima di Jasmine nella quale si vedevano i tratti del suo viso attraverso il marchio della racchetta:
Le è stato allora chiesto se potesse scegliere le tre foto che sceglierebbe da appendere in camera: «Questa di Ray a New York, con l’atmosfera iconica di notte. Poi quella della semifinale di Wimbledon, quando mi giro verso il mio angolo. E naturalmente Roma, con il sorriso e la coppa al Foro Italico. Sono momenti che custodisco e che mi danno la forza di andare avanti».