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Editoriali del Direttore

US Open: Ruud, Rune, Mensik, tutti sbattuti fuori da tennisti fuori dai primi 100. Perdenti abituali?

Gli autori delle sorprese un belga n. 107, un tedesco n. 144, un francese n.184. Darderi e Paolini vincono mentre Bellucci, appena 4 game con Alcaraz, proprio non poteva. Oggi Sinner, Musetti e Cobolli favoriti per approdare al terzo turno

Last updated: 29/08/2025 9:15
By Ubaldo Scanagatta Published 28/08/2025
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13 Min Read
Holger Rune in action during a men's singles match at the 2025 US Open on Wednesday, Aug. 27, 2025 in Flushing, NY. (Manuela Davies/USTA)

Dopo Ruud anche Rune. I due stanno diventando due perdenti fissi nei grandi appuntamenti dopo aver – neppure tanto tempo fa – sollevato entusiasmi e speranze presso i loro connazionali del Nord Europa.

Il norvegese è uno che è stato a un passo dal diventare n. 1 del mondo e lui per primo sembra essersene dimenticato, figurarsi noi. Ha raggiunto tre finali Slam, mica una – e inoltre anche una finale alle ATP Finals torinesi – dimostrandosi oltretutto pure un giocatore piuttosto completo se questi risultati li ha ottenuti su tre superfivi diverse, terra rossa, cemento outdoor, cemento indoor. Non sono davvero risultati da poco.

Il danese invece è stato considerato fino a due anni fa la più degna alternativa ai due marziani Sinner e Alcaraz, alcuni lo vedevano perfino assai più talentuoso del “nostro” e invece, così come Ruud, anche lui è uscito dai top-ten e se continua così difficilmente ci rientrerà. Quanto sta accadendo ai due Ru, ma anche a Medvedev, un Ru anche lui anche se solo per la nazionalità, non era davvero ipotizzabile due, tre anni fa. 

Ma quanto accade di inatteso ci invita… a mo’ di esempio a contrario a ringraziare i nostri Dei e a non dare nulla per scontato, proprio come Jannik Sinner lavorando giorno dopo giorno. Dobbiamo considerarci fortunati di poter contare sulla serietà e solidità mentale del nostro campione che grazie alla sua continua ricerca della perfezione e della cura di ogni singolo dettaglio è riuscito a mettere insieme prima l’approdo al primo posto del ranking mondiale fin dal 10 giugno del 2024 e poi alla sua conservazione per 64 settimane consecutive (dato del 25 agosto). Non poche davvero se dei 29 n. 1 succedutisi sul trono dell’ATP, soltanto 11 vi sono stati più a lungo di lui:

  • Novak Djokovic – 428 settimane
  • Roger Federer – 310 settimane
  • Pete Sampras – 286 settimane
  • Ivan Lendl – 270 settimane
  • Jimmy Connors – 268 settimane
  • Rafael Nadal – 209 settimane
  • John McEnroe – 170 settimane
  • Björn Borg – 109 settimane
  • Andre Agassi – 101 settimane
  • Lleyton Hewitt – 80 settimane
  • Stefan Edberg – 72 settimane
  • Jannik Sinner – 64 settimane (in corso)

Insomma, se Jannik dovesse rivincere lo US Open – oppure anche fare un solo turno più di Alcaraz qui a New York respingendone così l’assalto – si avvicinerebbe notevolmente alle 72 settimane del regno Edberg. Ci sarebbero ancora cambiali pesantucce da qui alla fine dell’anno, soprattutto per via delle finali ATP di Torino vinte l’anno scorso, ma di certo Jannik sembra proprio refrattario a quel tipo di crisi di cui sono invece rimasti vittime sia Ruud sia Rune (più Medvedev, campione di uno Slam, finalista in altri cinque, nonché ex n. 1 del mondo).

Stasera (intorno alle 19-20) Sinner, che perfino quando domina il ceco di primo turno Kopriva nei primi due set (61 61) è capace di dirti – e il bello è che io non giurerei che non lo pensi – che anche all’inizio del terzo set “dovevo stare attento e concentrato perché le partite possono cambiare quando meno te l’aspetti”, non sottovaluterà certamente Popyrin, l’australiano che ha dimostrato qualità di top20 (lo era fino a un paio di settimane fa, anche grazie ai meccanismi alterati delle classifiche) e che proprio qui a Flushing Meadows sorprese l’anno scorso il Djokovic campione olimpico a Parigi.

Popyrin aveva anche trionfato nell’Open del Canada del 2024. Vero che, proprio a causa della vicinanza con le Olimpiadi appena concluse, si erano registrate numerose assenze. Ma vincere un Masters non è da tutti nemmeno quando certe circostanze sono favorevoli.

Io mi ricordo un gran match di Popyrin allo US Open del 2019 sul campo 17 contro Matteo Berrettini, che era un signor Berrettini, tant’è che dopo aver battuto l’australiano 64 64 67 76 poi raggiunse la sua prima semifinale in uno Slam e per tutto il primo set mise in difficoltà Rafa Nadal, che avrebbe poi vinto il torneo. Lo scorso anno a Bercy Popyrin si è preso la rivincita su Berrettini, che lo aveva battuto anche a Vienna. E Sinner non avrà certo dimenticato che la sola volta che ha affrontato Popyrin, al primo turno del torneo di Madrid 2021: ci perse 76 62. Vero che il Sinner del 2021 non era quello di tre anni dopo e di oggi, ma insomma certe lezioni a volte lasciano il segno.

Lorenzo Musetti scenderà in campo alle 17, primo match sull’Armstrong. David Goffin, ex top-ten, oggi 34enne, dovrebbe fare meno paura di una volta. Ha indubbia classe il belga che è stato anche lui finalista alle finali ATP di Londra nel 2017. E’ un giocatore dal tennis leggero, cioè di quelli che sulla carta potrebbero dar meno fastidio a Lorenzo… ma non è proprio così se lo scorso anno a Shanghai è stato il veterano belga a prevalere e tre anni fa proprio qui a Flushing Meadows nel giorno del mio compleanno la loro fu una battaglia terribile, vinta da Lorenzo in clamorosa rimonta soltanto 7-6 al quinto e per 11-9 nel supertiebreak, dopo che Goffin servì tre volte invano per il match arrivando a due punti dalla vittoria. Noi raccontammo quel match così (Lorenzo aveva vinto anche il primo duello al Roland Garros nel 2021). Diciamo che da allora Musetti è cresciuto e Goffin… invecchiato. Questo dovrebbe fare la differenza, anche perché si gioca tre set su cinque e in un’ora calda.

Gioca più tardi invece Cobolli contro Brooksby. Sulla carta un avversario abbordabile, purchè Flavio non faccia 58 errori come contro l’amico Passaro. Però, anche in questo caso, Cobolli, che ha un anno meno dell’americano oggi classificato n. 92 (ma dopo diversi problemi fisici), perse a Roma nel 2022.

Quel che mi preoccupa è che è da quando è uscito il sorteggio che si è parlato di un possibile, e addirittura probabile, derby azzurro al terzo turno per arrivare ai quarti e a un altro derby, contro Sinner. Beh, non sono superstizioso, ma quando si invoca come probabile una situazione accade spesso qualche imprevisto. Mi auguro non succeda questa volta.

A seguito del forfait di Draper che ha dato via libera a Bergs, chi approderà agli ottavi in quella zona di tabellone avrà uno fra Diallo e Munar, oppure Bergs che è giunto al terzo turno dopo aver battuto soltanto il cinese di Taipei Tseng. Insomma, un posto nei quarti per Musetti in termini di classifica è il risultato più probabile, e come seconda probabilità toccherebbe a Cobolli. La sola testa di serie in quel settore è rimasto Diallo, n. 31 (che al primo turno ha battuto Dzumhur a fatica 7-6 4-6 7-5 7-5. Se uno dei due italiani raggiungesse i quarti potrebbe affrontare – e sarebbe davvero probabile – Sinner che dopo Popyrin avrebbe forse Shapovalov e in ottavi o Bublik o Paul. Un eccitante quarto di finale tutto italiano garantirebbe ovviamente un semifinalista azzurro all’US Open… che invece non sarebbe più un risultato troppo eccitante per come ci siamo abituati negli ultimi tempi. Viziati!

Intanto gli azzurri, da 12 che erano, sono rimasti in 5 in tutto. I tre di cui ho appena parlato, Darderi che ha battuto Spizzirri soffrendo un po’ dopo aver dominato il primo set e che dovrà cercare di far meglio di Bellucci contro lo stesso “marziano” Alcaraz e quasi certamente sullo stesso campo “impressionante” per i neofiti: l’Arthus Ashe. Quattro azzurri più Jasmine Paolini. Che ci ha raccontato come il suo momento più difficile quest’anno – nel quale era costretta a cercare di confermare lo straordinario 2024 – era venuto insieme al divorzio da Renzo Furlan e da sette anni di lavoro fraterno con la stagione sull’erba. Dopo il successo a Roma, infatti, alcune insicurezze erano scomparse, salvo ripresentarsi dopo il torneo di Berlino (“Non avrei dovuto andarci…”) e le negative performance sull’erba. “Meno male che poi a Cincinnati è andata come è andata – finale e gran lotta con la Swiatek dopo aver battuto due campionesse Slam, Krejicikova e Gauff – e ho ritrovato serenità e cancellato un po’ di confusione che mi ero fatta”. L’intera intervista la trovate qui, così come quella di Bellucci.

Io, dDopo il doppio incidente sui due bus odierni – stamani il bus d’andata a Flushing è stato tamponato e siamo dovuti scendere da quel bus e salire su un altro, quello di stanotte è stato centrato da un’altra auto dopo che eravamo stati in coda per oltre un’ora per un altro incidente avvenuto prima del MidTunnel, è stata un’impresa trovare un taxi per evitare 40 minuti a piedi – me ne vado a letto perché fra poche ore devo tornare a Flushing per via del maledetto orario che ha messo Musetti Goffin in campo sull’Armostrong alle 11 locali. Ci sarebbero state tante altre cose da scrivere, dal Djokovic insoddisfatto del suo gioco – vedi qui l’intervista – ma vittorioso dopo un primo set preoccupante – contro Norrie ha un buon record ma basterà? – da Fonseca che ancora è troppo acerbo per battere un buon Machac che gli rifila tre set a zero, da il belga Collignon che conoscemmo e apprezzammo in Davis a Bologna e ha “fatto fuori” Ruud (75 al quinto) alla prese con una crisi psicologica non banale, dal vecchio Struff della scuderia Tschabushnig che ha sorpreso con lo stesso 75 al quinto Rune, con Nakashima sconfitto dallo svizzero Kym così come la Samsonova dalla Hon (australiana, non svizzera…), mentre la campionessa di Wimbledon di 3 anni fa, Vondrousova, battendo la Kessler – non una delle gemelle… – si è guadagnata un duello con la nostra Paolini. Una campionessa di Wimbledon contro una finalista…Attenzione Jasmine.

Ci sono state scintille fra due tipe da prendere con le molle e alla fine Ostapenko ha perso contro Townsend (qui il racconto della vicenda con video annessi). Facevano 70 anni in due Azarenka e Pavlyuchenkova. Ha vinto Vika fra un urletto e l’altro, mentre l’irriducibile Bonzi rimontava due set di handicap a Giron. Buongiorno a voi, buonanotte a me. Ma non ditelo al mio dottore che si era raccomandato che non mi strapazzassi.

US Open, le teste di serie uscite al secondo turno finora

MEN
[11] Rune (vs Struff, 7-6(5) 2-6 6-3 4-6 7-5) 
[12] Ruud (vs Collignon, 6-4 3-6 3-6 6-4 7-5)
[16] Mensik (vs Blanchet, 6-7(2) 7-6(5) 3-6 6-4 7-6(7)) 
[18] Davidovich Fokina (vs Rinderknech, 6-4 3-6 2-6 6-2 6-3)
[30] Nakashima (vs Kym, 4-6 7-6(2) 7-5 4-6 7-6(8))

WOMEN
[16] Bencic (vs Li, 6-3 6-3)
[17] Samsonova (vs Hon, 4-6 6-3 6-2)
[25] Ostapenko (vs Townsend, 7-5 6-1 con controversia post match)
[30] Kessler (vs Vondrousova, 7-6(7) 6-2)


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