Ancora Sinner-Alcaraz, come al Roland Garros, come a Wimbledon. Anche all’US Open. Chi vincerà la “bella”? Una “bella” che oltre ad assegnare l’ultimo Slam della stagione – con Alcaraz che finora ne ha vinti in tutto 5 e Sinner 4, e con i due marziani cui non è sfuggito nessuno degli ultimi 7 Slam – deciderà se Sinner resterà n.1 del mondo per la sessantaseiesima settimana di fila (dal 10 giugno 2024) oppure se tornerà sul trono del tennis Alcaraz.
Intanto, come anticipato nei giorni scorsi, questa terza loro finale consecutiva fa già storia, perché nel tennis Open (cioè dal 1968) non era mai successo che gli stessi due giocatori si trovassero di fronte in 3 finali in uno stesso anno. Per trovare una circostanza simile bisogna risalire al 1964, quando ancora professionisti e (finti) dilettanti giocavano in due circuiti separati e i due australiani, spesso compagni di doppio, Roy Emerson e Fred Stolle si ritrovarono avversari in tre finali Slam proprio come adesso Alcaraz e Sinner. In carriera Emerson ha vinto 12 Slam, 6 Australian Open e 2 ciascuno degli altri tre Slam, mentre Stolle ne ha vinti 2, un Roland Garros e un US Open (più 17 altri Slam fra doppi maschili e misti, 19 in tutto!), ma viene beffardamente più ricordato per aver disputato 3 finali consecutive a Wimbledon (1963, 1964, 1965) e averle perse tutte.
In fondo tutti si aspettavano che a Flushing Meadows 2025 la finale sarebbe stata Sinner Alcaraz già fin dalla vigilia del torneo e a maggior ragione ieri. Ciò sebbene sulla carta la semifinale più incerta e combattuta nelle previsioni generali avrebbe dovuto essere Alcaraz-Djokovic e invece è stata di gran lunga Sinner-Auger Aliassime. Questo è stato decisamente il miglior match del torneo (che di granchè belli per la verità non ne ha offerti che pochissimi, Cobolli-Brooksby è stato uno dei pochi), con una quantità davvero notevolissima di punti altamente spettacolari e con il punteggio finale (61 36 63 64 in 3h e 19 m) che premia il tennista migliore, Jannik Sinner, ma che non rende sufficiente giustizia all’equilibrio che c’è stato e alla sorprendente performance del canadese che a Cincinnati, appena tre settimane fa, aveva raccolto soltanto due game.
Ma Aliassime, n.29 del mondo ma ex n.6, stavolta forse voleva farsi un regalo di matrimonio – si sposa fra due settimane in Marocco – e ha giocato una delle migliori partite della sua carriera, pur perdendola in 4 set. E nessuno se l’aspettava soprattutto dopo che il primo set (6-1) se lo era aggiudicato, dominandolo, Jannik con un punteggio che ricalcava il match di Cincinnati con Aliassime che in 3 set fra là e qua, aveva fatto tre game. Ma il canadese ha avuto ben 10 pallebreak (di cui 5 fra secondo e quarto game del quarto set, quando era ancora in piena corsa) anche se ne ha trasformata una sola, quella sul 4-3 del secondo set che gli dato l’abbrivio per aggiudicarselo.
Sinner giocherà contro Alcaraz la quarta finale Slam dell’anno, come era riuscito soltanto a Laver, Federer e Djokovic. Laver nel ’69 fece il bis del ’62 vincendo tutte le quattro finali, mentre Federer perse da Nadal quelle del Roland Garros 2006 e 2007 e quella del 2009 con Rafa in Australia e del Potro a New York, Djokovic ha fatto 3 volte quattro finali, quelle del 2015, 2021 e 2023, perdendo a Parigi da Wawrinka, a New York da Medvedev e a Wimbledon da Alcaraz. Il rimpianto per i 3 matchpoint mancati da Jannik al Roland Garros, per tutti noi suoi tifosi, è inevitabile: ne avesse trasformato uno oggi si parlerebbe di una buona possibilità per lui di realizzare il fatidico Grande Slam senza dover più rispolverare i due quadrupli trionfi di Rod Laver. Sarà per un’altra volta, speriamo.
Ora tutti chiedono a noi addetti ai lavori chi sia il favorito domenica alle 20 italiane. Verrebbe voglia di rispondere come la Sibilla cumana: Alcaraz non ha perso un set in tutto il torneo, Sinner ne ha persi due, uno ciascuno con Shapovalov e con Aliassime, ma sul cemento ha colto molti più risultati. E giocare alle 14 americane, di pomeriggio dunque, dovrebbe favorirlo. Se sta bene. Ma quanto stia bene non si sa.
Nei confronti diretti, influenzati dai 5 successi consecutivi di Alcaraz prima della vittoria di Sinner a Wimbledon, lo spagnolo conduce 9-5 per me che conto anche il successo nel challenger di Alicante (era un torneo vero…come lo sono tutti i challenger) e non conto invece il 5-0 e ritiro di Sinner a Cincinnati.
Ai confronti diretti, se non a senso unico – tipo Djokovic-Fritz 11-0 – do importanza relativa. Proprio quanto accaduto nella notte fra Sinner e Aliassime, mostra quanto in 3 settimane – fra Cincinnati e New York – le cose possano cambiare radicalmente. Questo Aliassime di New York non era lontano parente di quello di Cincinnati. E se in due partite vinte da Alcaraz Sinner ha avuto matchpoint, non dico che quel 9-5 sia proprio uguale a un 7-7 però non è un bilancio che esprima una vera superiorità.
E allora bisognerebbe rifarsi o a quanto visto oggi o alla caratteristiche tecniche dei due rivali che…continuano a dimostrare, torneo dopo torneo, che …non hanno rivali. La ripetizione è voluta.
Le indicazioni del venerdì a Flushing sono contraddittorie. Pur battendo in 3 set Djokovic (64 76 62) Alcaraz non mi aveva favorevolmente impressionato. Anzi. Djokovic non era stato all’altezza e Carlos stesso aveva ammesso per primo ancora sul campo che “il livello non era stato buonissimo”. Del resto i suoi 30 errori gratuiti erano lì a dimostrarlo. Djokovic perdeva tutti gli scambi prolungati, sbagliava dritti e rovesci non da lui, non è mai stato in corsa nel primo set nel quale ha subito un break nel primissimo game e stava per andare sotto 3-0 e quando ha perso il secondo set al tiebreak -7-4 dopo aver fatto un solo punto sul proprio servizio quando era già sotto 5 punti a 3 – si è certamente reso conto che a 38 anni rimontare un handicap di due set a Alcaraz era una chimera. Così nel quarto game del terzo set ha fatto 2 doppi falli e buonanotte sonatori. Monica Seles che era venuta a incoraggiarlo, e forse ad azzardare anche qualche consiglio, non poteva fare miracoli.Quindi Alcaraz aveva avuto un compito tutt’altro che improbo. Ma non aveva entusiasmato.
Ero uscito dall’Ashe dopo quei tre set poco eccitanti pensando che con quell’Alcaraz lì, che sbagliava così tanto anche palle piuttosto facili e nonostante un Djokovic così dimesso, Sinner sarebbe stato fortemente favorito domenica. E ciò sebbeme Alcaraz nel torneo non abbia fin qui perso un set.
Se Carlos riuscisse a vincere il torneo battendo 3 set a 0 anche Sinner lui sarebbe il primo nell’era Open a mantenere la casella dei set persi immacolata; nel ’60 Neale Fraser e nel ’56 Ken Rosewall vinsero a New York senza mai perdere un set, ma non era tennis Open.
Però purtroppo il Sinner visto contro Aliassime, anche se ha colto la vittoria n.300 e la n.27 di fila sul cemento negli Slam, mi ha instillato più di un dubbio. Merito anche di Aliassime, certo, ma anche lui come Alcaraz non mi è sembrato troppo brillante. Le prime di servizio sono state sotto al 50% . per lunghi tratti vicini al 40% e anche lui ha commesso diversi errori gratuiti: 22. Il dato degli errori non forzati non è oggettivo, dipende dal giudizio di chi li segna. Ma nella loro partita il pallino lo ha avuto spesso Aliassime e quando era lui a forzare non penso che i punti persi da Jannik venissero catalogati come errori non forzati. Quindi quei 22 errori erano probabilmente proprio suoi gratuiti. Non pochi, insomma, per gli standard abituali di Sinner.
Insomma poiché Alcaraz dovrà giocare meglio che con Djokovic se vuole vincere questo torneo e Sinner dovrà giocare meglio che con Aliassime se vuole raggiungere lo stesso risultato, credo che giocare sul cemento e nel pomeriggio quando la palla cammina di più possa essere l’aspetto più importante. E questo favorisca leggermente Jannik.
C’è un però…però. Ed è la condizione fisica di Jannik. Il suo allenatore si è affannato a minimizzare il problema al muscolo addominale, il dolorino avvertito avrebbe influenzato alcuni servizi ma non più nel finale, mentre Sinner in conferenza stampa ha parlato di problema allo stomaco. Ma probabilmente si è espresso male. I muscoli addominali sono una brutta bestia per un tennista che ha bisogno di sparare servizi costantemente sopra i 200 km orari. Matteo Berrettini potrebbe raccontarvelo meglio di me (che pure da tennista di seconda categoria ho avuto periodi in cui ne ho sofferto e ho giocato con una cintura nera da motociclista sotto alla maglietta, con tanto di stecche). Se Jannik, che è sempre stato persona molto sensibile al dolore, avesse un problema più serio di come lo ha dipinto Vagnozzi non lo direbbe, anche per non dare un mini-vantaggio ad Alcaraz. Quindi non resta che augurarsi che serio il problema non sia. Perché per battere Alcaraz Sinner deve essere – e sentirsi – al 100%.
Donald Trump, 25 anni dopo Bill Clinton, al 90% sarà presente alla finale maschile Sinner-Alcaraz. Con la moglie Melania aveva assistito l’ultima volta alla finale del 2014, Cilic vs Nishikori . Secondo “rumours” colti da Ben Rothenberg e pubblicati su Bounces, Tramp sarebbe stato invitato da Rolex (sponsor di tutti i tornei dello Slam) che ha una lussuosa suite sull’Ashe Stadium.
P.S. Tengo infine a chiarire, in relazione al video che ho registrato e pubblicato sul canale Ubitennis di YouTube e soprattutto a una seconda riga di titolo troppo pesante “Djokovic ritirati!”, che mi rendo perfettamente conto del fatto che Nole è comunque riuscito quest’anno a giocare 4 semifinali in quattro Slam ed è quindi il terzo tennista del mondo, anche se la classifica ATP lo vedrà lunedì solo al quarto posto (ha giocato così poco…). Ed è molto difficile – lui infatti non ci pensa nemmeno! Me lo ha detto quando è uscito dalla sala conferenze salutandomi con un gran sorriso (“Ubitennis, ciao”)– che chi è il terzo tennista del mondo pensi a ritirarsi. Però io mi chiedo: un campione orgoglioso come Nole, che ha vinto tutto quel che ha vinto, più di chiunque altro, che soddisfazione può avere ad accontentarsi di arrivare in semifinale ad uno Slam se tutto va bene. E’ concreto anche il rischio che invece di centrare semifinali l’anno prossimo, a 39 anni, si trovi a perdere nei quarti o negli ottavi, qui o là. E allora? Purtroppo quello del 25mo Slam non è più un traguardo alla sua portata, lui stesso quando dice che Sinner e Alcaraz sono troppo più forti e poi aggiunge che i 3 su 5 sono ormai una distanza troppo dura. Io ammiro talmente il grande campione che è stato che di vederlo trascinarsi perdente nei tornei che prima vinceva o poteva vincere, mi procura tristezza. Vorrei continuare a vederlo giocare se lo immaginassi sempre potenzialmente vincente. In caso contrario no. Proprio perché ho rispetto della sua storia leggendaria. Che stacchi Margaret Court conta zero. Lui ha staccato di due Slam Nadal, di quattro Federer, questo è quello che conta.
