Simone Vagnozzi festeggia la quarta finale Slam di questo 2025 di Jannik Sinner. L’en plein del numero 1 del mondo lo consacra come il giocatore più giovane a riuscirci nell’Era Open. Il coach marchigiano si presenta davanti ai microfoni per analizzare la semifinale vinta dall’azzurro su Felix Auger Aliassime con il punteggio di 6-1 3-6 6-3 6-4. Il problema all’addome accusato all’inizio del secondo parziale non preoccupa, così lo sguardo è già verso l’ultimo atto. A separare Jannik Sinner dalla conferma del titolo del 2024 c’è il solito Carlos Alcaraz. In palio vi è pure la vetta del ranking. Chi vince prende tutto. Vagnozzi si sofferma sugli aspetti tattici da migliorare in vista della finale e, interrogato dal direttore Ubaldo Scanagatta sul piano gara messo a punto per la sfida contro il canadese, parla anche delle possibili variazioni.
D: Complimenti. Quattro finali Slam su quattro in questo 2025: Jannik Sinner è il più giovane a riuscirci nell’era Open. Nel vostro team c’è questa consapevolezza che state scrivendo la storia di questo sport?
SIMONE VAGNOZZI: “Sicuramente è qualcosa di fantastico. Stasera è stato un match durissimo. Ogni tanto servono match così per apprezzare ancora di più il percorso. Quando sei dentro è come una ruota che gira e ti senti sballottato da tutte le parti. Non diamo nulla per scontato; arrivare a un’altra finale è davvero incredibile. Vediamo domenica“
D: Guardando al percorso di Jannik sino a questa finale, oggi è stata, come hai detto, una partita complicata in cui hai dovuto anche accettare un avversario in grande condizione. Penso anche alla partita difficile con Shapovalov: ha dovuto superare delle difficoltà. Che Jannik arriva a questa finale?
SIMONE VAGNOZZI: “Penso che ci abbia abituati bene, perché di solito le difficoltà sono poche. È normale averne durante un torneo del genere. Arriva con tanta fiducia, con tutto l’anno giocato molto bene. Sarà un match difficilissimo con Carlos che sta giocando altrettanto bene. Sarà uno spettacolo domenica“
D: Simone, cosa è successo stasera? Era un problema meccanico, fisico, di gestione? Come l’avete superato?
SIMONE VAGNOZZI: “Ha avuto solo un po’ di fastidio all’addominale a un certo punto, ma trattandolo col fisioterapista è andato via, quindi penso non sia niente di grave. Quando è rientrato dal trattamento, nei primi game non sapeva bene come stava e non forzava molto. Poi ha iniziato a forzare e il servizio migliorava, quindi credo sia abbastanza tranquillo per domenica“
D: L’altro giorno le telecamere dello US Open hanno inquadrato un momento divertente tra voi e il team prima della partita precedente. Questo clima, quanto aiuta ad affrontare la pressione di un torneo importante come questa e a far sentire Jannik, per quanto straordinario sia, comunque un normale ragazzo di 24 anni?
SIMONE VAGNOZZI: “Cerchiamo di viverla nella maniera più tranquilla possibile. Alla fine è il lavoro, ma anche un divertimento e la nostra passione. Siamo dei privilegiati ad essere qui, a vivere queste emozioni, e dobbiamo godercele il più possibile“
D: Simone, veniamo da Cincinnati, che poi è finito con un infortunio. Tornando a Wimbledon, a un certo punto Alcaraz si era girato verso l’angolo e aveva detto “Non riesco a tenere il suo ritmo, tira troppo forte per me”. Secondo te, cosa significa questo? Cosa potrà portare di diverso in questa partita, considerando che la superficie è diversa?
SIMONE VAGNOZZI: “Spero che lo dica anche domenica. Sarà comunque un match complicatissimo, come sempre. Sicuramente Carlos proverà a fare qualcosa di diverso rispetto alla finale di Wimbledon, quindi dobbiamo prepararci. Domani sarà importante mettere giù qualche idea tattica. Poi bisogna andare a giocare, godersela, scendere in campo con la tranquillità di aver fatto un ottimo torneo, spingere e vedere come va“
D: Tra due grandi campioni che si conoscono da tempo, c’è ancora la possibilità di trovare qualcosa di nuovo, una tattica che possa sorprendere l’avversario?
SIMONE VAGNOZZI: “Gli aggiustamenti ci sono sempre, anche durante la partita. Bisogna essere sempre pronti. Carlos può variare molto e adottare tattiche diverse, quindi bisogna prepararsi bene, entrare in campo e cercare di eseguire ciò che si è preparato“
D: A proposito di tattica, Jannik ha detto: “Il tennis di oggi sta diventando sempre più tattico”. Ci puoi spiegare meglio questo concetto?
SIMONE VAGNOZZI: “Penso sia più Jannik che sta diventando tattico che non lo sport in generale. Jannik ha sempre giocato su sé stesso, fino a qualche anno fa, ora invece riesce a giocare anche sui punti deboli dell’avversario, e questo è certamente cambiato nel suo gioco. La palla va talmente veloce che è difficile fare tanti cambiamenti, ma anche stasera abbiamo visto delle palle più liftate sul rovescio di Aliassime per aprirsi l’angolo. Cerchiamo sempre qualche soluzione per mettere in difficoltà l’avversario“
D: Durante la partita hai detto a Jannik, alla fine del secondo set: “Forza, Jan, devi essere un giocatore di poker”. Cosa intendevi?
SIMONE VAGNOZZI: “A volte sei stanco e non devi farlo vedere all’avversario. Oggi, a un certo punto durante il secondo set, è calata un po’ l’energia e, se l’avversario vede questo, può prendere energia a sua volta. Bisogna essere abili a mascherare le emozioni e le condizioni fisiche, come è successo a Jannik oggi“
SCANAGATTA: Aliassime era un giocatore di incontro e mi sembrava che Jannik tirasse sempre più forte. Io mi aspettavo che ogni tanto potesse liftare o tagliare. Voi la pensavate così?
SIMONE VAGNOZZI: “Durante la partita avevamo consigliato di fare qualche kick in più per iniziare lo scambio in vantaggio. Poi è arrivato il problema fisico; aveva più fastidio quando lanciava la palla dietro e doveva distendersi col corpo. Penso sia stato ordinato, forse a un certo punto ha giocato troppo in centro e Aliassime ha iniziato a giocare col dritto sventaglio, che gli ha fatto molto male. Quando l’altro serve come ha fatto Aliassime nel secondo set e poi tira forte subito, non è facile cambiare altezze e ritmo“