Simone Tartarini – il coach di Lorenzo Musetti, attuale numero 9 del ranking mondiale – ha concesso una lunga ed interessante intervista a Margherita Sciaulino per rivistaundici.com nel corso della quale lo storico allenatore del carrarino ha affrontato diversi temi, partendo dall’infortunio subito nel corso della semifinale del Roland Garros con Carlos Alcaraz, che ha di fatto interrotto la crescita di Lorenzo sul più bello, spezzando in due la sua stagione:
“All’inizio speravamo che l’infortunio fosse più leggero“, ha raccontato Tartarini “invece è stato costretto a saltare sia il torneo di Stoccarda che il Queen’s, due tornei molto importanti soprattutto in vista di Wimbledon, dove Lorenzo difendeva la semifinale. Ma quando siamo arrivati a Londra devo dirti che ero abbastanza tranquillo, perché nei primi giorni di allenamento a Wimbledon Lorenzo ha giocato in maniera perfetta, le prospettive erano buone. Mi ricordo il match di allenamento con Draper: era andato benissimo, come se lo stop non ci fosse mai stato. Poi purtroppo il giovedì prima del torneo si è preso un virus e fino alla domenica ha avuto una fortissima dissenteria. Ha perso tre chili in quattro giorni, non riusciva a stare in piedi”.
A proposito della sconfitta con Sinner nei quarti di finale dello US Open Tartarini ha invece dichiarato: “Sul veloce Lorenzo ha un po’ un pregiudizio mentale. Quindi secondo me non è tanto il giocatore tra Alcaraz e Sinner ad aver fatto la differenza, ma la superficie. Con Sinner ha sofferto tanto perché sul cemento non si sente a suo agio come sulla terra, dove invece ha trovato Alcaraz. Quindi è un problema di convinzione, di consapevolezza. Agli US Open è partito troppo male nel match con Sinner, il primo set è stato un disastro. Nel secondo set poteva cambiare tutto perché ha avuto diverse chance per fargli il break. Ma quelle occasioni le ha gestite male”.
“Sapeva di essere lui a rincorrere e non si sentiva tranquillo. Aggiungiamoci pure il fatto che Sinner, come sempre, è stato di una solidità impressionante e fare punto contro di lui in quei casi è difficilissimo. Per me il problema non è stato a livello tecnico o tattico, era bloccato mentalmente. Abbiamo preso uno schiaffone ma questo ci ha fatto capire che per alzare l’asticella c’è bisogno ancora di tanto lavoro”.
I grandi risultati del 2025 potrebbero però consentire a Lorenzo di qualificarsi per le Nitto ATP Finals di Torino. Sempre Tartarini: “Le ATP Finals sono più vicine ma ci sembrano ancora così lontane. Ci dispiace molto per Draper, anche se questo ci dà un chiaro vantaggio. Djokovic invece non si capisce mai cosa vuole fare, quindi per noi resta un “ni” pericoloso da tenere in considerazione. I tornei in Asia sono ancora lunghi e ci sono tanti punti che ballano. Credo che Lorenzo se la giocherà fino all’ultimo, purtroppo per il mio fegato. Andrò al torneo di Bercy con un carico di ansiolitici (ride), perché credo che quel torneo sarà decisivo per lui”.
Infine la chiosa sul fatto che Lorenzo Musetti è cresciuto nello stesso periodo di Jannik Sinner: “Direi che non è stato né un vantaggio né uno svantaggio. Ance se sono coetanei, loro sono sempre cresciuti su binari diversi, non c’è mai stata una rivalità. Lorenzo aveva, e continua ad avere, le sue pressioni personali che non hanno niente a che vedere con Sinner. Per noi lui resta un grande esempio da seguire perché nel tennis guardi sempre chi ti sta sopra. Ma non c’è antagonismo”.