È il 2025 di Amanda Anisimova. La 24enne americana, rientrata ai vertici dopo lo stop per burnout, ha trasformato una rincorsa in stagione-capolavoro: il punto di svolta si è avuto a febbraio, in Qatar, dove ha sollevato il primo WTA 1000 della carriera superando Alexandrova in semifinale e Ostapenko in finale, traguardo che l’ha rimessa nell’élite dopo essere precipitata in classifica durante la pausa.
Quel titolo è stato benzina per i mesi successivi, con la progressione fino alle finali di Wimbledon e New York e, come conseguenza, la qualificazione aritmetica alle WTA Finals di Riyad per la prima volta in carriera. Una traiettoria che parla di continuità e spessore, con un bottino significativo di vittorie contro Top 10 (otto nel 2025, meglio solo Sabalenka). Inoltre, per la prima volta in carriera Anisimova ha raggiunto la finale in due tornei WTA consecutivi a cui ha partecipato.
Al China Open, in semifinale contro la campionessa uscente Coco Gauff, Anisimova ha firmato una vittoria-manifesto: 6-1, 6-2 in 58 minuti, con partenze lampo identiche (5-0 in entrambi i set) e un controllo totale degli scambi. È stata una partita senza fronzoli ma piena di segnali: la pressione costante in risposta ha tolto ritmo a Gauff, mentre il rovescio inside-out ha aperto il campo sul lato di dritto dell’avversaria. Una rivalità che torna: da junior, nel 2017, Anisimova vinse lo US Open battendo proprio Coco Gauff in finale (6-0, 6-2).
«Sono riuscita a offrire una prestazione davvero buona e sapevo che avrei dovuto giocare molto bene contro Coco se volevo vincere. Sono davvero emozionata di essere in finale», ha dichiarato al termine del match la tennista originaria del New Jersey, unica giocatrice quest’anno capace di battere le Big 3 Sabalenka, Swiatek e appunto Gauff.
Dopo il contraccolpo della finale di Wimbledon e il passo avanti di New York, Pechino racconta di una giocatrice che non si sbriciola alla terza settimana d’intensità. Ad attenderla all’ultimo atto Linda Noskova, che ha superato Jessica Pegula.