Ad Olbia (Categoria 125, cemento outdoor) torna un torneo del MEF di Marcello Marchesini, l’ultimo di una stagione molto intensa, ed è sempre un piacere parlarne perché quando organizzano loro sento sempre, anche quando non sono presente, aria di casa. La stessa atmosfera che sentono i giocatori che infatti tornano sempre molto volentieri. Erano otto gli italiani in tabellone ma nessuno di loro ha fatto molta strada, anche a causa di un sorteggio maligno che ha visto due dei nostri migliori prospetti, cioè Lorenzo Carboni (19 anni) e Pigi Basile (18 anni) opposti ad avversari probabilmente ancora fuori dalla loro portata. Carboni si è trovato di fronte Alejandro Tabilo (n. 73 ATP e prima testa di serie) e Basile quel Pablo Carreno Busta (ex n. 10) che non sarà più quello di qualche anno fa ma è tutt’altro che in disarmo come ha dimostrato la scorsa settimana vincendo il Challenger di Villena.
Lollo Carboni, forte del tifo dei suoi conterranei (lui è di Alghero), ha lottato come un leone prima di arrendersi col punteggio di 4-6 6-3 7-6(4) e di ricevere i sentiti complimenti del tennista cileno. E come premio ulteriore intasca il suo nuovo best alla posizione n. 429. Pigi Basile ha quasi sempre tenuto le redini del gioco con bella aggressività, ma contro uno che nel gioco di rimessa è stato un vero maestro ha commesso qualche errore di troppo e alla fine ha perso 6-2 6-7(5) 6-3, lasciando comunque la solita, ottima impressione.
Molto bene Carlo Alberto Caniato, (20 anni da compiere), che all’esordio aveva vinto un match non banale contro il francese Dan Added (n.215) con un doppio 7-5. Poi opposto a Nerman Fatic in una sorta di derby romagnolo (Caniato si allena a Forlì e Fatic è da una vita che vive a Ravenna) ha prima preso vantaggio poi si è fatto rimontare. Il 3-6 6-3 6-3 in quasi due ore di gioco può sembrare severo ma il tutto si è giocato su pochi punti, nei quali il 30enne bosniaco (n.210 ATP) ha fatto valere la sua maggiore esperienza. Ma per Carlo il cammino verso traguardi ambiziosi sembra tracciato, grazie ad un notevole talento naturale, ad ottime doti fisiche e alle amorevoli cure di coach Alberto Casadei e del CT Villa Carpena. Intanto si gode il nuovo best ranking alla posizione n. 445 ATP.
Gli altri italiani sono usciti tutti all’esordio. Parliamo di Francesco Forti, Michele Ribecai, Francesco Maestrelli, Stefano Travaglia ed Enrico Dalla Valle che si sono arresi rispettivamente a Borna Gojo, Dusan Lajovic, Norbert Gombos, Luca Van Assche e Vit Kopriva.
L’unico altro torneo europeo della settimana era il Challenger 50 di Creta (cemento, sesto e penultimo della serie) dove c’erano tre italiani a presidiare il tabellone. Un presidio non invasivo perché in realtà hanno tolto il disturbo in fretta. Raul Brancaccio è stato battuto dal qualificato britannico Max Basing (n.481), a conferma di una stagione tutt’altro che entusiasmante e costellata di troppe uscite al primo turno. Subito fuori anche Jacopo Berrettini che perde il derby contro Fabrizio Andaloro (6-4 6-3). Il quale poi ci prende gusto e batte al secondo turno Ryan Peniston (n. 194 e seconda testa di serie del torneo) col punteggio di 7-5 7-6(2).
Un risultato straordinario per il 24enne messinese che mette la ciliegina sulla torta di un ottimo 2025 che l’aveva già visto conquistare due titoli ITF. Ora deve affrontare un altro britannico, Harry Wendelken (n. 254) rientrato in corsa da lucky loser. Comunque vada Fabrizio ha già ottenuto il suo nuovo best ranking alla posizione n.301 ATP.
Apprezzabile la grinta di Jacopo Vasamì (18 anni a dicembre) che è andato a cercare un raggio di sole nientedimeno che a Shenzhen (Challenger 100, cemento) dove è uscito all’esordio nelle qualificazioni contro il padrone di casa Ye Cong Mo (n.769) che si è imposto nel tie-break decisivo col punteggio di 6-4 5-7 7-6(10), dopo che l’azzurro non è riuscito a sfruttare quattro match point nel tie-break decisivo.