Si chiude con un grande successo di pubblico il Challenger 125 di Olbia (cemento outdoor) che ha visto affrontarsi in finale Pablo Carreno Busta e Luca Van Assche, due bei nomi per un torneo di ottimo livello. Il 34enne spagnolo ha confermato il suo splendido momento di forma, come del resto suggeriva la sua recente vittoria a Villena. Per lui è stato un torneo lungo e complicato con tutte le partite che si sono risolte al terzo set. Dall’altra parte della rete un Van Assche che, interrotta la breve esperienza con Vincenzo Santopadre, è tornato dal suo coach storico Yannick Quéré.
Match interminabile (oltre tre ore) ed estremamente combattuto che si è risolto a favore del francese col punteggio di 7-6(5) 6-7(1) 6-2, deliziando il numeroso pubblico assiepato sugli spalti della Cloto Arena. Per il 21enne, figlio di padre belga e madre italiana, è il primo successo stagionale (il quarto in carriera) dopo un periodo molto negativo (non vinceva dal 2023, esattamente 931 giorni fa) che ha fatto sembrare lontano mille anni luce quella posizione da n.63 in classifica che aveva raggiunto nell’ottobre di due anni fa.
Intanto ritorna alla posizione n.165 ed appare pronto a scalare nuovamente la classifica verso posizioni più consone al suo talento. Risale anche lo sconfitto di giornata (da lunedì di nuovo in top 100, per la precisione al n.97) che probabilmente è arrivato al set decisivo un po’ provato da un torneo per lui durissimo. In considerazione anche del fatto che era reduce da due anni di pressoché totale inattività per un serio problema al gomito. Al momento della premiazione Van Assche ha dichiarato: “Sono un giocatore molto diverso dalla mia ultima vittoria e soprattutto dal mio best ranking di 63 ATP. Sono cambiate tante cose, ci sono stati degli alti e bassi ma non ho mai smesso di lavorare aspirando a risalire il più in fretta possibile. Ora andrò subito a giocare a Brest, poi spero di entrare nell’ATP 250 di Metz e credo che concluderò la stagione con il Challenger di Bergamo”.
Molto soddisfatto anche il patron Marcello Marchesini che traccia un bilancio di questo 2025: “Tenerife, Parma, Perugia, Todi e Olbia. Il 2025 di MEF Tennis Events si è chiuso in Sardegna dopo sei settimane di tornei e un grande lavoro dietro le quinte. È stata una settimana positiva sotto ogni punto di vista e sono contento che questa volta la finale sia stata accompagnata da una giornata di sole meravigliosa. La sinergia con il Tennis Club Terranova ha permesso al torneo di crescere anno dopo anno. Qui lavoriamo con persone che oramai sono diventate amiche, e anche questo fa sì che collaborare sia un piacere”. Archiviata la kermesse sarda, Marchesini è pronto a tornare a Tenerife in attesa di definire la programmazione del 2026: “Veniamo da un anno sicuramente faticoso e colgo l’occasione per ringraziare le mie figlie Elena e Federica oltre a tutto lo staff per il lavoro che fanno. Come ogni anno, mi appresto a tornare alle Canarie dove abbiamo un ottimo rapporto con le istituzioni. Da lì capiremo il prossimo futuro, visto che stiamo aspettando le decisioni dell’ATP per i tornei della stagione che verrà”.
Al Challenger 50 di Creta (cemento) finisce nei quarti di finale l’avventura di Fabrizio Andaloro. Quando il tennista messinese ha perso il servizio, nel terzo gioco del suo match contro Harry Wendelken (n.446), dopo aver maledetto quel sanguinoso doppio fallo, probabilmente avrà pensato che ci fosse tempo per rimediare a quello spiacevole episodio. Purtroppo per lui non è andata così perché in realtà la partita finiva lì. Infatti da quel momento in poi l’azzurro non è mai riuscito a trovare le giuste contromisure come testimoniano il 47% di punti sulla prima di servizio e il 30% sulla seconda (sette i break subiti), percentuali con le quale si fa poca strada, come ha confermato il 6-2 6-0 finale. Peccato perché il 23enne britannico, nativo di Cambridge, non era certo avversario irresistibile (tre titoli ITF in carriera, uno in più di Andaloro), probabilmente il meglio che l’azzurro potesse augurarsi in un quarto di finale a livello Challenger.
Parziale consolazione per lui il best ranking alla posizione n.302 ATP, che potrebbe migliorare a inizio novembre all’ITF di Monastir quando tornerà a scendere in campo, a quanto ci risulta, dopo un paio di settimane di pausa. Poi bisogna ammettere che Wendelken, che deve averci preso gusto, ha ampiamente dimostrato di meritarsi la vittoria, arrivando sparato fino alla finale che l’ha visto opposto al 18enne ceco Maxim Mrva (n.418), un ragazzo, con una modesta carriera giovanile alle spalle, che francamente non avevamo mai visto giocare. E poi, una volta che sei in finale, la prima della tua carriera, perché fermarsi? Così il britannico ha superato in poco meno di due ore di gioco (6-4 6-3) anche il giovane virgulto della scuola ceca. Per il quasi 24enne tifoso del West Ham è il primo titolo in carriera che gli vale il best ranking alla posizione n.341 ATP. Con la possibilità di migliorarsi la prossima settimana in cui ci risulta iscritto al Challenger 100 di Brest.