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Rassegna stampa

Rassegna stampa – La sfida Sinner-Alcaraz si sposta indoor

La rassegna stampa di lunedì 20 ottobre: È il miglior Sinner (Bertolucci). Il duello senza fine (Crivelli). Il tennis estremo e i dubbi di Sinner (Semeraro). Sinner-Alcaraz sfida continua (Azzolini)

Last updated: 20/10/2025 9:13
By Beatrice Becattini Published 20/10/2025
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13 Min Read

È il miglior Sinner. Il suo tennis si esalta nelle sfide indoor (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Come volevasi dimostrare, il risultato della sfida della Six Kings Slam Cup di Riad tra Jannik Sinner e lo spagnolo Carlos Alcaraz ha messo a soqquadro tutto il circo tennistico. Da una parte, sbagliando, si parla di vittoria con la quale Sinner avrebbe cancellato la sconfitta agli Us Open; dall’altra, sempre sbagliando, si relega questa vittoria dell’azzurro come partita valida soltanto sotto l’aspetto economico. La verità è che vincere aiuta a vincere, e quando due pesi massimi come il numero 2 e il numero 1 al mondo scendono in campo, vogliono innanzi tutto ottenere la vittoria. Prevalere. […] Nel tennis, ci sono delle partite nell’arco dell’anno — poche in verità —, dove tutto riesce facile, tanto da poter giocare quasi ad occhi chiusi, quelle in cui sei baciato dall’ispirazione, e tutto riesce bene; la palla atterra sempre nel posto dove vuoi tu, come se fosse quasi telecomandata. E ti senti perciò imbattibile, hai una sensazione dentro di non poter sbagliare. Credo dunque che a Riad, a Jannik Sinner sia accaduto proprio questo, senza la pressione mediatica pazzesca, che abitualmente stordisce e appesantisce il gioco dei tennisti, la tensione che ti attanaglia lo stomaco, classica delle partite degli Slam e dei grandi tornei. A Riad bastava guardare il volto dei giocatori rilassati per capire che in questa occasione Jannik Sinner è entrato in campo sciolto, più libero, più leggero e anche mentalmente più sereno e predisposto a mettere in pratica almeno alcune delle cose provate in allenamento nell’ultimo periodo di questa stagione ormai verso l’epilogo. L’altro aspetto importante che Sinner ha ribadito in questa occasione è che lui si esprime al top a livello indoor. […] Tutto questo non basterà quest’anno per poter tornare numero uno al mondo perché quasi sicuramente non ci saranno i tempi e i modi. Ma sicuramente i prossimi impegni di fine 2025 torneranno utili nel 2026, quando Sinner potrà giocare i tre mesi che ha dovuto saltare quest’anno.

Il duello senza fine. Sinner punta sul fattore campo, a Riad la svolta (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

I nostri antenati romani chiamavano quella parte di mondo Arabia Felice. Dopo il mare in tempesta della sconfitta in finale agli Us Open, Sinner cercava nel deserto saudita le risposte che potessero restituirgli il sorriso nell’eterno duello con l’arcirivale Alcaraz. Si è trattato di un’esibizione, d’accordo, ma i titani rifuggono sempre il concetto di sconfitta, e lo spirito amichevole evapora non appena si mette piede in campo. Ebbene: l’epilogo della Six Kings Slam Cup, l’evento milionario vinto da Jannik contro lo spagnolo per il secondo anno consecutivo, ha certamente riportato alle luce due certezze consolidate: il numero due del mondo, dopo la delusione di New York, è tornato a lavorare in allenamento con ancor maggior intensità, focalizzandosi sui dettagli che potevano riavvicinarlo al grande avversario, come sempre accade all’uno e all’altro dopo essersi confrontati in partita; in secondo luogo, il veloce indoor resta la superficie sulla quale Jannik mantiene un vantaggio tecnico significativo sullo spagnolo, laddove negli altri scenari regna un equilibrio quasi feroce, con la terra leggermente dalla parte di Carlitos, l’erba più azzurra e il cemento praticamente equivalente. […] Nei tornei al coperto, le condizioni ambientali sempre uguali e non condizionate da fattori esterni, nonché i riferimenti del campo che non cambiano mai da una partita all’altra, esaltano al meglio le qualità della Volpe Rossa. A Riad è tornato a servire la prima sopra il 60% e da quella piattaforma può prendere subito in mano lo scambio e tenere una velocità di crociera così alta da togliere il tempo perfino a un fenomeno di fisicità come Alcaraz, che infatti non è riuscito quasi mai a girare intorno alla palla per esplodere il micidiale dritto. E d’altronde lo racconta anche lo storico del loro rendimento da settembre (post Us Open) a novembre dal 2021 a oggi: questa è la fase della stagione in cui Jannik dà solitamente il meglio di sé, a differenza di Alcaraz. Escludendo la Davis, l’italiano ha vinto l’81% delle partite conquistando ben7 titoli. Alcaraz soltanto il 67%, con due titoli. Complessivamente, negli ultimi tre mesi della stagione, Sinner ha vinto 56 match perdendone solo 13 — ma l’ultimo ko risale addirittura al novembre 2023, finale del Masters con Djokovic — contro le 33 vittorie e le 16 sconfitte della nemesi Carlos. Gli incroci Sinner questa settimana è impegnato a Vienna, e i dominatori del circuito dovrebbero perciò incrociarsi di nuovo al 1000 di Parigi(non più a Bercy ma alla Defense), anche se l’infortunio alla caviglia sinistra non ancora perfettamente rientrato (in Arabia ha giocato con la fasciatura) potrebbe consigliare a Carlitos di prolungare lo stop per farsi trovare a pronto a Torino: le Finals potrebbero decidere davvero chi è il più forte della stagione e il prodigio di Murcia ci è sempre arrivato con la lingua di fuori. […]

Il tennis estremo e i dubbi di Sinner (Stefano Semeraro, La Stampa)

Un po’ di pudore c’è, nel chiedere a Jannik Sinner, all’indomani del Bingo saudita, di pensare alla Coppa Davis. Un appello prematuro, ma forse inevitabile. Perché è la prima volta dal 1998 che ci giochiamo una finale in Italia, e dopo due trionfi a Malaga c’è la chance concreta di un tris da festeggiare in casa. E avere in squadra Sinner, primo firmatario dei passati successi, sposterebbe gli equilibri. A questo punto della stagione, probabilmente Jannik ancora non ha preso una decisione definitiva. […] Onorare la maglia per qualcuno resta un impegno morale, ma nell’era dello sport business un fisico integro vale il fatturato di una piccola industria. Basta sovraccaricarlo – vedi Rune che per la rottura del tendine d’Achille rischia un anno di stop – e addio utili e dividendi. La ragione suggerirebbe riposo, una preparazione mirata al 2026. Chi storce il naso davanti all’accento della Volpe, alla residenza a Monte-Carlo, e non ha digerito il gran rifiuto dello scorso anno a Mattarella, sta già preparando la rampogna. Ma che bello sarebbe vedere Jannik a Bologna, magari dai quarti in poi: non per compiacere gli sponsor e zittire gli hater, ma per amore della vecchia signora. Che indossa un brutto vestito, è vero, ma ha sempre un’anima antica. Pensaci, Jannik.

Sinner-Alcaraz sfida continua. E Jannik vola (Daniele Azzolini, Tuttosport)

La racchetta non fa parte del premio. I sei milioni del Principe munifico, Mohammad bin Salman al Sa’ud, protettore del Paese e delle Moschee, ora anche dei tennisti, sono già sul conto doverosamente tassati. La racchetta è solo il trofeo, una sorpresa per tutti, anche per i tennisti. E d’oro 24 carati, a grandezza naturale e pesa quattro chili, è stata realizzata a mano da dieci esperti orafi in 4 giorni, per 164 ore di lavoro complessive. Informazioni da prendere come oro colato, visto che giungono da Riyadh Season, la struttura organizzativa degli spettacoli sportivi sotto l’egida del Principe. […] Fatti i conti, un trofeo che vale 400 mila curo tondi tondi, circa 500 mila dollari sul mercato americano, e molto ricorda la racchetta di oro e diamanti messa in palio Anversa per chi avesse vinto tre volte l’esibizione). Un trofeo che oggi fa bella mostra di sé a casa Lendl, in Connecticut, mentre la Golden Racquet di Sinner nessuno sa dove finirà, ma non escluderei un caveau di qualche banca. Se bin Salman voleva colpire la fantasia, c’è riuscito. Come si dice, una racchetta d’oro apre tutte le porte. In cinque giorni di tennis ha messo in mostra una delle più belle partite della stagione, sei volti di tennisti felici, e ha ampiamente irrorato la già nota richiesta di un grande torneo per la sua capitale. Lui vuole uno Slam e non intende offendere le tradizioni. Che sia il quinto Slam, lascia trapelare. Il primo e unico sulla superficie indoor. Non è argomento che renda felice l’Atp, che ritiene quello spazio già felicemente occupato dalle Finals. Ma un Masters 1000, il decimo, porrebbe salvare le future sponsorizzazioni saudite. Di certo Riad lascerà il segno. E da un’esibizione non e logico aspettarselo. Il tennis espresso da Jannik Sinner, così compatto, sferzante e violento in tutte le sue fasi, dal servizio alle conclusioni a rete, cambia i termini della sfida in atto con Carlos Alcaraz, e potrebbe tradursi nei prossimi mesi, tra vittorie negli Slam e punteggi in classifica, in un dominio totale. Non dico che ciò avverrà di sicuro, ma è un’ipotesi che, visto il livello di tennis espresso dall’ex n.1 a Riad, merita di essere azzardata. […] Carlitos ha cuore e attributi, e ha reagito aggrappandosi alla parte migliore del proprio repertorio, scelta che ha reso la seconda frazione della finale, uno dei set più entusiasmanti dell’intera stagione. Ma alla fine ha ottenuto sei game, non ha avuto manco mezza palla break, e sui servizi di “Giannik” gli è andata dí lusso quando si è issato fino al 30 pari. […] La strada del dominio totale, Sinner la conosce bene, e quando può la mette in pratica. E quel «mi piacerebbe giocare sempre così», sa tanto di obiettivo futuro, da raggiungere con i modi che ben conosce: studio, applicazione, sacrifici. A Riad Sinner ha rimesso la “pallata bollente” nelle mani di Alcaraz. Uscito dalla finale degli US Open con il propositivo di rendere il proprio tennis meno prevedibile, Jannik è stato ai patti e ha inserito cose nuove. A cominciare dal servizio per giungere a quella fluidità della quale Alcaraz, pensava di avere l’esclusiva. Ora è lo spagnolo che deve replicare, ma l’idea di una superiorità definitiva su Sinner è già tramontata. […] Non c’è più tempo per correre dietro al n.1, ma solo per aggiungere trofei al proprio curriculum, su tutti quello delle Finals a Torino. […] lo mi auguro di vederlo a Torino, poi anche a Bologna.


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