Dal nostro inviato a Vienna
Giornata di rivincita per Corentin Moutet, che dopo la finale persa ad Almaty contro Medvedev qui a Vienna batte il russo al termine di una grande battaglia, seppur durata soltanto due set. “Non mi piace proprio affrontare Moutet“, aveva dichiarato il recente campione di Almaty, e guardando la partita si è ben potuto capire il motivo. È finita 7-6(3) 6-4 per il francese, che ha poi parlato in zona mista dopo la sua vittoria.
ATP MEDIA: Congratulazioni Corentin, hai vendicato la finale di domenica contro Medvedev.
MOUTET: “Lui è davvero un gran giocatore, non era facile tornare in campo dopo Almaty. Quello era un match importante, era una finale e non era semplice recuperare. Le condizioni qui erano diverse e io sono stato aggressivo, ma giocare contro Medvedev non è mai semplice, è un giocatore così solido. Difende benissimo, quelli che contro altri giocatori sono vincenti lui invece riesce a difenderli: è sempre una grande sfida contro Daniil. Per vincere dovevo giocare a un gran livello e sono contento di esserci riuscito”.
ATP MEDIA: hai cambiato il tuo piano di gioco rispetto al match di domenica?
MOUTET: “Ho imparato alcuni dettagli che nella finale di domenica non avevo considerato. Alla fine si tratta di dettagli, nella finale di Almaty avevo giocato bene. A questo livello si gioca proprio sui dettagli e oggi ho cercato di essere più aggressivo e spingere, forse ho servito meglio. In pratica ho cercato semplicemente di fare meglio”.
DOMANDA TV AUSTRIACA: Quanto sei contento di questa vittoria?
MOUTET: “Sono molto contento, sto giocando sempre meglio, anche se non ho avuto modo di recuperare molto, anche a causa dei viaggi. Ho cercato di lavorare duro con il mio team, cerco di godere delle cose buone che facciamo in allenamento. Sono contento non solo delle vittorie ma anche del livello del mio gioco”.
DOMANDA TV AUSTRIACA: Nella giornata di giovedì ci sono in campo 5 italiani, forse ne affronterai uno domani; cosa li rende così forti in questo momento?
MOUTET: “Non lo so, forse il fatto che sono tutti di età simile aiuta. Quando sei giovane e giochi con altri ragazzi forti questo spinge a migliorarsi a vicenda, è una questione di emulazione. La sensazione è che se loro ci riescono, perché anche tu non dovresti riuscirci? Questo dà grande energia nel gruppo e potrebbe essere una delle chiavi della forza dei tennisti italiani. Condividere tanto in campo è la chiave”.