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23/10/2010 01:09 CEST - L'INIZIATIVA

Tennis for Africa per la Tanzania

TENNIS _ L'associazione offre due borse di studio per giovani atleti della Tanzania, che saranno ospitati al centro Oasi 2000 di Padova. A più di vent'anni dalla sua nascita, Tennis for Africa continua la sua campagna a sostegno della Comunità di Sant'Egidio e per la promozione del tennis nei paesi più poveri del continente nero. L'ultima iniziativa è sostenuta della Tennis Consulting di Fabrizio Caldarone, già manager di Karlovic e Rochus nonchè talent scout di un giovane cinese. Francesco Ferrando

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Nigeria, primi anni Settanta. Il piccolo Nduka fa il raccattapalle all'Ikoyi Tennis di Lagos, club frequentato solo da facoltosi sudditi di Sua Maestà Britannica. Ha solo tredici anni e lavora lì per aiutare la sua famiglia. Ama il tennis, ma non può permettersi una racchetta vera, così si arrangia come può con un attrezzo ricavato dal legno di un tavolo rotto. É con quello che partecipa al clinic di Arthur Ashe e Stan Smith, approdati nella capitale nigeriana durante un tour per promuovere il tennis tra i giovani africani. Non passa molto tempo, prima che una turista inglese resti colpita dal suo gioco brillante, incroci il suo sguardo e decida di regalargli la sua racchetta. Dieci anni dopo, tra stupore e commozione, la stessa donna rivedrà quel ragazzino uscire vincitore, tra gli applausi, dal Centrale di Wimbledon. É il 1983, dall'altra parte della rete c'è Guillermo Vilas e Nduka riuscirà ad arrampicarsi fino agli ottavi di finale, diventando uno degli eroi del suo paese.

Quella di Nduka Odizor è solo una delle tante vicende intrecciate con la storia di Tennis For Africa, l'associazione nata a Roma nel 1988. Da più di vent'anni, l'onlus offre il proprio sostegno alla Comunità di Sant'Egidio, finanziando progetti a fini umanitari e per lo sviluppo dello sport nel continente africano.
Nel 1990 inizia a organizzare esibizioni in Italia, che coinvolgono prevalentemente giocatori azzurri. Gianluca Pozzi, Diego Nargiso, Claudio Mezzadri, Laura Golarsa e lo stesso Odizor diventano una presenza fissa all'interno degli eventi di Tennis for Africa. Anno dopo anno, la partecipazione si arricchisce: oltre alle migliori racchette italiane, arrivano stelle internazionali, come Jonas Svensson, Andrei Medvedev (all'epoca top-10), Emilio Sanchez e Mats Vilander. Indimenticabile l'esibizione del 1995, a Brescia, con Jordi Arrese, Stefano Pescosolido, l'immancabile Odizor e Andrey Chesnokov, protagonista di un surreale ed esilarante doppio con Francesco Salvi.

Dal 1998 al 2007 gli sforzi si concentrano sugli Internazionali maschili e femminili al Foro Italico. Vengono organizzati allenamenti aperti al pubblico presso il Club Due Ponti e il Parioli, riuscendo a coinvolgere quasi tutti i primi giocatori al mondo. I top player fanno da testimonial, incontrano i ragazzini e raccolgono fondi mettendo a disposizione racchette e altri oggetti per lotterie benefiche a sostegno dei progetti dell'associazione. Nel frattempo, nel 2000, Tennis for Africa scopre Internet, attraverso il quale estende in tutto il mondo la sua rete di collaborazioni, sfruttando il mezzo per nuove modalità di raccolta fondi. A un anno dall'apertura del sito www.tennisforafrica.org, vengono inaugurate le prime aste online di memorabilia, appartenuti ai migliori giocatori al mondo del presente e del passato.

Nel corso dei suoi ventidue anni di vita, Tennis for Africa ha portato il suo aiuto agli ospedali della Guinea Bissau, ai programmi di promozione sportiva in Sierra Leone, di formazione scolastica e sviluppo agricolo in Mozambico e di cura dei malati di aids in Nigeria, attraverso il progetto Dream. Sempre in Nigeria, sta aiutando il buon Nduka Odizor - ormai cinquantenne e residente in Texas - a far crescere il tennis nel proprio paese.

A ventidue anni di distanza dalla fondazione, Tennis for Africa non ha perso la sua spinta. L'ultima iniziativa prende il via in collaborazione con Tennis Consulting, società di Fabrizio Caldarone specializzata nella formazione internazionale per i giovani tennisti. Nel 2011, in accordo con la federazione locale, Tennis for Africa offrirà una borsa di studio ai due finalisti del campionato under 16 della Tanzania. I vincitori saranno ospitati presso il centro sportivo Oasi 2000 di Padova, per uno stage di tre mesi completamente spesato, durante il quale potranno seguire allenamenti tecnici e atletici, partecipare ai tornei giovanili sul territorio nazionale e confrontarsi con i loro coetanei italiani. Non è la prima iniziativa di questo tipo targata "Tennis Consulting": presso il centro di Padova si allena infatti il cinese Nai Zheng Yu, detto "Nigel", scoperto casualmente qualche anno fa da Fabrizio Caldarone in un viaggio di lavoro in Cina. Lo ha messo sotto la sua ala protettiva (che già comprende giocatori importanti, su tutti Ivo Karlovic e Olivier Rochus, di cui Caldarone è manager) e lo sta aiutando ad entrare nel mondo pro.

Francesco Ferrando

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker