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16/01/2011 14:54 CEST - Australian Open

Il campione della porta accanto

TENNIS - Tuffo nella memoria con il ritratto di Mark Edmondson, l'ultimo australiano capace di vincere gli Australian Open e il giocatore con la classifica più bassa ad aver mai conquistato il titolo in un major. Eroe improbabile, aveva pulito i pavimenti nell'ospedale dove lavorava sua sorella per risparmiare i soldi necessari a partecipare al torneo. Dave Seminara, traduzione di Giulia Vai

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La notte in cui ha battuto Ken Rosewall per raggiungere la finale del 1976 Australian Open, Mark Edmondson ha preso il tram per andare a casa come tutti i fan che lasciavano il Kooyong Lawn Tennis Club.

La sua ragazza, Vicki, ora sua moglie, ancora ricorda il commento schietto di uno dei passanti: “Bel lavoro battere Ken!” disse, “ma non avrai troppe chance di battere Newky (Newcombe) in finale”. Edmondson, che era numero 212 all’epoca e puliva i pavimenti in un ospedale qualche settimana prima, ha sfruttato l’opportunità di battere John Newcombe in finale. 35 anni dopo, è rimasto il giocatore con la classifica più bassa a vincere un major e l’ultimo australiano a vincere gli Australian Open, che iniziano lunedì a Melbourne.

Nel 1976, gli Australian Open erano ancora considerati il “major minore”, ampiamente ignorati in Nord America e in Europa e spesso saltati dai giocatori più forti del mondo non australiani. Poche stelle straniere avevano voglia di viaggiare intorno al mondo per giocare in un torneo che iniziava il giorno dopo Natale e offriva come primo premio 7,500 dollari.

Forse ancora più intimidatori del lungo viaggio, i premi bassi e la programmazione natalizia, erano gli stessi australiani. Nelle precedenti 35 edizioni prima della vittoria di Edmondson, avevano vinto 30 volte ed erano arrivati secondi le altre 5.

In un paese pieno di leggende tennistiche, Edmondson era un eroe improbabile. Nelle settimane precedenti al torneo, aveva fatto i lavori più strani per risparmiare e poter viaggiare sul circuito l’anno successivo.

Mia sorella era un’infermiera all’epoca, e diceva ‘Cerchiamo sempre gente per pulire e lavare le finestre in ospedale’” dice Edmondson in un’intervista telefonica dalla sua casa vicina a Sidney. “Pulivo i pavimenti e le finestre ma poi 7 giorni prima (del torneo) mi chiamano da Tennis Australia”.

Ha scambiato lo spazzolone e il secchio con la possibilità di giocare, e ha sfruttato l’opportunità vincendo il Tasmanian Open, che l’ha catapultato nel tabellone principale degli Australian Open. Ma i soldi erano ancora pochi, quindi mentre la maggior parte dei giocatori stava al Melbourne Hilton, Edmondson stava a casa di un amico, facendo il pendolare un’ora all’andata e una al ritorno.

I campi in erba si adattavano al suo gioco, che era costruito intorno a un servizio potente, e Edmondson arrivò comodamente in semifinale, sconfiggendo 4 giocatori tra i primi 50, inclusi due precedenti finalisti del torneo, Phil Dent e Dick Crealy.

Nello scontro che si profilava in semifinale contro Rosewall, Edmondson sperava semplicemente di evitare una figuraccia. Rosewall, all’epoca 41 anni, aveva vinto 8 titoli dello Slam, il primo di questi, l’anno prima della nascita di Edmondson, 21 anni.

Nonostante la sua età, Rosewall era ancora numero 2 del mondo in quell’estate australiana. L’apice della carriera di Edmondson includeva aver vinto un turno a Wimbledon e la vittoria in Tasmania. Per sua stessa ammissione, era abituato a giocare “sul campo 27 davanti a una persona e il suo cane.

Rosewall era una figura sottile, ironicamente chiamato ‘Muscoli’, aveva un taglio di capelli netto e un aspetto curato. Edmondson sembrava più un giocatore di football australiano, con una corporatura massiccia, capelli ribelli, e baffo a manubrio.

Grazie al suo servizio roboante, Edmondson ottenne un’improbabile vittoria in quattro set in un caldo soffocante. I titoli dei giornali di tutto il mondo variavano sul tema “addetto alle pulizie batte Rosewall”. Nonostante l’audace vittoria, sembrava ancora improbabile che Edmondson tornasse il giorno successivo e battesse Newcombe, il campione uscente che aveva detronizzato Jimmy Connors l’anno precedente.

A parte per i baffi, i finalisti avevano poco in comune. Newcombe era stato numero uno al mondo, aveva vinto 7 titoli dello Slam e girava con gente totalmente differente da quella con cui viaggiava Edmondson. Tre mesi prima della finale, era in macchina con George W. Bush quando Bush fu arrestato per guida in stato di ebbrezza a Kennebunkport.

Prima della partita, Newcombe disse che Edmondson sarebbe stato nervoso, e il commento ispirò Edmondson che superò i venti feroci, i giochi al limite della scorrettezza e una folla che sosteneva Newcombe, vincendo 6-7, 6-3, 7-6, 6-1.

Mise la testa nell’asciugamano dopo la partita, e penso che sapesse che cosa stava accadendo”, dice Vicki Edmondson, ricordando la vittoria commovente.

Edmondson aveva perso suo padre per un tumore al cervello due anni prima, e il fatto che suo padre non potè vedere la sua vittoria così coraggiosa, fu l’unico disappunto in un giorno altrimenti perfetto. Edmondson fece cadere il trofeo durante la cerimonia di premiazione ma riuscì a rimanere attaccato all’assegno del vincitore che fu usato per pagare una fattura in ritardo su una tassa di proprietà e per finanziare per un altro anno la rincorsa dei suoi sogni. Dopo la finale, i media enfatizzarono la breve esperienza come addetto alle pulizie, umiliandolo molto.

Decisero che ero stato una volta un pulitore, quindi ero un addetto alle pulizie” dice Edmondson. “Dopo la vittoria, un giornalista mi diede uno spazzolone e un secchio e mi fece spazzolare per il servizio fotografico. Di conseguenza sono stato un addetto alle pulizie tutta la mia vita”.

Edmondson divenne in qualche modo un anti-eroe per la sua mancanza d’interesse nel attrarre l’attenzione dei media e il suo atteggiamento serio in campo.

La vittoria migliorò la sua classifica fino al numero 56, ma prima che l’inchiostro si fosse asciugato sul suo assegno, era già partito per il Sudan, alla ricerca di un altro. Edmondson ebbe una carriera di successo – raggiunse la classifica più alta con il numero 25 nel 1982 e vinse 5 titoli dello Slam in doppio in 13 anni sul circuito. Non vinse mai più un titolo dello Slam in singolare, non divenne la nuova stella australiana, ma riuscì a vedere il mondo e a guadagnare giocando a tennis, il che gli andava più che bene.

L’unica cosa che mi scoccia è quanti soldi gudagnino oggi” dice Edmondson, riferendosi al primo premio record per quest’anno di 2,2 milioni di dollari, 500.000 dollari in più di quello che ha guadagnato in tutta la sua carriera. Quest’anno, lo sconfitto al primo turno vincerà quasi 3 volte quello che ha vinto Edmondson come premio per aver vinto il torneo.

Il suo fu l’ultimo respiro dell’era dorata del tennis australiano. All’epoca, c’erano 10 giocatori australiani nei primi 50; oggi non ce n’è nessuno. Tuttavia, l’interesse a celebrare i campioni di casa rimane alto – nel 2005, quando la stella australiana Lleyton Hewitt arrivò in finale, l’audience guadagnò il secondo rating più alto dell’ultima decade, con più di 4 milioni di australiani sintonizzati.

Nel 2007, Edmondson è stato indotto nella Hall of Fame Australiana del Tennis, e un busto con le sue fattezze è stato posto a Melbourne Park, dove si svolgono gli Australian Open ora. “Non c’è modo che una cosa del genere succeda ancora” dice Bud Collins, il giornalista e commentatore TV della sorpresa di Edmondson. “I giocatori al vertice si sono separati dalla massa, ed è uno sport diverso ora”.

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