20/03/2013 17:03 CEST - Indian Wells

Indian Wells non vuole fermarsi

TENNIS - Sull'onda dell'ennesimo record di presenze, il BNP Paribas Open si prepara a nuovi traguardi con l'espansione dell'impianto che sarà completata in tempo per la prossima edizione. Il direttore del torneo Steve Simon ed il CEO Raymond Moore ci hanno spiegato dove vuole arrivare il torneo. Da Indian Wells, Vanni Gibertini

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Indian Wells Stadium
Indian Wells Stadium

Altro anno, altro record di pubblico per il BNP Paribas Open di Indian Wells, il cui successo veramente non sembra conoscere battute d’arresto. Sono stati oltre 382.000 gli spettatori che nelle undici giornate di gara del 2013 hanno varcato i cancelli dell’Indian Wells Tennis Garden, con una crescita rispetto all’anno precedente di circa il 3%. Il traguardo delle 400.000 unità non è stato raggiunto quest’anno a causa di una contrazione dei parcheggi effettivamente disponibili per spettatori ed addetti ai lavori, dovuta in parte alla zona già dedicata al progetto di costruzione delle nuove strutture che saranno pronte già dall’edizione 2014, ma anche da un imprevisto disaccordo nato con uno dei proprietari delle terre a sud dell’impianto che normalmente venivano affittate durante le settimane del torneo. “Sapevamo che questo sarebbe stato un anno di transizione dal punto di vista dei parcheggi – ha spiegato il Chief Executive del BNP Paribas Raymond Moore – e la cosa ci ha penalizzati molto per quel che riguarda le presenze durante il primo fine settimana, quando abbiamo dovuto interrompere la vendita dei biglietti con largo anticipo a causa della raggiunta capacità dei parcheggi a nostra disposizione”. Il torneo, infatti, può vendere solamente 2,5 biglietti per ogni posto auto che può offrire agli spettatori, secondo una formula dettata dalla Polizia e dai Vigili del Fuoco di Indian Wells.

L’attenzione è però principalmente rivolta al grande progetto di allargamento che vedrà l’inaugurazione di un nuovo stadio permanente capace di contenere 8000 persone, con due ristoranti al suo interno, quattro nuovi campi di allenamento e diverse altre strutture accessorie per migliorare l’esperienza dello spettatore. “I lavori saranno eseguiti dalla stessa azienda cui era stato appaltato il centrale nel 1998 – ha dichiarato Moore - la costruzione del centrale richiese 16 mesi, mentre per il nuovo Stadium 2 prevediamo una tabella di marcia di 10 mesi e mezzo, che ci lascia quindi un certo margine per terminare entro l’inizio dell’edizione 2014. Loro avrebbero voluto accendere i bulldozer alle quattro di domenica pomeriggio, ma abbiamo ritenuto meglio aspettare lunedì mattina prima di iniziare a scavare. Diversi lavori sono stati già eseguiti, come l’estensione delle linee elettriche, idriche e telefoniche, tutto ciò che non si vede in superficie ma è necessario per la costruzione di uno stadio permanente.”
Anche se non è ancora ufficiale, è stato fatto capire che uno dei ristoranti all’interno della nuova struttura sarà gestito da Nobu, la famosa catena di ristoranti giapponesi di lusso nei cui locali di Londra, New York e Beverly Hills si incontrano regolarmente tutti i rappresentanti del jet set internazionale.
E’ inoltre già stato deciso che solamente 2000 degli 8000 posti del nuovo campo saranno venduti con biglietti riservati, mentre i rimanenti saranno a disposizione dei possessori del tagliando per i ground o del biglietto per il centrale. “Vogliamo mantenere il concetto, unico di Indian Wells, in base al quale qualunque spettatore, indipendentemente dal biglietto che possiede, può accedere a qualunque campo”. Infatti il BNP Paribas Open è l’unico torneo professionistico maggiore nel quale alcuni settori dell’ultimo anello del campo centrale sono accessibili anche da chi ha solo il biglietto per i ground.

Il Direttore del Torneo Steve Simon, promosso al ruolo dopo l’abbandono di Charlie Pasarell lo scorso anno, ha parlato dei progetti del BNP Paribas Open per quel che riguarda l’espansione della copertura televisiva. Dal prossimo anno dovrebbero essere quattro i campi coperti dalle telecamere, con l’intenzione di arrivare a sei nei prossimi anni. Nell’edizione 2013 è stato poi compiuto l’esperimento di iniziare la trasmissione live a partire dal venerdì, invece che dal sabato come da tradizione. “Anche se le immagini del venerdì sono state trasmesse solamente da Tennis Channel all’interno degli USA e non dai broadcaster internazionali, riteniamo che l’esperimento sia stato un successo, per cui dal prossimo anno, se sussisterà l’interesse delle televisioni internazionali, suggeriremo di iniziare la copertura il giovedì”.

Naturalmente è stata affronata anche la controversa questione dell’aumento di montepremi, che ha incontrato la miope opposizione dei rappresentanti dei tornei nel Council ATP: “Credo si sia trattato di una storia molto triste – ha commentato Moore -  che poi alla fine si è risolta nel modo migliore. Siamo anche contenti che ora l’ATP modificherà le sue regole per consentire ai tornei una certa flessibilità per quel che riguarda il montepremi”. La regola, che dovrebbe essere approvata durante il torneo di Wimbledon e che non è ancora nella sua versione definitiva, dovrebbe concedere agli organizzatori che volessero aumentare il montepremi di un torneo, di poter destinare il 50% dell’aumento a loro piacimento, a patto di rispettare le regole di proporzionalità dell’ATP (che per esempio richiede una divisione 80%-20% tra singolare e doppio) per il rimanente 50%.

I vertici del BNP Paribas però non vogliono sentir parlare di Indian Wells come “quinto slam”: “I major hanno una tradizione centenaria, tabelloni a 128 giocatori, durano 14-15 giorni, hanno coperture televisive inimmaginabili per noi. Ci fa piacere, anzi siamo onorati di essere citati nella stessa frase con questi grandi tornei, ma per il momento loro sono su un ordine di grandezza completamente diverso”.
E’ anche vero però che durante questo torneo i vertici dell’All England Club si sono recati in visita nel deserto della California non soltanto per sfuggire al freddo londinese, ma anche per carpire qualche segreto su come viene gestito il torneo da quelle parti, per cui vuol dire che proprio degli sprovveduti Moore, Simon ed il loro team non lo sono. E se gli obiettivi che si sono prefissati con l’espansione e che sono stati approvati anche dal proprietario Larry Ellison, ovvero i 500.000 spettatori entro il 2018, a quel punto Indian Wells avrebbe più spettatori di due dei quattro tornei dello Slam, quelli senza sessione serale (Parigi e Wimbledon).

Insomma nella Coachella Valley sono sempre alla ricerca di innovazioni per migliorare l’esperienza degli spettatori, grazie alla politica di Larry Ellison, che permette al torneo di reinvestire il 100% dei profitti nelle infrastrutture e nei servizi, anche se ha posto un veto a quanto pare irremovibile a nuove “ricapitalizzazioni”. Come ha precisato Moore, “la gente pensa che ci sia il signor Ellison con il libretto degli assegni sempre pronto, ma non c’è niente di più falso. Non prende dividendi, ma pretende che le cose siano gestite nella migliore maniera possibile, ed è molto esigente con noi. Non è arrivato dov’è adesso buttando via il suo denaro”. Tra le novità in cantiere per la prossima stagione ci saranno anche nuovi schermi giganti su tutti i campi, più grandi e più versatili, con una tecnologia innovativa che consentirà la diffusione di nuovi tipi di contenuti, poi anche la creazione di pacchetti volti a favorire la partecipazione delle famiglie e l’attivazione di sette punti d’ingresso all’impianto, cinque in più rispetto agli attuali.

Vanni Gibertini

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