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26/07/2010 16:50 CEST - TENNIS E RIVELAZIONI

Il tennis e il mondo gay

Sebbene siano sempre state molto più le tenniste a dichiararsi piuttosto che i tennisti, rispetto ad altri sport nel tennis c'è maggiore apertura. I commenti di Gimelstob, Wertheim e Navratilova. E se Nadal, Federer, Murray o Djokovic fossero gay? Sara Cecamore

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Tennis e omosessualità. Un binomio che, almeno in Inghilterra, sembra aver trovato un giusto equilibrio. A dirlo sono i risultati di un sondaggio fatto dalla Stonewall, un’associazione fondata nel 1989 da un gruppo di uomini e donne omosessuali che volevano rendersi attivi contro una legislazione locale pensata per prevenire la diffusione dell’omosessualità nelle scuole.

Al sondaggio in forma di domande a risposta multipla sono stati sottoposti 700 sostenitori online dell’associazione ed il 65% di essi ha decretato il tennis lo sport più “amico” degli omosessuali (fan o tennisti che siano), seguito dal 29% del rugby, dove ha probabilmente molto influenzato la dichiarazione ufficiale del giocatore Gareth Thomas nel dicembre dello scorso anno ed una conseguente multa di £40,000 ai Castelford Tigers per degli slogan omofobici nei suoi confronti. All’ultimo posto, con appena il 6%, il calcio.

Nel tennis, le basi di questo risultato sono state gettate senza dubbio dalle esperienze di Billie Jean King, Martina Navratilova e più recentemente da quella di Amelie Mauremo. Le tre ad oggi rimangono le tenniste più famose ad aver dichiarato pubblicamente la loro omosessualità. La stessa Stonewall dichiara come l’uscita allo scoperto di persone così famose incrementi notevolmente la fiducia in sé stesse di donne che le prendono come modello di riferimento e che riescono così a non vedere la loro sessualità come un ostacolo al successo. Una scelta, quella del “coming out”, sicuramente non facile ma necessaria per poter vivere la propria vita con tranquillità e serenità. “ La frase che avevo sentito era stata “suicidio di una carriera”. Mi hanno detto che avrei perso milioni di dollari di sponsorizzazioni, ma quello che ho guadagnato è di valore ben più alto – l’opportunità di vivere la mia vita con integrità”. Queste le parole di Martina Navratilova riguardo alla dichiarazione ufficiale della sua omosessualità nel 1981.

Ma per una King, una Navratilova o una Mauresmo che rendono il mondo partecipe della loro sessualità, non ci sono i corrispettivi al maschile. L’ultimo tennista di cui era nota l'omosessualità è stato Bill Tilden, vincitore di 10 titoli dello Slam tra il 1920 e 1930. Lui, una specie di Oscar Wilde del tennis, sofisticato e affascinante e considerato uno dei più grandi tennisti della sua epoca. Ma dopo di lui, il nulla. Nemmeno tra gli ex-giocatori troviamo qualcuno che abbia deciso di uscire allo scoperto, ad eccezione di un unico caso: quello del paraguayano Francisco Rodriguez, best ranking da 373 del mondo nel 2004, che ha parlato per la prima volta della sua esperienza da omosessuale sul tour.

Questo, secondo Navratilova, ha del soprendente. “Sono sorpresa che nessun tennista maschio si sia dichiarato. Il tennis è uno sport sicuro. L’avversario è dall’altra parte della rete, cosa può fare? E poi, i giocatori sono i datori di lavoro di se stessi. Nessuno può licenziarti.” ha commentato l’americana. “Secondo me alcuni pretendono di essere etero perché hanno ovviamente paura delle conseguenze”.

Anche Billy Bean, un giocatore di baseball dichiaratosi omosessuale a carriera conclusa, la vede così. “Sono sicuro che ci siano dei tennisti gay tra i primi 100 ma per un uomo è molto più semplice non venire allo scoperto”. Effettivamente le esperienze al femminile e l’assenza di dichiarazioni ufficiali al maschile farebbero pensare a delle diverse reazioni del mondo tennistico e non ad un "coming out" di una donna piuttosto che di un uomo. Come se per le donne potesse essere più "facile" gestirne le conseguenze rispetto ad un uomo, per giunta atleta.

Eppure, c’è chi pensa – come Jon Wertheim di Sports Illustrated – che l’ufficializzazione da parte di un tennista potrebbe quasi andare a suo vantaggio. “Il tennis ha così tanti fan gay che chiunque decidesse di dichiararsi diventerebbe una star. Se il giocatore X si dichiarasse oggi, domani avrebbe già una sua linea di vestiti” ha commentato Wertheim. È dello stesso parere anche Jim Courier: “ La differenziazione è fondamentale per ottenere contratti di sponsorizzazione e le aziende sono sempre più consapevoli di doversi rivolgere a tutta la popolazione. Credo che in determinate circostanze sarebbe un beneficio ulteriore per un giocatore”.

A sentire Justin Gimelstob, però, l’omosessualità sembrerebbe essere ancora un argomento molto delicato negli spogliatoi del tour maschile. “ La locker room non potrebbe essere un posto più omofobico, non nel senso di violenza contro i gay ma semplicemente di un posto con tanti normali etero che parlano di ragazze carine, di allenamento e di birra. È per questo che la gente mira a diventare un atleta professionista!

Ma allora, il tennis (specialmente al maschile), a differenza di altri sport “main stream” come il calcio o il baseball, è davvero così tanto amico degli omosessuali? È uno sport dove i giocatori possono sentirsi sicuri della loro sessualità? E se fosse un tennista famoso a fare il difficile coming out? Se fosse un Nadal, un Federer, un Djokovic o un Murray cosa succederebbe?
 

Sara Cecamore

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker