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01/09/2010 14:46 CEST - Profili

Lo strano caso di « Paulo » Mathieu

Il 28enne di Strasburgo, uscito dalla top 100 dopo 5 anni e mezzo, ha sfoderato una grande prestazione contro Satanetto Hewitt, a due mesi di distanza dalla splendida vittoria londinese su Youzhny. Ormai, il francese sembra in grado di offrire prestazioni di livello solo in occaisone degli Slam. Che sia lui il pericolo n. 1 per Federer, nella prima settimana del torneo newyorkese? Christian Turba

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Gesto di Federer a parte, uno dei match che ha attirato la maggior attenzione nei primi due giorni di Us Open è sicuramente stato quello tra Lleyton Hewitt e Paul Henri Mathieu, vinto da quest'ultimo al quinto set. Su molti forum e blog tennistici, compreso Ubitennis, si sono levate voci d'ammirazione per la prova del tennista transalpino, che nei primi due set ha letteralmente schiacciato Satanetto a forza di risposte vincenti sulle seconde e attacchi al fulmicotone (http://www.youtube.com/watch?v=Vw1w2ys49t4), prima d'impappinarsi, in vantaggio di un break nel quarto set, e rischiare di subire un'altra sconfitta in rimonta come quelle che, in negativo, ne hanno contrassegnato la carriera ( una su tutte, ricordiamo quella patita, da 2 set di vantaggio, nel match decisivo della finale di Coppa Davis 2002 per opera di Mikhail Youzhny). Questa volta, però, « Paulo » non si è fatto prendere dal panico e, a suon di vincenti, ha riportato il quinto set per 6-1, creando la più grossa sorpresa della prima giornata. Non male, per uno che solo pochi fa ipotizzava la fine anticipata della sua stagione, dopo un'estate ricca più di sconfitte che di altro.
La sorpresa creata da questo risultato, forse, non sarebbe stata così forte nel 2008, quando Paul Henri arrivò al suo best ranking di n. 12 grazie ad un rendimento costante nei tornei dello Slam ( 3 ottavi di finale su 4 da Wimbledon 2007 a Parigi 2008) e alle vittorie di Gstaad e Casablanca. Diventa tale, invece, nel 2010, in considerazione della stagione che sta vivendo il 28enne di Strasburgo. Dopo aver iniziato l'anno a Indian Wells in ritardo, a causa dell'infortunio che lo aveva estromesso dal torneo di Parigi Bercy, 2009, il francese non ne ha azzeccata letteralmente una fino a giugno: fino al Roland Garros compreso, infatti, il suo bilancio contava 2 sole vittorie, con Becker a Indian Wells e con lo sconsociuto serbo Lajovic nell'inutile World Team Cup di Dusseldorf, a fronte di 9 sconfitte, con le onte del 6-0 subito da Ljubicic nel 3° set a Roma e della prematura uscita per infortunio nello Slam di casa propria, sul punteggio di 1 set pari e con un break di vantaggio nel terzo, contro lo spagnolo Granollers.
Poi, trascorsa qualche settimana per recuperare dall'infortunio, l' ex numero 12 mondiale si è recato a Wimbledon senza grosse speranze da riporre.. e invece, ecco la sorpresa! Superato il connazionale Gicquel al primo turno, Paul Henri ha ritrovato lo smalto dei suoi anni migliori proprio contro quel Mikhail Youzhny che rappresentava il suo incubo peggiore: trovatosi sotto per 2 set a 1, il francese ha reagito alla grande tirando vincenti a tutto campo, non disdegnando la rete e, soprattutto, rimontando un break di svantaggio nel quinto e decisivo parziale, poi vinto per 6-4. Non pago, il giorno successivo ha brillantemente vinto il match di 3° turno contro l'ostico De Bakker, riportando oltretutto i primi due set al tie-break e chiudendo per 6-4 al quarto dopo aver perso il terzo parziale ancora al tie-break. Cose impensabili per il Mathieu dai nervi fragili che noi tutti eravamo abituati a vedere. Nettamente sconfitto da Nadal in ottavi, il transalpino ha però di colpo ritrovato quel risultato che gli mancava da tempo immemorabile e che poteva essere il preludio ad un'estate piena di soddisfazioni. Invece, il post- Wimbledon si è rivelato ancora peggiore del pre: sconfitto al primo turno dai modesti Cuevas e Riba e dal connazionale Chardy nei tornei europei su terra, Paulo ha perso i 300 punti conquistati ad Amburgo nel 2009 ed è di colpo precipitato in 95esima posizione. Ancora più deludente é stato l'approccio al cemento: a Toronto, superate le qualificazioni, il nostro ha sprecato l'ennesima occasione della carriera perdendo un match tiratissimo (3-6 7-6 7-6) dal coreano Lu, mentre (dopo una discreta vittoria su Hanescu in quel di Cincinnati) al Pilot Pen di New Haven non è riuscito nemmeno ad entrare nel tabellone principale, facendosi eliminare dal kazako Kukushkin nel turno decisivo di qualificazione ed uscendo dalla top 100 mondiale per la prima volta dal febbraio 2005.
Poi, di colpo, ecco questa prestazione monster a Flushing Meadows. Come spiegarsi questo rendimento a dir poco altalenante? Evidentemente, persa la brillantezza atletica e le motivazioni del biennio 2007-2008, gli stimoli di cui lo strasburghese ha bisogno per offrire buone prestazioni sono i grandi avversari e i grandi palcoscenici. « E' più facile trovare piacere sull'Armstrong che nelle qualificazioni di New Haven, nelle quali ci son solo tre giudici di linea e quasi nessun raccattapalle » ha candidamente ammesso l'allievo di Olivier Maicor al quotidiano L'Equipe, aggiungendo che «  all'inizio del quinto set sono riuscito a dirmi di decontrattarmi. Preferivo perdere 6-2 6-1 piuttosto che cadere ancora nel nervosismo ». Gli Slam sembran dunque essere, per il francese, come i capelli per Sansone: in queste occasioni, Matiò (per dirla alla Marianella) dimentica tutti gli acciacchi e le turbe psicologiche e sfodera tutto quel repertorio che, in carriera, gli ha permesso di vincere partite come quella con Roddick ai Canadian Open 2005, tanto per fare un esempio (http://www.youtube.com/watch?v=ueP7helTMVs) .Una lezione che dovrebbero imparare coloro i quali quest'anno continuano a deludere nei grandi appuntamenti dopo aver fatto fuoco e fiamme nei tornei precedenti, categoria nella quale rientrano alla perfezione Ernest Gulbis e Marcos Baghdatis.
Dato per assodato il miglior rendimento di Mathieu negli Slam, quindi, si può ipotizzare che possa essere lui il maggior pericolo per Federer, almeno fino ai quarti? Difficile dictu. Lo svizzero sembra avere il gioco adatto a contenere le accelerazioni dello francese, il quale comunque ha ottenuto i suoi exploit contro Youzhny e Hewitt, non certo contro il numero 1 e 2 mondiale. Sicuramente, però, dovesse riuscire asuperare il promettente connazionale Rufin ( cosa tutt'altro che scontata), Paulo promette di farci vivere un match di 3°turno interessante e ricco di belle giocate.

Christian Turba

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker