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08/09/2010 02:11 CEST - Us Open

Battere Venus a NY
è possibile

E’ più facile vincere un solo incontro che sette di fila, ma superare sul cemento e in uno Slam _ e negli Stati Uniti _ una campionessa come Venus Williams per Francesca Schiavone equivale a compiere un’impresa simile a quella del Roland Garros. Ubaldo Scanagatta

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C’è tanta Venus Williams e poca Schiavone sui giornali americani e c’è da capirli. Ha perso anche Fish, dopo Roddick e Blake, per Querrey ci sono più chances contro Wawrinka che contro Murray, ma insomma Querrey non vincerà certo il torneo. Lo sanno tutti, forse anche lui.

Quindi le sole speranze d’un trionfo americano sono legate al cammino di Venus che ha già vinto sette Slam e potrebbe vincere l’ottavo. E’ la n.4 del mondo, negli Slam gioca bene soprattutto quando la sorella perde o non c’è, qui gioca in casa, ha vinto nel 2000 e nel 2001 ed è stata finalista nel 2002 e…con la Schiavone ha vinto sette volte su sette, senza aver mai rischiato di perdere anche se Francesca sostiene di aver avuto le sue chances negli ultimi due incontri nei quali ha vinto il primo set (“Stavolta cambio strategia, perdo il primo e vinco secondo e terzo” ha scherzato) sebbene in realtà nei due set successivi abbia raccolto soltanto tre games.

La partita in Australia l’ho vista, l’altra non la ricordo. Beh, insomma…è un bene che Francesca ritenga di aver avuto delle chances e che sia abbastanza convinta delle proprie possibilità. E’ normale che il suo trionfo al Roland Garros l’abbia rafforzata nelle proprie convinzioni. Erano già ottimistiche anni fa, figurarsi adesso.

Venus fin qui non mi ha troppo impressionato: sia la canadese Marino sia l’israeliana Peer che lei aveva sempre dominato nei precedenti duelli l’hanno costretta a un tiebreak nel primo set, e la Peer (peraltro in gran forma contro la Pennetta) è stata due volte avanti di un break.

Insomma Venus ha battuto due avversarie debolucce e una buona, ma senza entusiasmare. La sua seconda palla di servizio, spesso corta, è attaccabilissima (e la Peer lo ha fatto in continuazione, mentre la prima è difficile da rispondere). Io credo che molto dipenderà dal suo servizio. Se le entreranno molte prime sarà dura per Franci, altrimenti ci sarà partita.

Ovviamente sarà importante anche la battuta di Francesca che delle prime dieci del ranking WTA è la sola con la Jankovic (67%) ad avere vinto meno del 70% dei suoi game di servizio (68,9), mentre Serena ne ha vinti l’81%, la Stosur il 77%, la Henin il 75,5, Venus il 75,3 , la Clijsters il 76,8. La media dei servizi tenuti dalle top50 è il 68,3. Insomma Francesca è una di quelle che ha subito più break. Però è anche vero che ha avuto un’estate disastrosa, dopo il Roland Garros, quindi questo ha certo influito. E fra una Francesca su di giri ed una depressa ce ne corre.

La miglior Francesca può far partita uguale con tutte le tenniste più forti, questo è sicuro. Fin da quando a Mosca 2005 inflisse severe lezioni a Dementieva e Mauresmo. E anche quando ha perso partite sfortunate come contro la Chakvetadze e la Kuznetsova a Mosca in finale di Fed Cup aveva giocato da campionessa.

Temo quel bilancio di 7 sconfitte a 0, perché un giocatore difficilmente dimentica le lezioni subite e se le cose non si mettono bene all’inizio è abbastanza facile ripensarci e demoralizzarsi. Per questo spero in una partenza lanciata di Francesca.

Ciò detto Venus ha troppa più esperienza, invece, per abbattersi se per caso dovesse perdere il primo set. Ricorderebbe certamente d’aver vinto secondo e terzo le ultime volte e si direbbe: “perché non posso riuscirci anche questa volta?

L’unico vantaggio in questo tipo di situazione per Francesca _ nel caso cioè di un primo set vinto da lei _ risiede nel fatto che adesso sa che non può permettersi di rilassarsi nei primi games del secondo se non vuol fare la stessa fine fatta nelle ultime sfide..

Come mi ha confermato nell’intervista audio che spero abbiate potuto sentire Francesca sa che man mano che si allungheranno i punti lei avrà più chances di farli suoi. Di questo sono quasi sicuro. E’ vero che Venus è molto brava anche in difesa, perchè con le lunghe leve che si ritrova (è alta un metro e 88-89 cm non dimentichiamo) è capace di recuperare palle impossibili per molte altre giocatrici, però non mi sembra fisicamente al massimo. Lei dice di avere male al ginocchio, Francesca replica che lei allora ha male ad una spalla, ma sembrano pretattiche. Però se dovessi scommettere sulla condizione atletica delle due, ricordando che Venus è arrivata a questo US Open senza aver giocato molto, direi che quelle di Francesca sono migliori e una partita che durasse più di 2 ore la vedrebbe forse favorita (nonostante che Venus, va ribadito, abbia più esperienza nel chiudere certi match a certi livelli…e sul cemento).

Francesca dice che Venus sbaglia diversi dritti quando la palla è alta, io sono convinto che ne sbagli di più quando la palla è bassa, vedremo chi ha ragione.

Credo anche che Venus corra molto meglio lateralmente che non in avanti, dove però è rischioso farla venire perché la sua copertura alare le consente di arrivare su passanti o lob impossibili per altre tenniste: quindi o il suo drop-shot è immediatamente vincente oppure saranno guai. Non è sempre così. Con la Pavlyuchenkova super-imbranata a rete scavalcarla poi con un lobbettino anche di volee non era troppo complicato. Contro Venus lo sarà.

Eppoi Venus non è certo lenta o impacciata come la Pavlyuchenkova. Venus è fatta di un’altra pasta, avrà il sostegno del pubblico (non razzista…). La palla corta incrociata è più efficace e meno rischiosa sul cemento che quella dritta, perché se la palla rimbalzasse appena un po’ alta… Venus se la mangerebbe!

Insomma, per quanto mi riguarda è chiaro quel che spero, sognare non costa nulla, ma credo che battere Venus all’US Open sia una sorpresa quasi pari a vincere il Roland Garros. L’importante sarà reagire bene ai colpi di inizio gioco, servizio e risposta. Ed entrare in partita su ogni punto.

Ubaldo Scanagatta

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