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12/10/2010 14:42 CEST - Rassegna Stampa del 12 Ottobre 2010

La Williams: stagione finita «Pregate per me» (De Martino), Anche Serena ko. Per le azzurre niente Williams (Zanni)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

La Williams: stagione finita «Pregate per me»

Marco de Martino, il messaggero del 12.10.2010


«Pregate per me, ne ho bisogno». Cento giorni esatti dopo la finale di Wimbledon in cui ridusse la Zvonareva come un popcorn (6-2 6-3 alla russa e tredicesimo Slam) ritroviamo Serena Williams scossa dai singhiozzi, nel buen retiro di Palm Beach, Florida, Usa, affranta sul suo sito web: «Zoppico, il problema al piede destro non è risolto e temo che la mia stagione sia finita qui. Da diverse settimane stavo spingendo per tornare in campo dopo l'operazione, ma sabato dopo l'allenamento ho sentito di nuovo dolore e i medici mi hanno fermato. Ora ho il cuore a pezzi e la testa in tumulto, non mi resta che chiedere aiuto a Dio e a voi». Ecco, questa è la situazione. Palla di cannone fregata dal rinculo? Chi gioca contro l'Italia nella finale di Fed Cup? Chissà. Certo il tennis-wrestling di oggi consuma e corrode tutti, in ogni caso siccome oltre a Serena è rotta anche Venus, la prossima finale di Fed Cup tra Usa e Italia in programma il 6 e 7 novembre a San Diego si avvia al solito e classico happy ending, vale a dire le due bimbone assenti e noi azzurri vincenti contro le riserve yankee dritti spediti nella Storia del tennis. Ma c'è di più, perché questo problema al piede destro di Serena ha ormai i contorni del mistero. La panterona si era fatta male lo scorso 7 luglio in un ristorante di Monaco di Baviera camminando con dei sandali aperti sui pezzi di vetro di una bottiglia rotta. Una cosa assurda come capita ogni tanto ai campioni dello sport, attentissimi in tutto e poi maldestri nelle situazioni più banali, come per esempio la campionessa dello. sci Lindsey Vonn, capace di vincere la coppa del mondo ad occhi chiusi ma poi di affettarsi una mano nel tentativo di aprire una bottiglia di champagne. Comunque: per suturare la ferita di Serena ci vollero 18 punti, ma poi per sistemare il tendine dell'alluce addirittura un'operazione. Sembrava una cosa da nulla, invece Serena sparì dal giro, niente Istanbul a luglio, niente Cincinnati, Montreal e US Open ad agosto, niente Tokyo a settembre, e a ottobre niente Pechino e persino niente Linz dove era stato tutto apparecchiato per il Ritorno. Ieri il comunicato listato a lutto dell'unica e vera rockstar che oggi possiede il tennis-donne. Mistero perché in questi 100 giorni su Serena si è detto e scritto di tutto. 1) Si è rifatta il naso. 2) Si è ridotta il seno. 3) E' innamorata. 4) Sta scrivendo la sceneggiatura di un film. 5) Ha una malattia rarissima. 6) E' stufa del tennis, vuole stare vicina alla sua squadra di football, i Miami Dolphins, occuparsi della sua linea di borse e fare di più per la sua Fondazione in Kenya. 7) Per il tendine del piede è stato contattato persino il luminare finlandese Sakari Orava, quello che ha operato Beckham, ma nessuno ci capisce niente. In tutta la stagione Serena ha giocato la miseria di 6 tornei, anche se i due che ha vinto sono gli Australian Open e Wimbledon. Ieri ha perso il numero I nel ranking e le voci si rincorrono, mentre la capitana Usa apre il frigo e con gli scarti prova a inventarsi la squadra di Fed Cup: dunque, vediamo, abbiamo la numero 59 Mattek Sands, la numero 69 Oudin e la numero 78 King. Il problema è che quest'ultima di nome si chiama Vania, non Billie Jean

Anche Serena ko. Per le azzurre niente Williams

Roberto Zanni, il corriere dello sport del 12.10.2010

«Pregate per me (ne ho bisogno)». Lo ha chiesto Serena Williams ai tifosi nel messaggio scritto sul suo website perché tutte le intenzioni di riprendere l'attività agonistica sembrano naufragate; almeno per il 2010: secondo l'ex numero 1 la ricaduta sarebbe stata provocata dagli allenamenti troppo intensi. Arrivederci all'anno prossimo. Come aveva detto soltanto la settimana scorsa la sorella Venus, con tutti i dubbi del caso. Finita l'era Williams? Intanto Serena e Venus non parteciperanno al Master di Doha, ma soprattutto, cosa che ci riguarda molto più da vicino, entrambe non scenderanno in campo a San Diego, il 6 e il 7 novembre, per la finale della Fed Cup Usa-Italia. Se con le Williams sisters la squadra a stelle e strisce vera, ovviamente, la favorita per il successo finale, adesso la situazione si è completamente capovolta, con la Schiavone e la Pennetta che guardano dall'alto in baso la Mattek-Sands e la Oudin, ultime frecce (assieme alla doppista Huber) rimaste nell'arco di Mary Joe Fernandez, capitano Usa. WILLIAMS E USTA - L'anno scorso, a Reggio Calabria, finì 4-0 per l'Italia e anche in quella occasione non c'erano le Williams che, con la Usta, la federazione americana, hanno spesso avuto un rapporto contrastante, tant'è vero che l'ultima apparizione in nazionale delle sisters risale al 2007, mentre per ritrovare una vittoria degli Stati Uniti nella Fed Cup si deve andare indietro fino al 2000. REGOLAMENTI - Ma gli americani ricordano anche il forfait dell'aprile scorso, sempre di Venus e ancora per problemi fisici, prima dell'incontro con la Russia, o quello di Serena, alla vigilia della finale di Reggio Calabria, quando, da Doha, conclusa la stagione Wta, disse di essere «esausta»: troppo per volare in Italia e giocare la Fed Cup, ma ancora abbastanza in forze per andare a Londra per un servizio fotografico. Senza dimenticare che, per partecipare ai Giochi del 2012, nel caso Serena e Venus ci dovessero pensare, i regolamenti prevedono almeno due presenze- nella :Fed Cup nell'arco del quadriennio olimpico. MISTERI - In attesa così di rivedere (forse) entrambe le Williams nel 2011, l'infortunio di Serena rimane ancora misterioso: quel bicchiere rotto sotto il piede,-uno stop che si protrae dalla finale di Wimbledon, milioni di dollari persi e nessuna idea di fare causa al ristorante di Monaco, mentre per poche centinaia di dollari, biglietti gratis non avuti, si è messa a strillare su twitter
 

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker