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03/11/2010 16:30 CEST - Finale Fed Cup

Americane pessime perdenti

TENNIS - Nella prima conferenza stampa a San Diego, le americane trovano scuse ricordando la finale di Reggio Calabria. La Fernandez se la prende con il pubblico, la Oudin rincara la dose: "A Reggio Calabria si giocó sul fango, le condizioni erano troppo a loro favore, qui é diverso". Non era forse meglio ammettere la (netta) superiorità delle azzurre? Vanni Gibertini.

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Con ben quattro giorni di anticipo sull’inizio degli incontri, martedi all’ora di pranzo di é consumato il primo atto ufficiale della finale di Fed Cup 2010 con le conferenze stampa di apertura delle due squadre al completo. Scelta abbastanza curiosa questa, considerando che il primo martedí di novembre é tradizionalmente giorno elettorale negli USA, e quest’anno ci sono le elezioni politiche di metá mandato che tasteranno il polso alla popolaritá del presidente Obama e che di conseguenza monopolizzano l’attenzione di tutti i media americani.


Ad apparire per prima nella sala stampa della San Diego Sports Arena poco dopo mezzogiorno é stata la compagine azzurra, praticamente appena scesa dall’aereo, con le due giocatrici principali Pennetta e Schiavone ancora alle prese con le 10 ore di fuso orario tra Doha e la California e con i postumi del lungo volo di trasferimento.


Come al solito Francesca Schiavone non ha potuto sottrarsi alla solita domanda che ormai la perseguita dal giugno scorso: “Come é cambiata la tua vita da quando hai vinto il Roland Garros?” Se durante l’estate a Montreal si era lasciata andare a qualche commento tra lo spiritoso ed il sarcastico (“Sai, é la prima volta che qualcuno me lo chiede, é davvero una domanda originale!”), in questa occasione uffciale, senza la fatica di un match appena concluso sulle spalle, Francesca si é attenuta alla risposta da copione (“E’ meraviglioso, un sogno che si é avverato”), senza peró risparmiare una frecciata al collega americano: “magari adesso mi tocca di parlare un po’ di piú con voi giornalisti...”


La squadra azzurra é ovviamente favorita, sia per quel che riguarda la classifica delle giocatrici , tutte e quattro nelle Top 50, sia per quel che concerne l’esperienza in Fed Cup e soprattutto nelle finali. “La classifica non é la cosa piú importante nel tennis – ha tagliato corto Flavia Penetta – bisogna sempre andare in campo con chiunque e giocarsi la partita. E soprattutto in Fed Cup puó capitare che i valori del ranking vengano sovvertiti, per cui una volta scesi in campo la posizione in classifica non ha piú nessuna importanza”.


Capitan Barazzuti é rimasto sempre abbottonato come suo solito, mantenendo tutti con i piedi per terra nonostante il favore del pronostico ed il precedente della finale di Reggio Calabria: “Lo scorso anno si giocava all’aperto sulla terra, qui si gioca indoor sul veloce. Sappiamo che il team americano ci tiene moltissimo a rivincere la coppa qui in casa propria, quindi sappiamo che sará durissima. Noi, peró, rispetto all’anno scorso, abbiamo una campionessa del Roland Garros in piú”.


Subito dopo la fine della conferenza stampa delle azzurre é arrivata la compagine a stelle e strisce al gran completo, con la capitana Mary Joe Fernandez a fare gli onori di casa ringraziando i media presenti e dichiarandosi “very excited”, molto elettrizzata di poter giocare una finale in casa. Sicuramente ci sono forti probabilitá che la scelta della sede fosse caduta su San Diego per favorire la partecipazione delle sorelle Williams (che abitano o gravitano intorno all’area di Los Angeles, a circa 40 minuti di volo da San Diego) , ma come ormai noto Serena e Venus non saranno della partita a causa di vari infortuni che le hanno bloccate negli ultimi mesi, e quasi certamente non saranno nemmeno sugli spalti.


Grande attenzione viene generata dall’esordio nella squadra nazionale di Coco Vandewege, la diciottenne di New York rivelatasi al pubblico degli appassionati a suon di vittorie nei tornei WTA soprattutto qui a San Diego ed a Tokyo. La giovane newyorkese si dice onorata di poter rappresentare il proprio Paese e le sue compagne hanno cercato di tranquillizzarla facendole notare che giocare in casa é un grande vantaggio perché il pubblico sará dalla sua parte (nel caso in cui dovesse scendere in campo) e non ci saranno disturbi ambientali di vario genere, come la banda musicale con cui le “anziane” del team avevano dovuto fare i conti durante la semifinale 2009 a Brno contro la Repubblica Ceca. Ma nessun campo non americano si salva dal giudizio negativo delle americane, dalla Francia alla Russia, fino ad arrivare ad una dichiarazione alquanto discutibile di Mary Joe Fernandez: “Anche il pubblico italiano fece parecchio rumore lo scorso anno. C’é molto piú rumore nei match che giochiamo in trasferta, il pubblico americano sembra quello che si comporta in maniera piú civile”. A rincarare la dose ci pensa Melanie Oudin, che ricorda come in occasione della finale 2009 di Reggio Calabria “le condizioni di gioco erano semplicemente terribili, il campo era una palude di fango, la palla non rimbalzava, tutto sembrava favorire loro”. Senza dubbio una caduta di stile della squadra statunitense che, oltre a glorificare un pubblico come quello americano che raramente nei tornei del circuito viene additato ad esempio di comportamento sugli spalti, é sembrata voler attribuire la sconfitta di Reggio Calabria alle condizioni ambientali avverse allestite dall’organizzazione italiana piuttosto che all’indubbia differenza di valori tecnici in campo.


C’é da sperare che queste spiacevoli dichiarazioni fossero dettate dallo scopo di attirare quanto piú pubblico possibile alla San Diego Sports Arena durante il prossimo weekend, nonostante la diretta televisiva integrale da parte di Tennis Channel, e nonostante la concomitanza domenicale con le partite di football, soprattutto quella dei local San Diego Chargers impegnati a Houston contro i Texans, il cui match verrá trasmesso in diretta nazionale dalla CBS.
In ogni caso, aiuto del pubblico o meno, rimane il fatto che tasso tecnico ed esperienza indicano le nostre portacolori come sicure favorite per la vittoria finale, e speriamo che le nostre ragazze ancora una volta non ci deludano come raramente hanno fatto negli ultimi anni in Fed Cup.
 

Vanni Gibertini

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker