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08/11/2010 10:04 CEST - FINALE FED CUP

Game over? Direi di si

TENNIS - Nonostante le doti di Coco Vandeweghe, una specie di Davenport in gonnella, la squadra americana senza sorelle Williams è troppo debole per l'Italia. La Schiavone ha contenuto le mazzate della californiana. La Pennetta annulla un setpoint alla Mattek ma vince in due set. L'unico problema dell'Italia? L'età non più verdissima delle due migliori giocatrici. Rino Tommasi

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Non hanno avuto bisogno di giocare il loro miglior tennis Francesca Schiavone e Flavia Pennetta per vincere i primi due singolari della finale della Fed Cup e per ipotecare la terza vittoria in quattro anni della nostra squadra. Hanno vinto entrambe in due set lasciando alle loro avversarie solo il rimpianto in un set point, quello mancato da Bethanie Mattek contro Flavia Pennetta dopo che la brindisina aveva sciupato un vantaggio di 5 a 1.
Pronostico rispettato in tutta tranquillità. Senza la sorelle Williams il tennis americano ha il serbatoio praticamente vuoto perché solo Coco Vanderweghe, coraggiosamente mandata in campo da Mary Jo Fernandez, la capitana Usa, sembra in grado di poter raggiungere livelli interessanti in campo internazionale.

Fatti i complimenti dovuti alle nostre ragazze, che da sole tengono in piedi il nostro tennis, orfano di buoni giocatori e di risultati nel settore maschile, c’è solo da osservare come l’unico problema del nostro tennis femminile è di carattere anagrafico perché la Schiavone ha 30 anni e la Pennetta 28 mentre dalle gare giovanili non giungono notizie incoraggianti. Inutile ricordare i difetti della formula (quella della Fed Cup è ancora meno felice di quella della Davis) e delle molte defezioni che hanno ridotto il tasso tecnico della manifestazione. Le giocatrici più forti concentrano le loro energie nei tornei individuali e lo prova il fatto che gli Stati Uniti sono riusciti a raggiungere per due volte la finale senza schierare le Williams e con il solo apporto di qualche ragazzina nemmeno troppo brava. Melanie Oudin, opportunamente sostituita dalla Vaderweghe per questa finale, non ha mantenuto le promesse ed ha perduto venti posti in classifica in questa stagione né ha fatto meglio la Mattek Sands che è scesa al numero 58 dopo essere stata numero 37 due anni fa. Ancora acerba e probabilmente troppo pesante , la Vanderweghe ha il vantaggio di avere solo 19 anni. E’ una specie di Davenport bionda ma ancora lontana dai livelli della connazionale che ha vinto in carriera tre titoli del grande Slam . Comunque questa ragazzona che viene, come del resto la Davenport, da una famiglia di sportivi aveva battuto in stagione le nostre Camern e Garbin.

La Schiavone l’ha tenuto a distanza nel primo set e ne ha contenuto il tentativo di recupero nel secondo quando dal 4 a 2 si è fatta raggiungere sul 4 pari ma ha evitato pericoli e fastidiosi prolungamenti dell’incontro.
La Pennetta ha iniziato con molta autorità. E’ volata fino al 5 a 1 ma sui si è bloccata. Si è fatta superare sul 6 a 5 ed è stata costretta ad annullare un set point prima di imporsi al tie-break per 7 a 4. Lo ha giocato però con coraggio e bravura, quindi ha vinto il tie-break per 7 a 4 ed ha controllato piuttosto facilmente il secondo set. Game over ? Direi proprio di si.

Rino Tommasi

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker