Italiano English Français
HOMEPAGE > > Quanto vale la Fed Cup?

10/11/2010 08:25 CEST - L'ANALISI

Quanto vale la Fed Cup?

TENNIS – E’ giusto definire “Campionesse del Mondo” le ragazze della Fed Cup? L’edizione 2010 è stata disertata da otto delle prime venti: La giocatrice più forte affrontata è stata Alona Bondarenko (n. 26 WTA). Vincere fa bene, e gli assenti hanno sempre torto. Ma il Roland Garros della Schiavone vale molto di più di un trofeo che si può paragonare alla…Europa League? Riccardo Bisti

| | condividi

La vittoria in Fed Cup ha alimentato una legittima euforia in seno al Clan Italia. Nella Repubblica del Pallone, in fondo, un successo di squadra fa sempre notizia. Chi segue il tennis sa benissimo che un torneo del Grande Slam vale molto di più, ma nel nostro paese il concetto di “Campioni del Mondo” è troppo allettante e viene utilizzato spesso, non sempre a ragione. Archiviata la bella vittoria delle nostre ragazze, la terza in cinque anni, ci si domanda quanto la Fed Cup possa essere considerata un Campionato del Mondo tennistico. Per comprendere il valore di questo trofeo, nato nel 1963 e passato attraverso alcuni cambi di formula, bisogna considerare un paio di aspetti: la struttura e il campo di partecipazione. L’attuale formula è piuttosto limitativa: ogni anno possono aggiudicarsi il titolo appena otto squadre (contro le 16 dei mondiali femminili di calcio e basket, e le 24 della pallavolo). C’è poi la formula del singolo match, in cui la collocazione del doppio (ultimo match sull’eventuale 2-2) ne riduce drasticamente l’importanza. Sono dunque sufficienti due individualità di spicco, mentre non è strettamente necessario avere una buona coppia di doppio come invece accade in Coppa Davis. A favore della Fed Cup, tuttavia, va detto che c’è bisogno di due giocatrici "vere". Per vincere la Davis potrebbe bastare un giocatore e mezzo, come testimonia la Svezia del 1975 (Bjorn Borg si aggiudicò l’Insalatiera praticamente da solo).

Ma veniamo al campo di partecipazione. In un qualsiasi Campionato del Mondo non c’è atleta che non voglia partecipare. Nel tennis, sport individuale per eccellenza, le gare a squadre si incastonano in un calendario denso di appuntamenti. Non sempre il richiamo della bandiera ha la meglio, tanto che diverse atlete preferiscono lasciar perdere per concentrarsi sulla carriera individuale. Scelte discutibili ma legittime. Vediamo come si sono comportate le attuali top 20 nella Fed Cup 2010.

Caroline Wozniacki – Presente nel girone euroafricano
Vera Zvonareva – Assente (non gioca dal 2008)
Kim Clijsters – Assente contro la Polonia, presente contro l’Estonia (una vittoria in singolo)
Serena Williams – Assente (non gioca dal 2007)
Venus Williams – Assente (non gioca dal 2007)
Samantha Stosur – Sempre presente (cinque vittorie su cinque)
Francesca Schiavone – Sempre presente (quattro vittorie e due sconfitte)
Jelena Jankovic – Sempre presente (tre vittorie e tre sconfitte)
Elena Dementieva – Assente contro la Serbia, presente contro gli USA (due vittorie in singolo, sconfitta in doppio)
Victoria Azarenka – Presente nel girone euroafricano
Na Li – Assente (non gioca dal 2008)
Justine Henin – Assente contro la Polonia, presente contro l’Estonia (una vittoria in singolo)
Shahar Peer – Predente nel girone euroafricano
Agnieszka Radwanska – Sempre presente (due vittorie e due sconfitte)
Nadia Petrova – Assente (non gioca dal 2009)
Marion Bartoli – Assente (non gioca dal 2004)
Ana Ivanovic – Presente contro la Russia (tre sconfitte), assente contro la Slovacchia
Maria Sharapova – Assente (non gioca dal 2008)
Aravane Rezai – Assente contro gli USA, presente contro la Germania (una vittoria e una sconfitta)
Maria Kirilenko – Assente (non gioca dal 2006)

Danimarca (Wozniacki), Bielorussia (Azarenka) e Israele (Peer) si trovano nel Gruppo 1, zona euroafricana. Le tre nazionali si sono trovate a Lisbona in un maxi raggruppamento con in palio due posti per i play off promozione. Le tre campionesse c'erano: per questo le inseriamo nella lista di coloro che hanno dato disponibilità totale, di cui fanno parte anche Samantha Stosur (imbattuta), Francesca Schiavone, Jelena Jankovic e Agnieskza Radwanska. Ci sono poi cinque giocatrici che hanno dato una disponibilità parziale, disputando un match su due: Clijsters, Dementieva, Henin, Ivanovic e Rezai. Restano otto giocatrici (di cui tre top 10) che non hanno partecipato. I numeri, insomma, dicono che alla Fed Cup 2010 hanno partecipato 12 delle prime 20 del mondo, cinque delle quali senza dare disponibilità totale.

DSPONIBILITA’ TOTALE: Wozniacki, Stosur, Schiavone, Jankovic, Azarenka, Peer, Radwanska.
DISPONIBILITA’ PARZIALE: Clijsters, Dementieva, Henin, Ivanovic, Rezai
DISPONIBILITA’ NULLA: Zvonareva, S. Williams, V. Williams, Li, Petrova, Bartoli, Sharapova, Kirilenko.

Difficile considerare un Campionato del Mondo una manifestazione dove mancano il 40% delle migliori. Tante assenze sono impensabili in un torneo del Grande Slam. Persino alcuni eventi WTA, in virtù dello status di “Mandatory”, hanno migliori garanzie in termini di campo di partecipazione. La concorrenza non straordinaria, in effetti, si è vista nel percorso vincente dell’Italia: le azzurre non hanno fronteggiato nemmeno una top 20. La giocatrice di più alta classifica contro cui abbiamo giocato è Alona Bondarenko, numero 26 ai tempi della sfida di Kharkiv. Per il resto tutte giocatrici di secondo piano, con classifiche nettamente inferiori a Schiavone e Pennetta. Per vincere la sua terza Fed Cup, l’Italia ha giocato undici singolari. Ecco le giocatrici affrontate e la loro classifica WTA al momento della sfida.

Alona Bondarenko (n. 26)
Kateryna Bondarenko (n. 33)
Lucie Safarova (n. 38)
Petra Kvitova (n. 60)
Lucie Hradecka (n. 74)
Bethanie Mattek (n.58)
Coco Vandeweghe (n. 114)
Melanie Oudin (n. 67)

Per alzare il trofeo, dunque, non c’è stato bisogno di nessuna impresa. Francesca Schiavone e Flavia Pennetta sono state bravissime a rispettare pronostici e gerarchie (soprattutto la Pennetta, capace di rendere indolori i due scivoloni della Schiavone) e per questo l’Italia merita di vincere un trofeo che per prestigio, qualità e tradizione non può competere con i tornei del Grande Slam e forse nemmeno con alcune tappe del circuito. La grande forza del team italiano, lo abbiamo detto più volte, risiede nella sua compattezza. Le azzurre hanno sempre risposto presente alle convocazioni, peraltro sottoponendosi a qualche rinuncia pur di esserci (vedi la Pennetta con il Masters B di Bali). Il merito va a loro, ma anche al capitano Corrado Barazzutti. Il clima in seno alla squadra è ottimo: probabile che ci sia qualche sana rivalità, ma le sanno nascondere benissimo. L’Italia ha vinto la Fed Cup sul campo, ma in certo senso aveva già vinto al momento delle convocazioni. Le nostre rispondevano, le altre si perdevano tra rifiuti e mezze disponibilità. Chi è assente ha sempre torto, dunque le italiane fanno bene a festeggiare. Ma un Campionato del Mondo, in tutta sincerità, è un’altra cosa. Volendo fare un paragone calcistico, la Fed Cup sembra una via di mezzo tra la Coppa Italia e l’Europa League. Vincerle fa bene a cuore e morale, ma i trofei che pesano sono altri. Una vittoria al Roland Garros, per esempio.

Riccardo Bisti

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Nadal.Verdasco, un match epico

Quote del giorno

"Non so quale sia il segreto per vincere uno Slam; sai, non ne ho mai vinto uno".

Andy Murray dopo la sconfitta con Wawrinka agli US Open

Accadde oggi...

7 Novembre 1983

Con il Re di Svezia Karl Gustav XVI in tribuna Mats Wilander onora la casa reale della sua nazione battendo Tomas Smid 6-1 7-5 nella finale del torneo di Stoccolma.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker