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26/11/2010 17:15 CEST - Rassegna stampa del 26-11-2010

La semifinale di Federer l’onesto, nel Masters delle regole folli (Clerici). Federer di routine, Soderling rimandato (Tommasi). L’evoluzione di Federer (Marcotti)

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Rubrica a cura di Alberto Giorni

La semifinale di Federer l’onesto, nel Masters delle regole folli (Gianni Clerici, La Repubblica del 26-11-2010)

Viene a trovarmi il mio amico Carlo Zuccoli, uno dei maggiori esperti italiani di ippica, e tennista non vile. Da grande competente, Carlo sa tutto sulle scommesse e, come ci sediamo in tribuna, mi domanda perché non porti con me il mio computer, e si sorprende, nel sentirmi rispondere che è proibito, e che addirittura potrebbero sequestrarmelo. La ragione è più che evidente. Da addetto ai lavori potrei conoscere le condizioni di salute dei tennisti, come accadde in un famoso match in Polonia tra Davydenko e Vassallo Arguello, in cui le puntate piovvero sull'argentino prima che il russo, favoritissimo ma infortunato, si ritirasse. O addirittura potrei comunicare in tempo reale chi ha segnato il punto, e scommetterci prima che giungano, sui televisori, le relative immagini. Zuccoli cava di tasca sorridendo un palmare, si collega a Bet Fair e ad un altro bookmaker, per dirmi che le quote dei giocatori che stanno palleggiando, Federer e Soderling, sono 1.15 e 4.5. Poi, sorridendo, mi invita a seguire, ad ogni punto, i mutamenti delle quote. «Non accadrà come nel famoso match di Davydenko», obbietto. «Me lo auguro», risponde, «ma stiamo a vedere». Inizia il match, Federer va in testa, si fa ripigliare, infine raggiunge il suo quinto gioco e, grazie all'ignobile formula del quoziente game, è a questo punto qualificato perla semifinale. Simile successo parziale, che potrebbe provocare nello svizzero un rilassamento, non sembra invece riguardarlo, tanto che sussurro al mio amico: «Vincendo il match, Roger non solo si qualificherebbe perle semifinali, ma al primo posto del suo gironcino». L'amico sorride, e mi mostra, sul suo palmare, il mutamento delle quote. Federer è disceso alla pari, Soderling è salito a 5 e 3. Non è finita. Dopo il sei pari, e un tiebreak in cui Roger servirà sempre la prima e fulminerà tre ace, eccolo classificato al primo posto nel girone, sempre grazie ai fottuti regolamenti, come li chiama il mio amico. Mi sottopone nuovamente le quote, con un Federer sceso sotto la pari, e Soderling salito tra l'otto e il nove. «A questo punto — soggiunge Carlino — se Federer volesse sussurrare qualcosa ad un amico scommettitore, potrebbe perdere il match, guadagnare qualche milione di sterline, e qualificarsi lo stesso. Cosa te ne pare?». «Mi pare sempre di più una formula che fa schifo. E ringraziamo gli Dei che Federer sia un'onesta persona». «Peccato tu non scriva in inglese», conclude Zuccoli, nel salutarmi. «Forse, capirebbe qualcuno in più».


Federer di routine, Soderling rimandato (Rino Tommasi, La Gazzetta dello Sport del 26-11-2010)

A veder giocare Roger Federer e Robin Soderling nell’incontro che ha deciso il vincitore del primo gruppo di questo Masters, si capiva perfettamente come il campione svizzero avesse accumulato uno scoraggiante margine di 14 vittorie e una sola sconfitta nei confronti dello svedese, che pure su questa superficie rimane un cliente difficile per tutti. Base Federer si porta dalla nascita, almeno quella tennistica, due colpi base che sono il servizio e il dritto per cui quando riesce ad aggiungervi il rovescio, che ieri come già contro il padrone di casa Andy Murray ha funzionato benissimo, è fuori dalla portata di qualsiasi tennista contemporaneo che non sia mancino e non provenga da Maiorca. Dominio Ieri Federer non è riuscito a evitare il fastidio di un tie-break perché non ha difeso il servizio di vantaggio che si era procurato con un passante di rovescio per il 3 a 1. Raggiunto da Soderling sul 3 pari ha avuto bisogno di 3 ace e di una magia (di rovescio) per aggiudicarsi il tie-break per 7 a 5. Game over. Federer ha mancato tre palle break nel quarto gioco del secondo set, ma non ha sciupato quella che lo ha portato a servire per il match sul 5 a 3 e a chiuderlo poco dopo in un’ora e 28 minuti. En plein Con tre vittorie tutte conquistate in due set, Federer ha semplificato i calcoli per determinare la situazione nel suo gruppo lasciando a Murray e a Ferrer la possibilità di giocarsi in serata il secondo posto utile. Federer si qualifica, per l’ottava volta su nove partecipazioni alle semifinali del Masters che ha vinto 4 volte perdendo un’incredibile finale con Nalbandian nel 2005. «Ogni volta Soderling prova qualcosa di nuovo per battermi— ha sintetizzato Federer —, ma ogni volta trovo le contromisure. Sono stato molto concentrato, molto solido, dall’inizio alla fine della partita».


L’evoluzione di Federer (Gabriele Marcotti, Il Corriere dello Sport del 26-11-2010)

Trentanove minuti per ipotecare la semifinale di domani, un set per la certezza del primato nel girone, un'ora e venti per la terza vittoria in altrettanti incontri. Fedex accelera e diventa irresistibile. Dopo David Ferrer e Andy Murray anche Robin Soderling, fresco numero quattro al mondo, si deve inchinare a Roger Federer, che alla 02 Arena di Londra sembra aver ritrovato la magia dei giorni migliori. Una forma psico-fisica sorprendente se si considera che solo sei mesi fa Federer veniva estromesso ai quarti di Wimbledon ponendo fine ad un predominio lungo otto anni di finali. Ma la lunga vacanza successiva a quella delusione lo ha rigenerato e da Toronto in poi ha sempre raggiunto almeno le semifinali, con tre acuti a Cincinnati, Stoccolma e Basilea. Grazie alla formula a gironi, alla vigilia del match contro Soderling, a Federer bastavano cinque game per avere la certezza della qualificazione, un solo set per assicurarsi il primo posto nel Gruppo B. Ottenuto il primo set al tie-break, lo strappo decisivo è arrivato all'ottavo game della seconda frazione, grazie ad una nuova varietà tattica. Un'evoluzione figlia anche del connubio con Paul Annacone, già coach di Pete Sampras, che da diversi mesi ormai lo sta seguendo. «Di sicuro Paul ha portato qualcosa di nuovo nel mio gioco - l'ammissione dello svizzero -. Era importante dopo Wimbledon trovare un altro interlocutore con cui confrontarmi. Mi piace ascoltare sia lui sia Severin (Luthi), che ormai mi conosce da anni. Non ho mai avuto l'assillo del coach, anche per questo ne sono rimasto senza per diversi anni. Sono diventato numero uno del mondo da solo, e credo che ad un certo punto sia giusto crescere e non farsi guidare sempre da altri». Chissà se nelle sue parole c'era un malizioso riferimento al simbiotico rapporto tra Rafa Nadal e lo zio Toni. Certo è che se la prima parte della stagione federiana lasciava trasparire una vistosa flessione di gioco ancor prima che di risultati, il dopo-Wimbledon dischiude nuovi orizzonti. Una fiducia ritrovata che lo porta in campo senza curarsi dei riscontri aritmetici. D'altronde ieri, vinto il primo set, avrebbe potuto anche rallentare. «Ma di proposito non avevo fatto alcun calcolo matematico - ha ammesso Federer - Lo scorso anno ci avevo pensato ma quest'anno non ero certo che un set fosse sufficiente per la qualificazione. Di certo perdere un match non è il modo migliore per vincere un torneo. Volevo giocare al mio meglio e vincere in due set: sono contento perché sento di aver risparmiato energie preziose». Oggi in campo Nadal, a cui basta un set contro Tomas Berdych per le semifinali, e Novak Djokovic, opposto a Andy Roddick. Per il serbo l'occasione di dimenticare la beffa subita contro Nadal quando si è dovuto arrendere alle sue lenti a contatto (rotte) prima ancora che allo spagnolo. Perché dall'interruzione sul 4-4 del primo set, quando Novak ha chiesto il primo intervento medico per risolvere il problema, non c'è stata più partita.

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker