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27/11/2010 21:34 CEST - IL CASO DI MOLESTIE SESSUALI

Quel maestro mi tocca...

TENNIS - Molestie sessuali a tre ragazzine. E non è la prima volta che succede, nè in Italia nè in Francia. Nè negli Stati Uniti. Il famoso caso della Demongeot, l'intervento della Tauziat. E da noi un tennista assai noto insegna ancora come se nulla fosse. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, si potrebbe copiare il modello francese, dove i coach devono sottoscrivere una clausola che obbliga a un comportamento irreprensibile. Riccardo Bisti

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Le scintillanti immagini delle ATP World Tour Finals sono solo una minuscola parte di un mondo, quello del tennis, dotato di un sottobosco pieno di sfaccettature. Meandri che spesso nascondono storie tristi ed inquietanti. Si parla spesso di piaghe come il doping e le scommesse, da cui emergono solo pillole o stralci di verità. Ma c’è un nuovo filone che è tristemente balzato agli onori della cronaca proprio in questi giorni. Un articolo apparso su “Il Messaggero” del 23 Novembre, infatti, informa che la Procura di Roma avrebbe aperto un’inchiesta nei confronti di un maestro di tennis che svolge anche il ruolo di agente di giocatrici. L’accusa è grave: molestie sessuali nei confronti di tre allieve, con l’aggravante che una delle tre all’epoca dei (presunti) fatti era minorenne. Una brutta storia, partita dalla denuncia della madre di una delle tre. L’articolo riporta anche alcuni dettagli delle presunte dichiarazioni delle ragazze. Il comune denominatore sarebbe l’abuso di una posizione psicologica dominante (maestro su allieva). L’imputato si difende tramite il suo avvocato, il quale ha dichiarato: “Il mio assistito ha sempre negato tutto di questa vicenda, per anni ha avuto un importante centro sportivo e queste allieve che lo avrebbero denunciato, in realtà, erano state scartate da lui come possibili future tenniste professioniste. Potrebbe essere stato un loro modo di vendicarsi”. Al di là del caso specifico, si aprono ombre inquietanti sul mondo del tennis giovanile, dove ragazze molto giovani sono sballottate in giro per il mondo e messe in mano a personaggi che possono facilmente abusare di una posizione dominante. E’ un argomento tabù, anche se già prima del caso in questione erano giunti spifferi non proprio tranquillizzanti. Qualche anno fa ci fu il caso di un maestro, ex giocatore di Coppa Davis, che venne arrestato dai carabinieri durante una lezione con l’accusa di aver abusato su una minore. Lui si difese, affermando che la ragazza era consenziente. Oggi insegna in un altro club e partecipa alle gare a squadre, peraltro mantenendo una dignitosa classifica nazionale.

Il precedente francese
La storia che ha fatto più scalpore viene dalla Francia, più esattamente dal libro-denuncia di Isabel Demongeot, discreta giocatrice degli anni 80 e 90, di cui si trova traccia quasi soltanto negli archivi di Rino Tommasi (è stata numero 35 WTA, vanta un ottavo e Wimbledon e buoni risultati in doppio). Qualche anno fa, dopo notevoli fatiche per trovare un editore, pubblicò il libro “Service Volè” (servizio rubato) in cui, dopo una prefazione firmata da Yannick Noah, denunciava gli abusi del suo coach di allora, Regis De Camaret, responsabile del Centro Tecnico di Marres. Quella raccontata dalla Demongeot è una storia molto simile a quella emersa in questi giorni. Si parla di un tecnico, come raccontato da Federico Ferrero su L’Unità, “che la portava –là-, in casa, per fare –quello-“. La faccenda fu presa sul serio, tanto che le gendarmeria si è presentata a casa di un anziano De Cameret ipotizzando i reati di violenza aggravata e aggressione sessuale aggravata. Accusa infame, rafforzata dalle dichiarazioni spontanee di diverse giocatrici transitate dal Centro Tecnico in un periodo compreso tra il 1977 e il 1989. De Camaret si è fatto tre mesi di carcere, poi una lunga battaglia legale lo ha “riabilitato” nel Dicembre dell’anno scorso. Insufficienza di prove. Ma non è finita, perché l’ultima parola spetterà alla Cassazione. Nel frattempo l’opinione pubblica francese, a cominciare dalle ragazze denuncianti, è tutta a fianco della Demongeot. L’unica che difende il vecchio coach è anche la più famosa: Nathalie Tauziat, ancora oggi in affari con De Camaret. Ha anche querelato per diffamazione la Demongeot perché l’avrebbe accusata di coprire le malefatte del coach. Le hanno dato torto, perché la Demongeot si sarebbe limitata a raccontare il disinteresse di Nathalie per quello che accadeva. Si sarebbe limitata a dire che De Camaret, per lei, continuava ad essere il miglior coach del mondo.

Ci vuole una forma di tutela
La storia raccontata dalla Demongeot assomiglia in modo inquietante a quella emersa in questi giorni e di cui si sta occupando la Procura. Alcuni dei passaggi del libro “Service Volè” ricordano alcune testimonianze: “Ho spento la luce e quando mi sono svegliata c’era una mano sul mio petto. Una voce che conoscevo bene mi ordinò di non muovermi. Obbedii per non farlo arrabbiare. Poi la mano cominciò a scendere, sempre più in basso. (…) Avrei voluto ribellarmi, ma era troppo tardi”. La storia della Demongeot ha vivamente colpito l’opinione pubblica francese, tanto che il Ministero dello Sport ha invitato le federazioni sportive a tutelarsi da episodi del genere. La Federtennis francese è subito intervenuta, obbligando tutti i tecnici a sottoscrivere una clausola che impone di tenere un comportamento irreprensibile e di non trarre alcun vantaggio dalla propria posizione dominante rispetto alle ragazze. E viene esplicitamente menzionato il divieto di avere rapporti sessuali con le allieve. Nel Febbraio 2008 è stato addirittura attivato un numero verde disponibile per tutte le ragazze vittime di abusi. Iniziativa meritoria. Potrebbe essere una buona idea che i medesimi regolamenti siano adottati anche dalla Federazione Italiana. E’ un suggerimento che ci sentiamo di girare ai nostri dirigenti, sempre molto attenti agli aspetti normativi (statuto, regolamenti, norme).

Riccardo Bisti

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker