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02/12/2010 19:58 CEST - FINALE COPPA DAVIS

Forget e la Davis, storia infinita

TENNIS - L'elegante Guy proverà a condurre il suo paese alla conquista della decima insalatiera, proprio lui che da giocatore e da capitano ha legato in maniera particolare il suo nome alla Davis. Da Noah a Llodra, passando per Leconte e Mathieu, dalla vittoria a Lione nel '91 al capolavoro orchestrato dalla panchina in Australia nel 2001. Terminando con la caduta di Bercy e la rinascita targata 2010. Stefano Tarantino

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Da venerdì 3 a domenica 5 dicembre la “Belgrade Arena” sarà teatro della finale di Coppa Davis tra Serbia e Francia. A guidare i transalpini ci sarà Guy Forget, che da quasi trent’anni lega il suo nome alle vicende tennistiche francesi. Nato a Casablanca nel 1965, Forget è passato professionista nel 1982, arrivando ad essere anche n. 4 delle classifiche ATP (ad Aprile '91). In cinque occasioni ha raggiunto i quarti negli Slam (tre volte a Wimbledon e due volte agli Australian Open) ed ha collezionato undici titoli in singolare (i più importanti a Parigi Bercy e Cincinnati, entrambi nel '91, la sua miglior stagione) e addirittura ventotto in doppio (con il successo nel Masters del '90 al fianco dello svizzero Hlasek). Una carriera di tutto rispetto, impreziosita dalle vittorie in Davis nel '91 e nel '96. Vittorie dal sapore ben diverso, ma ugualmente esaltanti. La prima vissuta nel pieno della crescita professionale, da numero 1 di Francia, spalleggiato dal talentuoso ed esperto Leconte. La seconda, conquistata facendo da chioccia ad un gruppo di validi giocatori (Pioline e Boetsch), giocando soprattutto da doppista al fianco di Guillame Raoux. Terminata la carriera da giocatore, Forget è divenuto capitano del team francese, legando il suo nome ad un altro trionfo in Davis (nel 2001) e conquistando (compresa quella di quest’anno) altre tre finali. Riviviamo le esperienze più importanti in questa gloriosa manifestazione di Forget nel doppio ruolo di giocatore e di capitano.

Due trionfi da giocatore
Nel 1991 a Lione in finale contro gli Usa ebbe l’onore di conquistare il punto decisivo. Dopo l'iniziale sconfitta con l'esplosivo Agassi in quattro set nel primo singolare, insieme a Leconte (con il quale rappresenta la coppia migliore nella storia della Davis per la Francia con l'invidiabile record di 11 vittorie e nessuna sconfitta) diede il là al successo transalpino battendo clamorosamente in doppio i più affiatati ed esperti Flach e Seguso per poi superarsi nel terzo singolare battendo un Pete Sampras ancora un po' acerbo. Chi è appassionato di Davis ricorderà sicuramente Forget a rete esitante e quasi impacciato sul match point, quando concluse l'ultimo punto con l'avversario ormai fuori campo prima di crollare a terra dalla felicità. Quella vittoria fu storica perchè riportò l'insalatiera in Francia dopo 59 anni (l'ultima vittoria risaliva infatti al 1932, epoca dei grandi moschettieri Borotra, Brugnon, Cochet e Lacoste). In occasione della semifinale vittoriosa contro l’Argentina, giocata proprio a Lione, il maxischermo del palazzetto ha riproposto le immagini di quel magico weekend, emozionando Guy e caricando a mille tanto il pubblico quanto i suoi giocatori. Nel 1996 il team francese realizzò una vera e propria impresa: in semifinale ribaltò a Nantes lo 0-2 dopo i primi due singolari con l'Italia capitanata da Panatta. Il primo passo di quella storica rimonta fu compiuto proprio da Forget, che in coppia con Raoux superò Gaudenzi e Nargiso. Poi in finale ci fu il colpaccio in terra svedese, facilitato dall'infortunio di Edberg nel primo singolare, costruito sull'altrettanto importante vittoria in doppio dei soliti Forget / Raoux contro Bjorkman e Kulti e perfezionato dalla vittoria di un indomito Boetsch nel quinto e decisivo singolare contro lo stesso Kulti (oltretutto annullando anche un match point). Capitano di entrambi i team era il mitico Yannick Noah, colui che del resto aveva rilanciato il tennis francese e che aveva da giocatore accompagnato lo stesso Forget nei suoi esordi in Davis. Proprio Noah dopo uno spareggio vinto con Israele nel '98 lasciò la guida della nazionale a Guy, che dopo un’esperienza in Davis di tutto rispetto, fatto di trentotto vittorie e undici sconfitte (17-7 in singolare e 21-4 in doppio), imparò ben presto ad essere un capitano grintoso, pronto a spronare dalla panchina i suoi uomini ed a dirimere dove necessario le liti in seno al gruppo.

Tre finali in quattro anni
L'inizio dell'avventura fu a dir poco sensazionale, nei primi quattro anni capitan Forget portò la Francia tre volte in finale. La prima arrivò nel 1999. Favorita sì da un tabellone che le aveva dato la possibilità di affrontare tutti i turni in casa (battuti nell'ordine l'Olanda di Krajicek, il Brasile di Kuerten e il Belgio di Malisse), i transalpini affrontarono a Nizza l'Australia dei Woodies (Woodford e Woodbridge) accompagnati dal solido Philippoussis e dall'emergente Hewitt. Risultarono decisivi la gran vena di Philippoussis (vincitore sia contro Grosjean che contro Pioline) ed il mitico doppio “aussie” che consentirono il 3-2 finale per gli ospiti. La vendetta si consumò due anni dopo, proprio contro gli australiani. Non solo, nel 2001 il cammino fu molto più difficile e accidentato: la Francia giocò sempre in trasferta, impresa ad oggi unica nella lunga storia della Davis. Nel primo turno i transalpini si sbarazzarono facilmente del Belgio (5-0, ma i primi due singolari furono vinti solo al quinto set da Grosjean e Clement contro i fratelli Rochus), poi nei quarti la prima grande impresa. Di fronte la Svizzera di Rosset e dell'emergente Federer. Eppure capitan Forget non si scompose e giocò (indovinandola) la mossa di Escude in singolare. Clement vinse 15-13 al quinto con Rosset, Escude superò in quattro set Federer. Sullo 0-2 Federer guidò la rimonta, vincendo insieme a Manta il doppio al quinto set (9-7) contro Pioline e Santoro e poi battendo Clement in quattro sets per il 2-2. Ma fu ancora una volta Escude a rivelarsi decisivo, battendo in un'altra maratona Bastl (Rosset era praticamente sfinito dopo il singolare della prima giornata), superandolo 8-6 al quinto. In semifinale fu poi il turno dell'Olanda, superata a Rotterdam già dopo il secondo giorno con il 3-0 nel doppio dato dai soliti Pioline e Santoro. A quel punto rimaneva l'ultimo passo da compiere, ma l'impresa appariva in partenza a dir poco proibitiva. C'era da affrontare l'Australia guidata da Rafter e Hewitt e che probabilmente avrebbe schierato in doppio gli esperti Arthurs e Woodbridge. Inoltre un ulteriore difficoltà sembrava essere la superficie, la spelacchiata erba della Rod Laver Arena. Ma Forget si rivelò un abile stratega, scegliendo in modo impeccabile la formazione e dosando in maniera esemplare le forze. Cosa che non riuscì al collega Fitzgerald. Forget schierò in singolare Escude e Grosjean, convocato al posto di Clement. Escude si rivelò ancora una volta superbo, battendo Hewitt in quattro sets, mentre Rafter riequilibrò le sorti del match battendo facilmente Grosjean. Nel doppio però Fitzgerald puntò ancora su Hewitt e Rafter e la mossa si rivelò sbagliata per due motivi. Innanzitutto perché Pioline e Santoro vinsero in quattro sets, ma anche perché un Rafter esausto non fu in condizioni di scendere in campo nell'ultimo singolare. Così Hewitt vinse facile su Grosjean, ma Escude, vero eroe di quella Davis francese, vinse in quattro sets su Arthurs e siglò il trionfo transalpino.

Il papocchio di Bercy
Nel 2002 la Francia provò a difendere il titolo e riuscì ad arrivare di nuovo in finale. Primo turno in casa con l'Olanda, superata non senza problemi per 3-2. Poi nei quarti l'ostacolo fu rappresentato dalla Repubblica Ceca capeggiata dall'ostico Jiri Novak e dal coriaceo Ulihrach. Forget convocò Grosjean, Escude, Llodra e Santoro. Grosjean la spuntò solo al quinto su Ulihrach, Novak si rivelo invece troppo forte per uno spento Escude, superato in tre sets. La coppia Llodra / Santoro raccolse il primo dei suoi numerosi successi in Davis superando agevolmente Novak e Rikl. Lo stesso Novak però dimostrò di essere in gran forma battendo Grosjean in quattro sets e guadagnando il punto del 2-2. L’ottimo Forget indovinò nuovamente la mossa vincente, preferendo nel singolare decisivo Santoro ad Escude, poco convincente nella prima giornata. Il buon Fabrice, con il suo gioco anomalo fatto di colpi arrotati, improvvise discese a rete ed ottime volée, ripagò la fiducia del suo capitano riuscendo dopo una battaglia di cinque sets ad aver la meglio su Ulirach e portò la Francia in semifinale. Toccò allora agli Usa provare a fermare il cammino dei francesi, ma Forget rimescolando di nuovo le carte conquistò la terza finale per il suo paese. Nello splendido scenario del Roland Garros, la Francia schierò il redivivo Clement, Grosjean, Llodra e Santoro. Eroe della semifinale fu Grosjean che conquistò due punti fondamentali battendo in singolare sia Roddick (battuto nella prima giornata anche da Clement) che Blake. Usa superati 3-2 e finale da giocare in casa contro la Russia di Safin e Davydenko. Il fatto di dover giocare in casa e la scelta di una sede di grande richiamo quale il Palais Omnisports di Bercy sembravano essere il doveroso prodromo per la conquista della decima Davis della storia da parte dei francesi. Ma dall'altra parte c'erano i russi capeggiati da Safin e Kafelnikov. Inoltre Forget osò probabilmente troppo, convocando al fianco dei navigati Grosjean, Escude e Santoro l'allora emergente e giovanissimo Mathieu che proprio quell'anno si era messo in luce. Safin ebbe ragione nel primo singolare in quattro sets proprio di Mathieu, Grosjean travolse in tre sets Kafelnikov arrivato praticamente cotto alla fine della stagione e ormai prossimo al ritiro. Il doppio sembrò spianare la strada ai transalpini con la vittoria del doppio anomalo Escude e Santoro contro Safin e Kafelnikov. Safin però gioco un grandissimo match nel primo singolare dell'ultima giornata contro Grosjean, vincendolo in tre sets e rimandando tutto al singolare decisivo. Qui Forget si intestardì su Mathieu, mentre il suo collega Tarpischev ebbe una ottima intuizione sostituendo Kafelnikov con un altro ragazzo emergente, Michael Youzhny. La partita fu avvincente ed anche molto divertente, ma Mathieu avanti due sets a zero fu incapace di sferrare il colpo del ko, come capita a chi ad un passo da una vittoria storica inizi a sentire il peso della responsabilità. Youzhny rimontò e vinse in cinque set, portato in trionfo dai suoi connazionali e da uno scatenato Boris Eltsin. La Russia conquistò così la sua prima Davis, giusta consacrazione di un movimento che aveva prodotto due campioni come Kafelnikov e Safin, ma che stava vedendo crescere alle loro spalle altri ottimi giocatori come lo stesso Youzhny, Davydenko ed Andreev. Naturalmente quella sconfitta segnò non solo la carriera di Mathieu, giocatore che anche in seguito ha dimostrato di avere gran colpi ma un carattere troppo fragile, ma costituì anche l'inizio di un periodo difficile per il capitanato di Forget.

Anni difficili, poi la rinascita
Guy fu duramente criticato per la scelta di Mathieu e da quel momento iniziarono i roblemi. Di lì a poco Forget si trovò a dover affrontare una sorta di spaccatura all'interno dello spogliatoio, con Santoro da una parte ed il resto del gruppo dall'altra. La querelle fu risolta non convocando più l'esperto doppista, ma, anche per una sorta di ricambio generazionale. Eccezion fatta per un'altra semifinale raggiunta nel 2004 e persa in Spagna (ma quella era già l'”Invencible Armada” dei vari Moya, Nadal e compagnia), la Francia ha dovuto attendere il 2010 per raggiungere un nuovo risultato di prestigio in Davis. L'esplosione dei talentuosi Monfils e Tsonga, la ritrovata verve da singolarista di Llodra (“Uno con un aspetto da vecchio chansonnier”come ebbe a definirlo una volta Galeazzi) hanno permesso a Forget di guidare nuovamente il team alla finale. E' vero che anche quest'anno ci sono stati tre turni casalinghi, ma oltre alla Germania battuta 4-1 al primo turno, le vittorie sonanti contro Spagna e Argentina per 5-0 dimostrano che il traguardo è stato raggiunto con merito. Inoltre, bisogna rendere onore al capitano francese di aver indovinato sia nei quarti che in semifinale la mossa di Llodra come singolarista, mossa ampiamente ripagata con le due importantissime vittorie contro Verdasco e Monaco. Per onor di cronaca, va ricordato che Forget ha rivestito sino al 2004 anche il ruolo di capitano per il team di Fed Cup francese, esperienza chiusa con una vittoria nel 2003, una finale persa al Roland Garros l'anno seguente (in entrambi i casi con la Russia) ed un bilancio finale di tredici vittorie e cinque sconfitte (al momento come capitano di Davis è 22-10). Insomma, a Belgrado i francesi troveranno una bolgia sugli spalti ad attenderli e degli avversari di tutto rispetto sul campo, ma almeno in panchina non ci sarà storia. L'esperienza di Forget maturata come giocatore prima e come capitano poi non ha riscontro nel panorama tennistico, spetterà al buon Guy trasmetterla ai suoi uomini.

Stefano Tarantino

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Battendo Nalbandian-Calleri in tre facili set (6-2 6-3 6-4 lo score), la coppia Safin-Tursunov regala alla Russia il fondamentale punto del 2-1 nella finale di Coppa Davis l'Argentina. Un punto che poi risulterà decisivo perchè lo stesso Safin, dopo il 2-2 firmato da Nalbandian, siglerà il punto decisivo contro Josè Acasuso.

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker