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13/12/2010 23:11 CEST - Rassegna stampa del 13 dicembre 2010

Viterbo cinquina e la Schiavone centra l'en plein (Di Marco), La passerella di Francesca Schiavone... per chiudere la passerella del tennis laziale (Paoletti) Tennis e Olimpiadi, flop o gol? (Semeraro)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Viterbo cinquina e la Schiavone centra l'en plein

Claudio Di Marco, il corriere dello sport del 13.12.10

Un altro tricolore, il quinto, è arrivato nella città dei Papi. Il più bel regalo di Natale sotto l'albero del Tennis Club Viterbo, uno scudetto meritato e mai messo in discussione sul campo di Rovereto. Tutto secondo pronostico, quindi, e puntuali sono arrivate le vittorie di Tathiana Garbin, di Anna Floris e di Francesca Schiavone, che non hanno lasciato scampo alle avversarie di Prato. E così i tifosi viterbesi arrivati in 'Veneto - mentre tutti gli altri hanno seguito le gesta delle ragazze di Paolo Ricci l'hanno seguita in diretta tv - hanno festeggiato con uno striscione in cui campeggiavano i cinque scudetti e la scritta "Scala reale", sulle note dell'immancabile "We Are The Champions',. «Questa vittoria - ha detto Ricci - è dedicata ai tifosi che ci hanno seguito fin qui da Viterbo. Sono stati incontri ad altissimo livello e non è stato facile centrare questo quinto scudetto: ce l'abbiamo dovuta mettere davvero tutta e le ragazze sono state eccezionali». Uno scudetto in cui c'è anche la firma di Francesca Schiavone, che per un recente infortunio era in dubbio fino a giovedì scorso. Poi la decisione di esserci e da lei è arrivato il terzo punto contro la Camerin. «Questo scudetto - ha detto la Schiavone - è il coronamento di un anno per me straordinario, dal Roland Garros, alla Fed Cup. Ci tenevo tanto a scendere in campo per Viterbo, anche per il presidente. Barili, che mi ha sempre dato tante motivazioni, ma anche per tutta la gente che ci è venuta a vedere a Rovereto». Uno scudetto passato attraverso il secondo punto di Anna Floris, quella che era una ragazzina del Tennis Club Viterbo di qualche anno fa e che ora è una certezza della racchetta italiana. La mattinata dello scudetto era iniziata con un beneaugurante successo sulla Dentoni della Garbin, che ha confermato il suo prossimo ritiro dalle scene del singolo. Ma intanto ha portato il primo punto a Viterbo e al suo quinto scudetto.

La passerella di Francesca Schiavone... per chiudere la passerella del tennis laziale.

Francesca Paoletti, la gazzetta dello sport del 13-12.10

Con il quinto successo consecutivo del Tennis Club Viterbo, si è chiusa nel migliore dei modi la due giorni di Serie A-1 di Rovereto. Proprio come avvenuto nella finale maschile (vinta sabato dall'Aniene), anche lo scudetto femminile si è fermato nel Lazio. Le viterbesi hanno battuto 3-O le ragazze del Tc Prato e firmato per la quinta volta l'albo d'oro della manifestazione, titolo numero 28 in assoluto dal 1922 ad oggi del tennis laziale nella competizione. La regina di Parigi A firmare il successo di Viterbo è stata proprio la più attesa ed acclamata: dopo le vittorie di Tathiana Garbin (3-6 6-4 6-4 a Den-toni) e Anna Floris (7-5 6-1 alla Balsamo), la numero 1 d'Italia e regina del Roland Garros ha firmato il punto decisivo con il 4-6 6-3 6-4 “Ogni volta che mi esprimo sul campo mi emoziono — ha detto la milanese — e oggi sto provando le stesse emozioni”. E Il titolo numero 28 conquistato in campionato da un team laziale se sensazioni che ho vissuto al Roland Garros. Sono molto felice per questo scudetto e ringrazio Giorgio (Barili, storico ex presidente e attuale d.s. del Viterbo) per avermi dato la possibilità e le motivazioni per giocare questa bellissima manifestazione». Il Viterbo ha disputato la sesta finale consecutiva, testimonianza di una tradizione che prosegue, al di là della manifestazione a squadre più importante: «E' stato un successo sofferto — ha spiegato il capitano Paolo Ricci — per questo ancora più emozionante. Non ci si abitua mai a queste giornate, questo è il frutto di un progetto partito 15 anni fa in una piccola realtà come la nostra che coinvolge anche moltissimi giovani». «E' una gioia immensa — aggiunge Barili — che conferma la bontà del lavoro che stiamo facendo. Il Viterbo è una famiglia e queste ragazze hanno creato un gruppo di grandi amiche, oramai tutte viterbesi di adozione. Francesca ha fatto di tutto per esserci, è arrivata ieri notte dall'America». Tathiana Garbin già guarda avanti: «E l'anno prossimo vogliamo il sesto»

Tennis e Olimpiadi, un flop o un gol?

Stefano Semeraro, La Stampa Web (12.12.10)

Tutti pazzi per le Olimpiadi. I tennisti, intendiamo, che da un po’ di tempo non fanno che parlarne per chiarire quanto amano i Giochi, quanto sono importanti per loro, quanto ci tengono a mettersi in bacheca una medaglia. La prossima gara olimpica, in programma nel 2012 a Londra, fra l’altro si disputerà sull’erbetta di Wimbledon, e questo certo renderà l’appuntamento ancora più speciale per gli atleti della racchetta, che in passato, a dire il vero, non sempre – non tutti - si sono dimostrati così interessati alla questione. Londra sarà, dunque, la grande svolta del tennis alle Olimpiadi, l’edizione che ne sancirà la glorificazione? I segnali, per ora, suggeriscono di sì. Roger Federer, ad esempio, ha fatto sapere che per lui l’obiettivo Londra a questo punto della carriera è prioritario. SuperRog ha fallito a Pechino, dove si è consolato della toppata in singolare giusto con l’oro del doppio conquistato insieme al fido Wawrinka, e anche recentemente ha ribadito che fra due anni e mezzo non vorrà mancare il gradino più alto del podio: le sue gemelline saranno in grado di riconoscere le volée di papà, che sull’erba dei Championships ha trionfato sei volte, e quindi Roger medita di usarla come “base” amica per pareggiare il conto con Nadal e restaurare l’onore di padre di famiglia. Le Williams, da parte loro, hanno fatto intendere che potrebbero scegliere proprio i Giochi londinesi come ultimo grande palcoscenico di una carriera da favola, con l’intenzione di monopolizzare singolare e doppio. Di queste ore è poi la notizia che Justine Henin e Kim Clijsters, le due “revenants” belghe, potrebbero decidere di giocare insieme a Londra un doppio di unità nazionale fiammingo-vallone. “Ne abbiamo parlato, stiamo valutando cosa dovremmo fare per prepararlo”, ha ammesso mamma Kim. “Non voglio dedicare troppo tempo al doppio, per non sacrificare la mia vita familiare, ma sarebbe fantastico disputarlo ai Giochi. Quella potrebbe essere la mia ultima stagione sul circuito, e sarebbe il modo migliore per chiuderla in bellezza”. Insomma, la febbre olimpica è già altissima.
Il tennis, come si diceva, una delle discipline olimpiche originarie, inclusa nel programma di Atene nel 1896, ai Giochi è rientrato nel 1988, dopo esserne uscito a Parigi nel 1924 – qualcuno sostiene perché gli inglesi temevano che la gara olimpica facesse concorrenza proprio a Wimbledon… - e lo ha fatto da parente ricco ma un po’ freddo. In campo femminile hanno trionfato la Graf, la Capriati, Venus Williams la Davenport, e la Henin, tutte campionesse a 24 carati accanto alle quali non sfigura troppo neppure Elena Dementieva, oro a Pechino. Fra i maschi la qualità è stata più bassa: accanto ad Edberg, Agassi, Kafelnikov e Nadal, fra gli ori di Olimpia più recenti troviamo anche Pippo Rosset, Milo Mecir e Nicolas Massu, non esattamente dei numeri uno. Molti sostengono che il tennis e i Giochi hanno poco da spartire, che i tennisti preferiscono di gran lunga mettersi in bacheca ( e in banca) un titolo dello Slam piuttosto che una medaglia olimpica; o che addirittura il tennis ad Olimpia non dovrebbe proprio starci, visto che lì è considerato sport minore, o comunque di secondo piano. Tutte considerazioni che hanno un senso, ma che trascurano come il ritorno del tennis alle Olimpiadi abbia aumentato ancora l’interesse internazionale verso la racchetta, spingendo tante nazioni tradizionalmente poco “tennistiche” a investire pesantemente in tecnici, strutture e programmi: la Cina ne è l’esempio più lampante. E’ vero, probabilmente, che una medaglia olimpica, per un tennista, continuerà a valere meno di una coppa di Wimbledon, ma questo non è un buon motivo per snobbare la più alta espressione dello sport mondiale. E sono certo che conquistare l’oro sui praticelli di Church Road, per chiunque ci riuscirà, sarà un brivido storico e un’emozione davvero mondiale.

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker