Italiano English Français
HOMEPAGE > > «Di Viterbo amo tutto, dalle caldarroste al cacio e pepe» (Paoletti), Finalmente Aniene Abbattuto l'ultimo tabù: vinto il primo scudetto di tennis (De Martino)

14/12/2010 15:27 CEST - Rassegna Stampa del 14 Dicembre 2010

«Di Viterbo amo tutto, dalle caldarroste al cacio e pepe» (Paoletti), Finalmente Aniene Abbattuto l'ultimo tabù: vinto il primo scudetto di tennis (De Martino)

.........

| | condividi

Rubrica a cura di Daniele Flavi

«Di Viterbo amo tutto, dalle caldarroste al cacio e pepe»

Francesca Paoletti, la gazzetta dello sport del 14.12.2010

«Presidè... sono pronte le caldarroste?». La leggenda Francesca Schiavone passa anche, e soprattutto, per le cose semplici. Francesca è così: umile, generosa, vulcanica e golosa, non solo di successi. Dopo lo scudetto regalato al club della Tuscia, è in arrivo un altro riconoscimento: «Ho l'impressione che le autorità cittadine vogliano riconoscerle presto una cittadinanza onoraria o altro — spiega Giorgio Barili, ex presidente storico del Tc Viterbo — e l'impressione è che avverrà molto presto». La realtà di Viterbo, la sua passione e il suo calore, ha toccato il cuore della regina del Roland Garros, oramai sempre più regina di Viterbo. «Questa per me è una famiglia — ha sempre dichiarato Francesca —. Sono ormai tesserata da quattro anni e non finirò mai di ringraziare il presidente e i soci per tutta la passione che riescono a regalarci in ogni occasione». Riconoscente Malgrado la stagione esaltante e impegnativa che ha vissuto, la Schiavone non ha mai dimenticato il suo circolo e ha fatto di tutto per essere presente anche a questa finale: «E stata fantastica — dice Tathiana Garbin, la prima top player ad essere stata scelta dal Viterbo nel 2003 — nessuno se l'aspettava visto i mille impegni ma lei è così, ed è stato bello poter condividere questo scudetto anche con lei», e una quarantina di tifosi che hanno seguito in pullman le finaliste. «Ci telefoniamo e ci scambiamo sms da ogni parte del globo — aggiunge Barili — da Doha per il Masters, dall'America per la Fed Cup e per non parlare di Parigi. La nostra è una vicinanza umana prima che sportiva. Mi informa di come vanno le cose e chiede sempre "presidè, quando mi invita a cena?"». Al Tc Viterbo la cena è una sorta di rito propizlatorio al quale nessuno può (e vuole) rinunciare: «Anietta, la moglie di Giorgio — spiega la Garbin — è una cuoca fantastica e c'è sempre l'abbuffata prima del campionato. E' un mito, prepara gli aperitivi con bruschettine ai formaggi e ai funghi, poi i primi, i secondi e chi più ne ha più ne metta. E' per questo che partiamo sempre un po' ingolfate». «E poi ci sono le caldarroste — aggiunge Barili — per Francesca sono state una esca di grande effetto. E poi le ho fatto scoprire gli spaghetti a cacio e pepe». Emozione «Questo scudetto è il coronamento di un anno indimenticabile, tante novità e momenti indimenticabili dal Roland Garros alla Fed Cup, passando per il Masters, ma tranquilli non mi sono sposata» dice scherzando la Schiavone. «Non potrò mai ringraziare abbastanza Giorgio per avermi dato sempre il suo sup. porto». «Ma con una persona della sua serietà è stato facile — aggiunge Barili —, é scrupolosa e serissima e insieme a Tathiana ha portato un entusiasmo incredibile. Non è mai stata un'araba fenice e ogni volta che viene qui parla con tutti, si informa, prende la racchetta e palleggia con i ragazzini». Già, Francesca è così.

Finalmente Aniene. Abbattuto l'ultimo tabù: vinto il primo scudetto di tennis

Marco De Martino, il messaggero del 14.12.2010

C'è voluto un po', diciamo 118 anni, ma alla fine il Circolo Canottieri Aniene è riuscito a vincere uno scudetto anche nel tennis. Nei saloni del club non si contano più le foto della Pellegrini e i titoli dei campioni del nuoto, del canottaggio e della canoa, ma adesso in bancheca c'è anche questa coppa, un trofeo che vuol dire molto, che cancella le delusioni delle ultime due finali smarrite all'ultimo punto e che finalmente cancella anche questo ultimo tabù. Quella di sabato a Rovereto non è stata una finale scontata, ma piuttosto per un bel po' è sembrata come al solito stregata, fin quando dopo 14 ore molto vissute, 7 partite e 16 set l'Aniene ha vinto battendo al doppio di spareggio la sorpresona del Castellazzo Parma. Erano appena 46 anni che una squadra di Roma non vinceva il titolo di serie A, l'ultima volta era stato nel giurassico 1964 quando il Circolo Canottieri Roma di Nicola Pietrangeli, Francesco Olivieri e del brasiliano Mandarino aveva fatto fuori il CT Bologna di Merlo e Mulligan. La sezione tennis all'Aniene era sempre stata un po' così, figlia di un dio minore, sempre un po' sepolta sotto il peso delle medaglie di nuoto, canottaggio e canoa. Non stavolta, non adesso, non più, perché come ha detto dopo la festa il presidente Giovanni Malagò «questo titolo è una gioia immensa, quasi una liberazione dopo i traguardi smarriti degli ultimi due anni, ma anche un punto di partenza per il futuro perché nel nostro club vogliamo essere i primi in ogni disciplina e con il tennis siamo appena agli inizi». L'Aniene sembrava troppo forte, doveva essere una finale scontata ma non è stato così. Perché per tre volte Parma è andata addirittura in vantaggio e per tre volte l'Aniene è stata costretta a riacciuffare il pareggio, prima con Vincenzo Santopadre, l'anima della squadra, poi con Flavio Cipolla, quest'anno 15 vittorie su 16 e anche per questo alla prossima assemblea verrà proposto socio per meriti sportivi, e quindi con il doppio Bolelli-Cipolla, poi riproposto nel doppio di spareggio vinto 6-2 7-5 contro Bracciali-Brizzi, i due che da soli hanno spaventato fino all'ultimo i ragazzi di Marco Barbiero e Sergio Soderini. Cominciata alle 10 del mattino, la finale è finita alle 23.47 grazie al delirante regolamento della FIT, sette incontri su un solo campo e nello stesso giorno. Alla fine tutti estenuati e consunti, dai giocatori agli arbitri e dai raccattapalle agli eroici tifosi che hanno bivaccato nel palazzetto per l'inezia di 13h e 47. Una rappresentazione interminabile e che nel momento in cui è terminata ha lasciato tutti svuotati: c'era chi piangeva per la felicità, chi dormiva, chi ancora non credeva ai propri occhi. Bolelli che doveva essere l'uomo in più ha complicato tutto facendosi battere dal numero 262 del mondo Brizzi, ma poi si è risvegliato dopo il discorsetto di Malagò, sceso negli spogliatoi quando là retorica del trionfo stava virando verso l'incubo un'altra volta. Non sarà l'oro olimpico di Federica Pellegrini, ma insomma nella storia dell'Aniene è il primo scudetto di serie A nel tennis e quindi resterà indimenticabile.
 

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Un quiz con Daniela Hantuchova

Quote del giorno

"Voi mi chiedete se io mi sia emozionato a incontrare Maradona. Certo, ma onestamente mi è parso più lui emozionato a incontrare me".

Roger Federer

Accadde oggi...

    12 Dicembre 1992

Petr Korda conclude uno dei migliori giorni della sua carriera tennistica battendo il numero 2 del mondo Michael Stich 2-6 6-4 7-6 2-6 11-9 in 3 ore e 48 minuti per vincere la Grand Slam Cup a Monaco di Baviera.

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker