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25/12/2010 21:18 CEST - Storie di tennis

Strano, ma vero: le curiosità del tennis

TENNIS - Piccola, e di certo tutt'altro che esaustiva, raccolta di episodi curiosi nel mondo del tennis. Dal campo disegnato con le misure sbagliate (Amelia Island 2002) al giudice di linea che in Coppa Davis si improvvisa fisioterapista, dagli uccellini "impallinati" da una prima di servizio troppo potente ai problemi di arbitri e giocatori con la matematica. Alessandro Mastroluca

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Questione di...metri
Nel tennis femminile, si dice, il servizio conta meno che nel tennis maschile. Ma i 29 doppi falli di Anne Kremer e Jennifer Hopkins nel primo turno del torneo di Amelia Island nel 2002 sono sembrati troppi anche alle due giocatrici. In seguito alle loro proteste la Wta ha scoperto che Bert Evatt, che aveva tracciato le linee del rettangolo di gioco, per errore aveva avvicinato di un metro le strisce di battuta rispetto alla rete in una delle due metà campo. "Faccio le linee su questi campi da 22 anni" ha ammesso. "Ho fatto queste cose centinaia e centinaia di volte e non ho mai fatto un casino del genere".
La vittoria della Kremer (5-7, 6-4, 6-2) è stata comunque confermata. Perché, ha spiegato la Wta, un'eventuale segnalazione avrebbe dovuto essere fatta al giudice di sedia, e da questi al giudice arbitro, prima dell'incontro. Cosi' non è stato, per cui "il giudice arbitro ha ritenuto il campo praticabile, e il giudice arbitro si è rimesso a quella indicazione".

L'amore ai tempi di Bill Tilden
"Ho conosciuto molti che erano presenti allora, e tutti ritengono che una forte relazione emotiva, forse di carattere omosessuale, abbia influenzato il risultato". La partita in questione è la finale di Wimbledon 1921 fra Bill Tilden e Brian Norton. Intorno a Tilden circolavano molte voci, e a luio sembra ispirata la figura di Ned Litam (che letta al contrario suona Ma Tilden), che ha intorno un harem di giovani ball-boys. Ma che succede nella finale del 1921? Norton vince i primi due set 6-4 6-1, ma nel terzo e nel quarto racimola appena un game. Nel quinto set ha due match point. Nel primo, Tilden crede di aver tirato fuori, tanto che si avvicina a rete per stringere la mano all'avversario, sposta la racchetta nella mano sinistra: ma la palla è buona, Norton ha il passante più facile possibile, ma lo sbaglia. Tilden vincerà 7-5 al quinto: sfortunato al gioco, fortunato in amore?

Pregi e difetti della modernità
In questi anni la tecnologia, nella forma dell’Occhio di Falco, ha in un certo senso aiutato l’arbitro a sbagliare meno in certe occasioni, anche se fidarsi troppo della macchina non sempre è vantaggioso. Al giudice di sedia spetta infatti il compito di tenere il conto dei challenge rimasti, e basta poco per farsene sfuggire qualcuno, come capitato a Lahyani nel 2008, a Parigi-Bercy. Terzo set del match fra Tsonga e Roddick, il francese conduce 5-4. L’americano chiede il challenge sul game point, ma sullo schermo è indicato che non ne ha più. Roddick insiste che gliene resta ancora uno da spendere nel set: Lahyani è d’accordo, e anche Tsonga. Il gioco è interrotto per cinque minuti, Lahyani dice al supervisor “io tengo il conto di tutto, ne ha ancora uno, è lui (indicando lo schermo) che sta sbagliando. Dategli il challenge, è una mia decisione e i giocatori sono d’accordo”. Nessuno, però, è perfetto: in tre avevano sbagliato i conti, Roddick di challenge non ne aveva più.

Winning ugly
Secondo Arthur Ashe, durante Romania-Usa di Coppa Davis 1972 le scorrettezze degli arbitri hanno raggiunto un livello insostenibile. Il più noto dei cinque match rimane il singolare tra lo stesso Ashe e Tiriac. Non sono solo i tanti falli di piede, chiamati per cancellare altrettanti aces (sostiene l'americano), a far imbestialire il futuro vincitore di Wimbledon. Ma il comportamento di un giudice di linea, in teoria imparziale, che apertamente massaggia Tiriac sofferente di crampi aiutandolo ad arrivare alla vittoria.

Tony Pickard giocava e quell'uomo gridava gelati
E' il 1963, a Roma. Il pubblico non sta seguendo con grande interesse il singolare tra il britannico Tony Pickard (che poi sarà capitano di Davis e allenatore di Edberg e Rusedski) e il neo-zelandese Ian Crookende. Su un punto decisivo, racconta Pickard, Crookenden serve una prima lunga di una buona ventina di centimetri. Il giudice di sedia aspetta la chiamata del giudice di linea che non arriva perché... è tranquillamente girato di spalle e sta comprando un gelato da un venditore ambulante sugli spalti. Crookenden vincerà il punto e la partita.

Final destination
Racconta Roger Federer: “Avevo 14 anni e stavo giocando con un mio amico, Marco, a Basilea. Erano circa le sei. E all’improvviso un uccello si posa sulla rete. Il mio amico – non aveva visto l’uccello – e ha iniziato a servire. Batte e l’uccellino, boom! Caduto sul colpo, dalla mia parte della rete, morto, con tutte le piume sparse sul campo. È stato incredibile”.

E non è stato l’unico caso.

 

L’angolo “red”

Nel 2002, al secondo turno, Marat Safin batte Felix Mantilla 6-4 2-6 6-2 6-7 (4-7) 11-9. Il match si ricorda soprattutto per un modo “inusuale” del russo di festeggiare un bel punto sul 4-2 nel quarto set: abbassandosi i pantaloncini. Un gesto che Carlos Bernardes ha punito con un penalty point. “Avevo fatto un gran punto” ha commentato dopo il russo, “e mi è venuto di abbassarmi i pantaloni. Nessuno si è lamentato, pensavo fosse una cosa divertente. Abbiamo giocato un gran match, in uno stadio pieno, durato oltre quattro ore ed ecco come ci ricompensano!”.

Marat ha avuto anche qualche problema con la matematica:

Fuori categoria
Mahut-Isner, Serena Williams contro Shino Tsurubuchi, la querelle Tarango-Rebeuh con schiaffo della moglie all'arbitro, le bizze di McEnroe, il servizio da sotto di Chang con Lendl e chi più ne ha più ne metta...o ne scriva, nei commenti, per arricchire questa breve antologia.
 

Alessandro Mastroluca

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker