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27/12/2010 13:12 CEST - WTA TOUR

Schiavone, anno della verità

TENNIS - Il 2011 sarà l'anno in cui la nostra numero 1 dovrà dimostrare che la vittoria al Roland Garros e la settima posizione mondiale non sono stati un caso. I momenti importanti saranno certamente gli Slam, ma si possono ottenere punti importanti anche negli altri tornei. La top 10 di fine anno è alla sua portata, considerando in primis la grande qualità di tennis che sa creare. Riccardo Nuziale

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Ci siamo quasi, ancora qualche giorno e ci addentriamo nel “the year after”. La sua è stata per gli italiani la notizia sportiva dell’anno, superando imprese ben più nazionalpopolari come quelle calcistiche e motociclistiche; è stata eletta come sportiva italiana dell’anno ed è stata nominata per il titolo di atleta dell’anno persino da Sports Illustrated; il suo bacio alla terra parigina è probabilmente l’immagine più bella dello sport 2010. Eppure per Francesca Schiavone il 2011 sarà tempo di esami.

Un atto crudele forse, il nostro, nei confronti della giocatrice capace di darci l’emozione di colmare un trentennio di silenzio, ma di certo non irrispettoso: dimostreremmo anzi mancanza di rispetto nell’accontentarci, sapendo di avere in casa una giocatrice capace di simili imprese. Siamo sicuri che lei per prima cercherà con tutte le forze di bissare i risultati del 2010, di non porsi limiti nei miglioramenti. Anche a 30 anni. Pochi giorni fa, nel presentare il futuro incerto di due campionesse come Justine Henin e Serena Williams, ricordavamo come la nostra giocatrice, proprio assieme alla belga, è l’unica a saper giocare un tennis di grande varietà e qualità che, nel tennis femminile odierno, sempre più solido ma terribilmente monotono e deficitario di soluzioni tattiche, è un’arma straordinaria che va sfruttata assolutamente.

Ma che il tennis della Schiavone fosse di grande qualità lo si è sempre saputo; il problema è la continuità, la costanza mentale che non di rado è venuta a mancare anche all’interno di una partita. Non che questo le abbia impedito di mantenersi ad alti livelli: dal 2003 ad oggi, solo nel 2007 e nel 2008 non ha chiuso l’anno tra le prime 20 del mondo (e comunque non hai mai chiuso fuori dalle top 30). Ma oggi le ambizioni sono diverse, come la considerazione che le avversarie hanno di lei. Da numero 7 del mondo e campionessa di Parigi in carica, il peso mentale che grava su ogni partita è ben diverso.

Il 2011, dunque. L’anno delle conferme, quello dell’enorme carico di punti da difendere, quello in cui bisogna dimostrare di non essere stata una meteora. Conferma che passa – sembra addirittura offensivo sottolinearlo – dagli Slam; non contando il Roland Garros, la cui importanza e la cui montagna di punti in scadenza sono fin troppo palesi, va ricordato che quest’anno la Schiavone ha giocato bene in 3 Slam su 4. Tralasciando il primo turno di Wimbledon, giunto per il comprensibilissimo rilassamento post-euforia parigina, la nostra Leonessa ha ben figurato sia in Australia che negli Stati Uniti, uscendo sconfitta in entrambe le occasioni dalla sorella maggiore di famiglia Williams, Venus: negli ottavi a Melbourne, nei quarti a Flushing Meadows. Due partite combattute, sebbene la nostra giocatrice non abbia mai dato la sensazione di poter davvero vincere. A Melbourne, fra un mese, c’è quindi già il primo test importante, sia perché avrà una testa di serie molto alta, sia perché gli Australian Open sono l’unico torneo dello Slam in cui l’italiana non ha mai raggiunto i quarti: migliorarsi nel torneo più ostico sarebbe una prova di grande maturità e solidità.

Va poi detto che il 2010 della Schiavone, nei tornei extra Slam, è stato un anno buono ma non eccezionale, soprattutto nella prima metà: la vittoria sulla terra di Barcellona (in finale contro la Vinci) e la semifinale di Auckland ad inizio anno (dove fu annichilita dalla Pennetta) sono gli unici risultati di rilievo in mesi in cui primi e secondi turni si sprecano; dopo New York, è riuscita a raggiungere le semifinali a Tokyo e i quarti a Pechino, prima di giocare un Masters tutto sommato deludente (la gestione della partita inaugurale contro la Stosur è imperdonabile) e una finale di Fed Cup sottotono. Migliorare notevolmente i risultati nei tornei di seconda importanza sarà essenziale per la riconferma ad altissimi livelli, soprattutto nel malaugurato caso ci fosse un passo falso a livello Slam (se ce ne fosse più di uno, la speranza morirebbe di colpo).

Se sembra oggettivamente molto difficile pronosticare una seconda vittoria Slam da parte della nostra giocatrice (soprattutto se dovessero tornare in piena forma le due infortunate di lusso), non appare così improbabile rivedere la Nostra tra le prime 10 anche a fine 2011: Francesca Schiavone non sarà certo un mostro di costanza nei risultati, ma la sua grinta e soprattutto il suo tennis a tutto campo ne fanno, Henin a parte, la giocatrice WTA esteticamente migliore, luce pura in un panorama sempre più prodigo nel regalare sbadigli.

Riccardo Nuziale

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker