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11/02/2011 16:15 CEST - Il personaggio

Roger, torni a giocare la Davis?

TENNIS - È la domanda aperta che Peter Bodo, columnist di Tennis.com, del Tennis Magazine americano e autore di un popolare blog, rivolge al tennista svizzero. Con una lettera aperta, l’americano cerca di indurre Federer a riflettere sui vantaggi che potrebbero derivare dalla vittoria della competizione. Claudio Giuliani

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Federer-Luthi foto di Paolo Rossi
Federer-Luthi foto di Paolo Rossi

È questa la domanda aperta che Peter Bodo, scrittore di tennis da oltre trent’anni, columnist di Tennis.com e di Tennis Magazine e autore di un popolare blog, rivolge al tennista svizzero. Con una lettera aperta, l’americano cerca di indurre Federer a riflettere sui vantaggi che potrebbero derivare dalla vittoria della competizione. Claudio Giuliani

 

Ha scritto una lettera aperta a Roger Federer in cui gli chiede alla sua maniera, composta e gentile, quasi riverente, di riflettere su una sua possibile partecipazione alla Coppa Davis, finalizzata ovviamente alla vittoria della competizione. Lo fa adducendo motivazioni forti, cercando di indurre lo svizzero a prendere in seria considerazione tale possibilità. Peter Bodo cerca quindi di convincere lo svizzero a impegnarsi affinché la Svizzera vinca il trofeo sotto la sua guida. Il suo lungo curriculum si arricchirebbe di un elemento nuovo alla voce vittorie.

 

In apertura della missiva, Bodo quasi si scusa per la critica che sta per rivolgere a Federer. Inizia quindi indorando la pillola con un lungo panegirico sulla grandezza del tennista, sui suoi sedici titoli conquistati nelle prove del Grand Slam, sulla forte rivalità che anima il suo scontro con Nadal (“so che dentro te lo odi con una passione bruciante ma sei sempre stato intelligente e sportivo nel superare questo tanto da instaurare un rapporto d’affetto con lui”), e sulla grande educazione che ha sempre riposto nei giudizi sui campioni del passato, come Sampras e Agassi. Ma esaurita la parte iniziale, Peter arriva subito al dunque rivolgendo a Federer la domanda: “Ma perché non giochi più la Coppa Davis per la Svizzera?”.

 

“So bene che le chance di vittoria svizzere nella Coppa Davis nella competizione più grande dopo i mondiali di calcio sono state sempre minime. Ma quel periodo ora è passato. Guarda cosa ha fatto la Novak Djokovic con la Serbia. È riuscito a condurre la nazione alla vittoria per poi esclamare ‘questa è la più grande vittoria della mia vita’. La Coppa Davis è speciale, penso che forse l’hai dimenticato nonostante l’ottimo score (37 vittorie e 11 sconfitte in generale, 27-6 nei singolari) personale nella competizione. E sono finiti i tempi in cui il numero due del team era Michel Kratochvil. Oggi c’è Stanislas Wawrinka già numero nove del mondo nel 2008. Djokovic non ha avuto quest’anno un partner del genere. Sia Troicki che Tisparevic infatti se lo sognano un ranking a una cifra come quello che ha raggiunto Wawrinka”. Basterebbe già questo, un’analisi perfetta di come ci siano reali possibilità di vittoria nella competizione per gli svizzeri, per indurre Roger a riflessione. Ma Bodo cerca di convincere Federer con l’arma che sta più cara allo svizzero, quella dei record di vittorie.

 

Lo scrittore sottolinea come Roger non sia tipo da giochi di squadra, lui, singolo assoluto nello sport dei singoli. Però gli porta alla mente che tanti sono stati i campioni del passato che si sono fatti carico del team sulle proprie spalle, come Laver, McEnroe, Agassi, Borg, Sampras, Edberg, Wilander, Courier, Becker, Nadal e via dicendo. La provocazione che ne deriva è tradotta in un efficace battuta: “So che non è un obiettivo obbligatorio vincere la Coppa però ti assicuro che fa una bella figura sul curriculum”. Sottolinea infatti la voracità dello svizzero nel voler conquistare il maggior numero di Slam possibili, ma gli paventa anche la possibilità che un giorno i tifosi dello sport con la racchetta possano ricordare nelle statistiche: “è divertente, ma Federer non ha mai giocato in un team che ha vinto la Coppa Davis. Se ce l’hanno fatta Serbia e Croazia, perché non la Svizzera? Federer non era svizzero?”. Effettivamente, queste considerazioni, per uno dei più grandi tennisti di sempre di questo sport, non suonano proprio bene. Lasciano, o meglio, lascerebbero visto che c’è ancora tempo, l’amaro in bocca.

 

“So quindi che questo magari non è il momento di riportare a galla quest’argomento, magari pensi di soddisfare la causa patriota con la vittoria della medaglia d’oro alle olimpiadi, ma mancano due anni all’appuntamento londinese. La Coppa Davis è tornata in auge grazie alla vittoria della Serbia con Djokovic, non so come ti potresti sentire a vincere la coppa con la Svizzera, ma so benissimo che i tuoi conterranei ne sarebbero velici. E lo sarebbero anche quelli che scrivono la storia di questo sport”.

Questa la chiosa finale della lettera. Ora la domanda è: cosa risponderà Roger?

Claudio Giuliani

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