ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Blake e Safina, provateci!

11/03/2011 14:27 CEST - IL CASO

Blake e Safina, provateci!

TENNIS - Rispettivamente nei bienni 2006-07 e 2008-09 hanno scalato le classifiche. Poi gli infortuni li hanno portati al decadimento attuale, fuori dalla top 100. Ma lo statunitense e la russa, pur con età e ambizioni diverse, forse non sono ancora finiti: ad Indian Wells proveranno a dire la loro. Riccardo Nuziale

| | condividi

Come cambia la vita: da numero 4 del mondo a numero 12 degli Stati Uniti (che di questi tempi non è il massimo del complimento). Caduto tanto in basso e nell’anonimato da non essere più nemmeno il numero 1 tra i James Blake, superato dalla nuova stella della musica inglese (e che musica…). Ci si ritrova così costretti a sperare in una wild card per entrare nel tabellone di un torneo che rievoca dolcissimi ricordi: nel 2006, infatti, Blake giocò uno dei migliori tornei in carriera, giungendo in finale superando un giovanissimo Querrey, Robredo, Haas, Andreev e Nadal, prima di essere maltrattato dalla bestia nera Federer.

Gioco dannatamente brillante, quello dello statunitense, accelerazioni a tutto braccio da ogni parte del campo, risposte d’anticipo impressionanti…certo, un tennis a rischio massimo, difatti non è mai andato oltre i quarti di finale nei tornei dello Slam (due volte a New York e una a Melbourne), ma sul cemento era un’autentica mina vagante per tutti. Chiedere informazioni a Rafael Nadal, uscito sconfitto nei loro primi tre incontri e, sebbene abbia poi rimontato il passivo fino al 4-3 attuale, mai in grado di dominare il gioco fulmineo dell’afroamericano, vincendo sempre al terzo.

In quel 2006 lo statunitense, lo confesso, era il giocatore che seguivo più volentieri, tolto ovviamente il divoratore di mondi elvetico, che difatti gli sbarrò la strada nei momenti più importanti di carriera: finali di Indian Wells 2006, Masters 2006, Cincinnati 2007. Giocava benissimo, Blake, ma giocava esattamente come piace a Federer, piatto e d’anticipo. I risultati sono stati talvolta imbarazzanti, ma quel torneo lo consacrò, giustificando pienamente la sua classifica mondiale.

Ma l’integrità fisica non gli è mai stata amica e il “vero” Blake rimane quello del biennio 2006-2007, sebbene abbia ottenuto buonissimi risultati anche nel 2008 (quarti in Australia e in diversi Master 1000 e quarto posto alle Olimpiadi).

Quello dell’ultimo anno e mezzo è troppo brutto per essere vero. Dalla finale di Queen’s 2009, persa con Murray, non ha mai vinto tre partite in un torneo. Quest’anno ha giocato sei partite, vincendone tre. La striscia negativa è destinata con ogni probabilità a proseguire anche ad Indian Wells: se con Guccione parte favorito (ma non vincitore), con Roddick avrebbe pochissime chance (anche se a Memphis, lo scorso anno, A-Rod vinse solo al tie-break finale).

Classe 1979, attualmente alla 158a posizione mondiale e con il pensiero di ritiro più volte manifestato, ci si augura almeno che Blake riesca a giocare un paio di tornei all’altezza. Magari cominciando da ora.


Tra i giocatori più intelligenti e memorabili del decennio, Marat Safin ha detto in carriera poche frasi alquanto discutibili. Tra queste, spicca sicuramente quella in cui affermò che un giorno sarebbe stato ricordato come il fratello di Dinara e non il contrario.

Dinara Safina, la numero 1 tra le più scarse della storia, secondo il pensiero di molti; l’unica ex capoclassifica, insieme a Connors, ad avere ricevuto un doppio 6-0 (Clijsters e Lendl i due venditori di biciclette). Eppure nel biennio 2008-2009 le parole del buon Marat non sembravano così insensate: tre finali e due semifinali Slam, argento Olimpico, sette tornei vinti…un curriculum di assoluto rispetto. In una situazione simile a quella che sta vivendo ora Murray, però, la Safina ha sempre peccato di freddezza e lucidità nei momenti chiave, quelli che rendono un giocatore un campione: tre finali Slam, 0 set vinti, in tutto sedici games portati a casa. Se la stesa da Serena ci sta (così come, tutto sommato, il 6-1 6-0 subito contro Venus nella semifinale di Wimbledon 2008, torneo da lei mai amato), ci stanno molto meno le sconfitte parigine contro Ivanovic e Kutnetsova.

Ha sempre dovuto affrontare i fantasmi, Dinara. Di essere la sorella di Marat, di essere una numero 1 a detta degli altri non meritevole, di non vincere nulla di veramente importante, pur lottando e dando il massimo.

L’infortunio alla schiena, che ha compromesso buona parte del 2010, e l’inizio shock di 2011, con un solo game conquistato tra Hobart e Melbourne, sembravano la fine totale di questa mancata campionessa. A Kuala Lampur invece, con l’appoggio del nuovo allenatore Davide Sanguinetti, qualcosa si è mosso, con la prima partita vinta dell’anno (6-2 6-0 alla Han) e la vittoria del torneo di doppio, in coppia con Galina Voskoboeva. Ad Indian Wells, dovesse superare la Parra Santonja, avrebbe la Hantuchova: un test forse troppo importante per la Safina attuale, ma non si sa mai.

La montagna è altissima, la classifica è deprimente per una ex numero 1 (attualmente è numero 108), ma non tutto è perduto. Auguriamo alla Safina, che il prossimo 27 aprile festeggerà il suo venticinquesimo compleanno, di rientrare a pieno titolo nel tennis che conta. E chissà, a rendere anche meno insensate le parole del fratello.

Riccardo Nuziale

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Kim Clijsters a Indian Wells

Quote del giorno

"Guardare un match tra Connors e McEnroe è come assistere alla 500 miglia di Indianapolis. Sai che buona parte del pubblico non è lì per vederli giocare: aspetta che esplodano"

John Feinstein

Partnership

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite