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08/04/2011 21:00 CEST - LA CRISI

"Zio Sam", ma
cosa ti succede?

TENNIS - Mentre l'anno scorso il 23enne americano Sam Querrey pareva in gran forma, vincendo la bellezza di 4 tornei e concludendo la stagione al numero 18 ATP, quest'anno non ha ancora ingranato, perdendo 7 delle 13 partite fino ad ora giocate. Noi lo aspettiamo e tifiamo per un ragazzo che può ancora esplodere. Francesco Pagani

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Premettiamolo. Non stiamo parlando di Djokovic, Federer o Nadal. Non stiamo parlando di divi, di fenomeni che quasi da soli portano tifosi su tifosi a seguire le loro partite e le loro gesta. Si tratta invece di un giocatore che esprime al meglio la classe medio-alta tennistica, si tratta di quel ceto borghese che molto spesso viene snobbato perché non mostra né il talento di alcuni né il prestigio, la classe o la follia di altri. Insomma stiamo parlando di un individuo estremamente normale, se si può dire normale una persona che è stata 17esima al mondo e ora si trova 20esima nel ranking mondiale. Si tratta dello statunitense Sam Querrey, 23enne con ottimo servizio, un ottimo dritto e buon rovescio, abituato a spingere a più non posso da fondo campo.

E il ragazzo, classe 1987 e alto 1 metro e 98 cm, ora è in difficoltà. Questo momento di crisi è arrivato dopo un'ottima annata. Nel 2010 infatti è riuscito a raggiungere il suo best ranking (17esimo) e a togliersi parecchie soddisfazioni, diventando l'unico giocatore a vincere 4 tornei dopo Federer e Nadal. Per la precisione l'Atp 500 di Memphis e tre 250: Belgrado, il Queen's di Londra e Los Angeles (sconfiggendo in finale Andy Murray). Anche negli Slam Querrey si è tolto qualche soddisfazione, raggiungendo il 4° turno a Wimbledon e agli Us Open. Quest'anno però il gigante statunitense non sta brillando. Nelle 13 apparizioni collezionate sono state sette le sconfitte, di cui 4 giunte da giocatori pienamente abbordabili per il suo livello: Kubot, Lacko, Sweeting e Robredo. “I ragazzi che ho incontrato hanno giocato tutti bene. Avrei potuto vincere molte più partite. Anche contro Troicki (a Miami, ndr) sento di aver giocato veramente bene. Ho solo bisogno di essere più aggressivo nei momenti importanti, di essere più incisivo col mio diritto. Sono stato un po' incerto, esitante sul da farsi.” E, molto probabilmente, l'aspetto fondamentale della semi-crisi è stato l'essere stato esitante e incerto in determinate situazioni, in quelle situazioni in cui non si può e non si deve aspettare ma bisogna utilizzare tutte le proprie migliori armi (dritto e servizio nel suo caso) per giocarsela alla pari e imporre la propria inerzia alla partita.

La soluzione a un problema del genere, tutt'altro che scontata, non può che avvenire all'interno della sua psiche. Da solo. Il suo coach, David Nainkin (allenatore anche di Mardy Fish), che lo segue da quando da ragazzino si affacciava al mondo professionistico, a Miami ha detto: “Abbiamo avuto un duro inizio anno ma guardando le ultime tre settimane abbiamo fatto alcuni passi avanti. Sam ha sconfitto per la prima volta nella sua carriera a Indian Wells Verdasco, qua a Miami ha perso un match di alto livello con Troicki.” Inoltre il coach, nato in Sud Africa, ha fatto anche il riepilogo dal punto di vista tecnico: “Penso che sia un giocatore migliore rispetto a due anni fa. È più forte, ha una seconda di servizio migliore ed è migliorato molto a rete grazie ai tanti doppi giocati l'anno scorso. Ora dobbiamo tornare a concentrarci sul dritto e sulla prima di servizio.”
Ma, a questo punto, una domanda è lecita: qual è il vero valore di Sam Querrey? Cosa può combinare nella sua ancora giovane carriera? Può entrare tra i primi dieci? Le opinioni e le risposte a queste domande sono divergenti. C'è chi crede che il suo attuale ranking sia più che sufficiente e chi invece crede che ci siano ancora potenzialità inespresse nel giovane americano.

La ragione, come molto spesso accade, sembra stare nel mezzo. Sembra perché il tennis è una variabile, un'immensa variabile e ogni volta che si fanno previsioni ci si getta in un buio velato di nebbia, cercando di intravedere invano una luce. Nel caso di Querrey la luce però sembra poter esserci, dato che il ragazzo è dotato di colpi che nel tennis moderno sono punti fissi su cui è possibile costruire un'intera carriera. Certo, ancora una volta tutto dipende e dipenderà da quello che si muove dentro quella testa bionda, che Nainkin considera poter superare e migliorare ciò che ha fatto finora: “Deve continuare a fare ciò che sta facendo, lavorare duro ed essere competitivo. Ha perso alcuni match per poco e ne vincerà alcuni allo stesso modo. Non lavorerei con lui se non credessi che può diventare migliore.” Allora, caro Sam, ti aspettiamo. Anche perché senza giocatori come lui, a volte snobbati, il circuito sarebbe terribilmente vuoto e arido.

Francesco Pagani

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