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26/10/2011 13:39 CEST - INTERVISTA ESCLUSIVA

Muster: "Oggi il gioco è più lento"

TENNIS - Ha iniziato la carriera a 17 anni, l'ha finita contro un ragazzo di 18, Dominic Thiem, che potrebbe tranquillamente essere suo figlio. Thomas Muster ha detto basta, stavolta per davvero. Per questo vi riproponiamo l'intervista esclusiva del nostro Claudio Maglieri dello scorso aprile, al Challenger di Monza. "La più grande differenza con il tennis dei miei tempi? Le palline. Sono lentissime..." Da Monza, Claudio Maglieri

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A Monza c’è un sole limpido e l’aria primaverile mette addosso un buonumore niente male. In questi giorni la città brianzola sta ospitando sui campi in terra rossa del Circolo Tennis Monza il consueto Atp Challenger (denominato Fixdesign Cup), torneo di buonissima qualità che ogni anno regala al pubblico di queste parti spicchi di grande tennis. La bella giornata è sicuramente un invito a nozze, per cui una capatina in via Boccaccio per assistere a qualche match è d’obbligo. Gli organizzatori del torneo hanno poi avuto la grande pensata di programmare il match di cartello per le 12,30: il modo ideale per consentire a più gente possibile di recarsi al circolo (lavoratori in pausa pranzo inclusi). La sfida clou della giornata, tra l’altro, è una di quelle che stuzzicano la fantasia: Thomas Muster avrà anche 43 anni (quasi 44) ma l’opportunità di vedere giocare dal vivo un campione del genere, per chi come il sottoscritto non ne ha mai avuto la possibilità, è da non perdere. Muster è reduce da un pesante ko al challenger di Barletta ed oggi se la vedrà con un francese, tale David Guez: che accadrà oggi, ce la farà l’austriaco ad offrire una prestazione all’altezza?

Ore 12,34, Muster fa il suo ingresso sul campo centrale e gli spettatori presenti gli dedicano un timido applauso. In tribuna c’è qualche posto vuoto, ma non ci vuole molto tempo per vedere gli spalti riempirsi: del resto un ex numero 1 al mondo fa sempre notizia.

Inizia il match e Muster fa subito capire di avere tutte le intenzioni di dare battaglia fino all’ultimo 15. L’austriaco è tirato a lucido come ai tempi d’oro, corre come un pazzo, lotta come un leone (ad un certo punto, dopo un 15 vinto, grida forte <come on baby!>) ed anche con il braccio dimostra di essere in buonissime condizioni. Lo vedi colpire la pallina con violenza, proprio come una volta, e pensi: è impossibile che questo qui vada verso i 44 anni. A livello atletico darebbe la paga a molti ventenni, il drittaccio anomalo assomiglia tantissimo a quello che gli permise nel 1995 di vincere il Roland Garros, anche gli altri aspetti del suo gioco non sono assolutamente da buttare. Insomma, chi pensa ad un Muster <cotto> si sbaglia, nonostante l’età l’austriaco è ancora in grado di regalare qualche perla delle sue (palle corte, attacchi sulla linea, uncinate di dritto a buttare l’avversario fuori dal campo).

Purtroppo Thomas perde anche questa volta, 7-5 6-2 per la cronaca. Dopo averlo visto giocare, l’idea di chi scrive è una sola: Muster sta piuttosto bene a livello fisico, ma per sua sfortuna gioca lo stesso tennis che praticava negli anni ’90. Il Thomas di oggi stava tre metri dietro la linea di fondo, ogni volta che rincorreva e colpiva la palla sbuffava come una ciminiera mentre l’avversario, con i piedi piantati sulla baseline, giocava colpi piatti e dava l’idea di essere in assoluta scioltezza. Qui non si tratta di vecchiaia: è il tennis ad essersi evoluto e il gioco di Muster non fa più male come un tempo.

Al termine del match avvicino il direttore del torneo Giorgio Tarantola per chiedergli il permesso di intervistare Thomas. <Lasciagli prima fare la doccia, poi fermalo pure quando vuoi> mi risponde con la consueta gentilezza. Dopo una buona mezzora di attesa, ecco finalmente Muster uscire dallo spogliatoio insieme al coach: incredibile, si stanno dirigendo verso la palestra! <Mi scusi signor Muster – abbozzo – sono un giornalista, le vorrei fare un paio di domande>. <Va beh dai, fammele dopo, adesso faccio stretching>. <Si ma giusto tre o quattro, ci impiego 10-15 minuti>. <Eh no, se me ne fai tre o quattro non sono 10-15 minuti. Se vuoi due battute al volo ok, altrimenti aspettami dopo la palestra>. <Ma quanto tempo ci mette?> <Dammi mezzora>. Come tutti i campioni che si rispettino, Muster mi fa aspettare quasi un’ora e mezza, comunque l’austriaco è uomo di parola e, successivamente, mi aspetta ad uno dei tavolini all’aperto del bar e mi invita a sedersi di fronte a lui. Non mi sembra vero, ho davanti a me un vincitore di Slam e gli posso parlare proprio come farei con un mio amico all’aperitivo. Nonostante l’aria rude, Muster è in realtà un simpaticone e non si fa problemi a parlare a ruota libera. Ecco il botta e risposta iniziale. <Mi scuso in anticipo per il mio inglese, non è di buona qualità>. <Sicuramente è molto meglio del mio italiano>. <Ah beh allora siamo a posto…e comunque se la mettiamo cosi, il mio tedesco è orribile>. <Facciamo cosi: usiamo l’inglese, è meglio per tutti e due>.

- Iniziamo dalla sconfitta di oggi: settimana scorsa, a Barletta, ha perso in modo netto mentre qui se l’è giocata. Direi che si tratta di un passo in avanti.
<A Barletta, in realtà, non ho perso cosi nettamente: ho sprecato qualcosa come 12 palle break, poteva andare in modo diverso. Chi non ha visto la partita e guarda solo il punteggio pensa che io abbia ceduto con facilità, ma non è cosi. Oggi ho giocato bene, nel primo set ho avuto molte chances di fare il break e vincere il parziale, purtroppo non ce l’ho fatta. Del resto non ho giocato tornei per undici anni, tutto ciò era preventivabile>.

- L’ho vista giocare nel senior tour un paio di anni fa, oggi mi sembra in grande forma.
<Ho ripreso ad allenarmi duramente solo da qualche tempo, ma ora sto davvero bene. Adoro il tennis e anche se sto vincendo poche partite non importa: la cosa importante è che mi sto divertendo>.

- Poco fa il direttore del torneo Tarantola mi ha confidato che sabato mattina, primo giorno di qualificazioni, lei lo ha contattato alle 7.15 del mattino per domandargli un campo su cui allenarsi.
<E’ vero (sorride) come dicevo prima amo questo sport e mi comporto da vero professionista. Del resto è ciò che sono: se non la pensassi cosi, farei prima a smettere. Voglio dimostrare che sono un tennista professionista a tutti gli effetti>.

- Quello di Monza è un challenger di buon livello, a lei piace?
<Si, decisamente. Il circolo è davvero carino, l’atmosfera è rilassante e la gente è molto gentile con me. Comunque a me piace da sempre <vivere> i tornei, qualunque essi siano: qui a Monza non voglio nessun privilegio, dormo nel medesimo albergo degli altri giocatori ed usufruisco degli stessi mezzi di tutti. Non mi piace essere trattato diversamente solo perché sono Muster. A Monza le cose vanno proprio come piace a me: la gente mi tratta bene, ma lo fa con tutti>.

- Sugli avversari cosa ci dice?
<Ci sono giocatori forti, del resto in un challenger si trovano tennisti che vanno più o meno dalla 90esima alla 200esima posizione del ranking: tutti ragazzi tosti insomma. Per me non è semplice, ma io continuo ad allenarmi. Ho ancora dei sogni nel cassetto e li voglio realizzare in fretta, anche perché a breve terminerò di giocare…>

- Cioè? Che vuol dire?
<Ormai vado per i 44 anni e mia moglie mi ha intimato di smettere una volta raggiunti i 45 (ride). Mi dice <saresti un pazzo a continuare anche dopo i 45, pensa a tornare a casa che hai una famiglia>. Per cui giocherò ancora quest’anno e, con ogni probabilità anche il prossimo. Poi basta>.

- Prima diceva di <sogni nel cassetto>. A cosa si riferiva?
<Beh, mi piacerebbe tantissimo poter giocare ancora una volta il Roland Garros, è un torneo al quale sono molto legato. Vorrei inoltre poter tornare in campo agli Internazionali di Roma, un’altra manifestazione che ricordo sempre con affetto>.

- Quale sarà invece il suo prossimo torneo?
<Avevo chiesto una wild card per il challenger di Roma di settimana prossima, ma non mi è stata concessa. Penso che disputerò le qualificazioni a Montecarlo. Diciamo che al giorno d’oggi prendo tutto ciò che arriva>.

- Le racconto una cosa: quanto lessi del suo rientro del tour, pensai <eccone un altro, dopo Schumacher nella Formula 1 e Armstrong nel ciclismo>.
<Il paragone con Schumacher non c’entra molto: lui fa uno sport totalmente diverso, dove conta la tecnologia più che l’uomo. Forse il paragone con il ciclismo è già più pertinente. E comunque Schumacher è strapagato per correre i gran premi, io devo cacciare i soldi di tasca mia per iscrivermi ai tornei (ride)>.

- Lei è stato uno dei protagonisti del tennis anni ’90. Che differenze nota con il gioco odierno?
<La differenza principale sono le palline. Quelle di oggi sono una m…. (shit è l’espressione utilizzata). La qualità è pessima, vanno lentissime. Se i tennisti di oggi giocassero con le palle ed i campi di quindici anni fa, il ranking sarebbe diverso. Poi c’è una cosa che non mi convince: sono state approvate diverse regole per velocizzare il tennis, tipo i 20 secondi tra un punto e l’altro, ma in realtà il gioco di oggi è molto più lento. A fine anni ’80, per fare un esempio, il torneo di Key Biscayne si giocava al meglio dei cinque set e le partite duravano al massimo tre ore. E oggi? Domenica la finale tra Nadal e Djokovic è durata tre ore e venti per tre set. Pensate solo a tutti i rimbalzi che i giocatori effettuano prima di servire. Hanno cercato di rendere veloce il gioco ma in realtà è diventato più lento. Comunque lo specifico, la mia non è una considerazione contro i giocatori di oggi: non voglio assolutamente criticarli, sono dei grandi campioni e mi diverto sempre tanto a guardarli>.

- Qual è il suo giocatore preferito di oggi?
<Mi piace sicuramente il gioco di Nadal, anche perché è molto simile al mio: entrambi mancini, entrambi molto forti sulla terra. Comunque non posso non apprezzare anche Federer e Djokovic: il serbo sta giocando in modo fantastico, vedremo cosa farà nella stagione sul rosso. Per me ha tutte le carte in regola per diventare presto il numero uno al mondo. Quanto a Roger, dico solo che a mio parere ha le potenzialità per vincere ancora due o tre Slam: magari non lo farà a Parigi, ma a Wimbledon può ancora dire la sua. Dipende da quanto saranno grandi le sue motivazioni: Federer è uno dei più forti di sempre, senza dubbio>.

- Piccola parentesi motoristica, visto che prima si parlava di Schumacher: le piacciono le gare di auto?
<Certo, mi piacciono soprattutto le belle macchine. Ma qui non potrei divertirmi molto, fuori c’è una strada pubblica ed il parcheggio del circolo non è molto grande (ride)>.

- Però qui a pochi metri c’è l’autodromo.
<Ah, li ci vado domani (mercoledi, ndr). C’è la visita guidata organizzata dal circolo, non me la perderò. Non sono mai stato al circuito di Monza, sono curioso>.

- Beh, direi che per me è tutto, non ho altre domande.
<Diciamo che ti ho fatto aspettare e ora devi andare a mangiare>

- Si, è vero. Comunque, scherzi a parte, la ringrazio molto signor Muster, è stato davvero gentile, per me è stato un piacere parlare con lei.
<Piacere mio, alla prossima!>.

Claudio Maglieri

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