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13/04/2011 13:27 CEST - Rassegna Stampa del 13 Aprile 2011

Nadal & Federer senza Djokovic tornano i duellanti (Clerici), Fognini Tifo azzurro e rimonta da grande (Crivelli), La sfida di Federer (De Martino e Palizzotto), Raonic, e se anche sulla terra...(Valesio)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Nadal & Federer senza Djokovic tornano i duellanti

Gianni Clerici, la repubblica del 13.05.2011

Diceva Voltaire, che non era un cronista , ma nel suo piccolo se ne intendeva, diceva dunque Voltaire che nelle interviste sono più significative le domande delle risposte. Mi pare dunque giusto frugare nelle domande di molte interviste inutili, tutte rigorosamente pubbliche, e tutte pubblicate da volonterosi colleghi— non parlo degli italiani — che se ne attribuiscono la paternità. Intervista a Djokovic, che non ha potuto disputare il torneo per un presunto bibi al ginocchio. «Le fa davvero male?». «Se non mi facesse male avrei tenuto moltissimo a questo torneo. Lei capirà. Dopo una striscia di 25 vittorie...». Infatti, dopo una simile striscia, sarebbe stata scoraggiante una sconfitta, magari contro un Nadal desideroso di rivincita, e quindi, per ricominciare, perché non aspettare il torneo del quale è proprietaria la sua famiglia, quel Belgrado acquistato dai poveri milanesi? Guarda caso, Nadal non giocherà a Belgrado, e quindi, per assistere allo storico incontro, dovremo sperare che, se non avviene a Madrid, possa verificarsi addirittura a Roma Nadal, nel frattempo, sta attirando, insieme a Federer, tutte le attenzioni vanificate dall'assenza di Djoko. E, a proposito del tipo che, secondo alcuni, potrebbe addirittura superarlo in classifica ha detto: «Noie è cresciuto sui punti importanti e gioca ancor meglio di prima in difesa. Ma negli ultimi due tornei americani sul cemento sono andato molto vicino a batterlo, e quindi sono sereno». Il che significa che, sulla terra, ritiene di superarlo presto. Ma siamo a Roger Federer, che ha anche lui rischiato, come Djokovic, di non essere qui, per una stortina alla caviglia. Ieri, al suo esordio, ha fatto una specie di allenamento contro il tedesco Kohlschreiber , bene o male il n.32. Tutto lieto perché, dopo aver dichiarato ««sono riuscito a fare tutto quanto mi riusciva di immaginare», si è sentito chiedere come si sentirebbe arrivando alla finale, e perdendola contro Nadal, che questo torneo l'ha vinto incredibilmente sei volte filate. Grande domanda, e risposta: «Non sarebbe poi tanto divertente, subire magari un 6-2, 6-3, nonostante la possibilità di assistere da vicino alla consegna del trofeo». Mentre i Grandi parlavano, gli altri giocavano. Rimane quindi da segnalare il buon risultato del rivierasco Fognini in quelle che furono le sue terre ai tempi di Vittorio Emanuele II il Galantuomo contro il sudafricano Anderson che lo precedeva (n.33 contro 53) e soprattutto il delizioso match di Ivan Ljubicic che, a32 anni, dimostra che non solo si può giocare ma addirittura, e sulla terra, prodursi in serve and volley apparentemente obsoleti, almeno per chi non ha cultura specifica. Come la maggior parte dei coach

Fognini Tifo azzurro e rimonta da grande

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 13.04.2011

La strada che dal porto sale al Country Club brulica di formichine pazienti fin dal primo mattino. Un serpentone di varia umanità che attende la sua giornata di tennis e con un solo comune denominatore: la lingua di Dante è predominante. Come la folla festante sul Campo dei Principi, il campo degli italiani, dove Fognini merita il calore di chi fa la coda per entrare. In salita Per Fabio, i giorni nel Principato sono sempre particolari, perché l'espressione torneo di casa qui non ha davvero l'aria del luogo comune: lui è nato a Sanremo e vive ad Arma di Taggia, a venti minuti d'auto e a un centimetro dall'affetto di decine di amici: «Ho avuto tantissime richieste di biglietti, le ho dovute far smistare a papà Fulvio». Il tabellone gli mette di fronte il lungo (2.03) ed emergente picchiatore sudafricano Anderson, un passato universitario (in Illinois) e una classifica che dopo il 161 posto di inizio 2010 adesso, dopo i quarti di Miami, ha i contorni lussuosi di un numero 33 che lascia l'italiano venti posizioni più giù. Malgrado possa subito salire 3-0, Fognini soffre la profondità del servizio (76% di punti con la prima contro 29 nel primo set) e la pesantezza dei colpi del rivale che, per movenze e fisico, ricorda un altro Kevin dal Sudafrica, Curren, finalista a Wimbledon '85. «Fogna» è troppo remissivo, sfrutta poco l'incrocio rovescio con rovescio e si ritrova 3-6 dopo 35'. «Ma non ero deluso — dirà — perché stavo giocando comunque bene e lui teneva un livello altissimo». Cambiamenti Allora forse è davvero cambiato qualcosa nella testa dell'eterna promessa tricolore, che magari un anno fa si sarebbe arreso e adesso, aiutato anche dall'umidità che trasforma il campo un palude molto lenta e dal sole che spunta per fiaccare il biondo dell'altro emisfero, comincia a spingere, è una macchina con la prima (89%) e finalmente fa muovere il gigantone, che sbuffa. sbatte in terra racchette e non trova più il filo. Fabio fa subito il break del 2-0, gestisce d'intelligenza, si prende il secondo set 6-2 e nel terzo dà spettacolo con passanti e palle corte. Nei due parziali vinti, l'allievo di coach Martin conquista quasi il doppio dei punti di Anderson (57 a 31): «Fisicamente sto molto bene, infatti, lui è calato e io no. Sto lavorando molto anche sull'aspetto mentale, è vero: prima lottavo ma tendevo a spegnermi». Progetti Fognini ha appena raggiunto la miglior classifica (52 ad inizio aprile, ora 53) e trova Troicki per continuare il volo: «Mi ha battuto sul duro nel 2009 a Pechino, non parto favorito ma so che posso giocarmela fino in fondo. Ho imparato a guardare partita per partita, fare progetti a lungo termine è una distrazione che non posso permettermi». Intanto si è guadagnato un altro giorno di code all'ingresso.

La sfida di Federer

Marco De Martino, il messaggero del 13.04.2011

Magnifico. La durissima lezione subita da Nadal sul cemento di Miami due settimane fa non sembra aver lasciato strascichi nella regale capoccia di Federer che ieri ha debuttato sulla terra principesca di Montecarlo sorvolando un tipo sempre tosto come il tedesco Kohlschreiber 6-2 6-1. A Montecarlo Federer è spesso distratto perché la moglie Mirka lo assilla con lo shopping mentre gli sponsor se lo litigano facendolo saltare da uno yacht a un party in villa. Eppure ieri il re ha dato segno di grande concentrazione dicendo una cosa molto importante sul futuro di questa stagione: «Molto dipende da Nadal, certo, perché se rivince quattro tornei di seguito come l'anno scorso non c'è niente da fare, ma se io vado fino in fondo prima a Montecarlo e poi a Roma ho buone possibilità di tornare numero 1 visto che a Parigi e a Wimbledon ho pochissimi punti in scadenza». Federer ha vinto 16 Slam, 67 tornei, 63 milioni di dollari di soli premi e detiene in carriera quasi tutti i record del tennis, eppure una cosa proprio non deve essergli andata giù, quella di perdere il trono del numero 1 proprio quando era a una settimana di reggenza dal record di Sampras, 286 settimane contro 285. Si potrebbe anche fare, dunque, a patto di tenere buona la variante impazzita Djokovic che dopo 24 vittorie consecutive si sta riposando in vista del Foro Italico. C'è persino un italiano ancora in gara. E' Fabio Fognini che ieri ha regolato 6-3 al terzo lo spilungone sudafricano Anderson. Arrivato alle soglie dei 24 anni, Fognini prima o poi dovrà decidere cosa fare da grande, magari migliorare il suo indisponente atteggiamento in campo, o magari battere oggi il serbo Troicki, che sarà pure numero 16 del mondo ma che resta uno con cui si può giocare. Niente da fare invece per Potito Starace, battuto dall'onesto spagnolo Riba numero 80 del mondo e proveniente dalle qualificazioni. Starace invece proveniva dalla finale di Casablanca, troppo stanco per essere vivo.

Raonic, e se anche sulla terra...

Piero Valesio, tuttosport del 13.05.2011

Il match fra Milos Raonic e Ernest Gulbis è stato un perfetto confronto fra due modi di gestire il talento. Ha vinto Raonic, la cui massima frequentazione con la terra l'ha avuta presumibilmente da bambino quando mischiandola all'acqua ci faceva le formine. Ha perso Gulbis che sulla terra ha grande confidenza di movimento nonché un'esperienza decisamente superiore. Raonic ha 21 anni, Gulbis 22. Il primo sta vivendo quest'anno la sua già celebratissima esplosione; il secondo ha iniziato un'altra stagione come altre, all'insegna di grandi speranze ma vittima di limiti psicologici e di conseguente tenuta nervosa che ben si conoscono e che soprattutto lui conosce. Raonic è talento e potenza messi al servizio di una certa disciplina tecnica: i suoi limiti mentali sono causati più dalla giovane età che non una predisposizione al caos. Tant'è vero che su una superficie per lui misteriosa è sembrato invece un Gulbis con più mano sottorete. Gulbis invece è sembrato un Raonic col mal di pancia e di cattivo umore. Il talento del canadese pare giusto agli inizi della sua sbocciatura, quello del lettone ad un punto di stagnazione molto pericoloso per il suo futuro. Il Raonic terraiolo che non ti aspetti va tenuto d'occhio magari non quest'anno e non qui a Montecarlo: ma di sicuro il rosso non gli fa venire mal di fegato come a molti suoi compatrioti.

Federer parte in quinta

Daniele Palizzotto, il tempo del 13.04.2011

All'esordio stagionale sull'odiata terra battuta, sui lentissimi e poco graditi campi di Montecarlo, lo svizzero si è liberato facilmente (6-2 6-1) del tedesco Kohlschreiber, ottimo talento ma scarsa continuità. Sorpresa per tutti, non per re Roger: «Mi sento molto forte. Il numero uno? Dipende da Nadal». Oggi la prima risposta del maiorchino, vincitore delle ultime sei edizioni del torneo monegasco, contro il finlandese Nieminen. Per l'Italtennis continuano invece le delusioni. Dopo Volandri anche Potito Starace, reduce dalla finale di Casablanca, ha salutato in colpevole anticipo Montecarlo, cedendo alla distanza (4-6 6-3 6-3) al qualificato spagnolo Pere Riba. E cosi nel Principato resta in corsa il solo Fabio Fognini, bravo a imbrigliare nel palleggio da fondocampo Kevin Anderson, issatosi fino al numero 33 mondiale grazie ai quarti di finale raggiunti due settimane fa a Miami. Sulla terra, però, il sudafricano non vale Fognini, attualmente numero 53 Atp. Il ligure ci mette un set a capirlo, poi allunga gli scambi, limita gli errori e chiude 3-6 6-2 6-2. In regalo Fognini troverà oggi (dalle 10.30 in diretta su Sky Sport) il serbo Viktor Troicki, 11 favorito a Montecarlo: un avversario non impossibile, considerando che si tratta del secondo turno di un torneo Masters 1000. La Federazione, intanto, ha comunicato la sede della sfida Italia-Slovenia di Coppa Davis, match valido per il secondo turno del Gruppo I Zona Europa-Africa, la serie B del tennis: si giocherà dall'8 al 10 luglio in Sardegna, al Circolo Arzachena in provincia di Olbia-Tempio. Chi vince, ovvero l'Italia, ottiene la possibilità di giocare lo spareggio per tornare in serie A (16-18 settembre), dove manchiamo «soltanto» da undici anni. Italiani Delusione azzurra Dopo Volandri ieri eliminato Starace

 

 

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