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10/06/2011 16:47 CEST - ATP Tour

Federer: meglio giocare meno?

TENNIS - Roger Federer ha forse giocato troppo nei tornei precedenti al Roland Garros, arrivando così stanco all’appuntamento decisivo? Kamakshi Tandon , giornalista americana, analizza la stagione pre-Parigi dello svizzero, ipotizzando un 2012 con un Roger Federer meno in campo. Avrà ragione? E' ipotizzabile un Federer in versione Serena Williams? Claudio Giuliani

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“Nel terzo set della finale dell’Open di Francia, opposto a Rafael Nadal, Roger Federer sembrava in ottime condizioni. Pensava di aver fatto breccia nel muro maiorchino e aveva ancora energie da spendere per l’assalto decisivo. Niente male per un ventinovenne, opposto a un fresco venticinquenne, più riposato dello svizzero rispetto agli impegni precedenti alla finale. Federer infatti aveva nelle gambe la battaglia di quattro ore con Novak Djokovic. Tutti sappiamo com’è finita al quarto set, con Roger incapace di capitalizzare le tre palle break in avvio di parziale per poi cedere di schianto, anche fisicamente e non solo psicologicamente. Nadal eguagliava così, Borg”. Così scrive Kamakshi Tandon , giornalista freelance per la sezione tennis del sito sportivo americano ESPN.com, in merito al torneo francese che ha visto protagonista in uno slam Roger Federer dopo diverso tempo.

Interessante è l’analisi posta sulla programmazione agonistica del numero tre del mondo prima del torneo parigino. “Prima di Parigi, aveva giocato 24 partite in sei tornei, partecipando ai tornei di Dubai e Montecarlo in aggiunta ai vari Indian Wells, Miami, Madrid e Roma. Lo scorso anno, nello stesso periodo, giocò invece 14 partite”, scrive la Tandon.

Di sicuro c’è quello che Roger ha dichiarato nella conferenza stampa di chiusura del secondo torneo del grande slam 2011. "Ero molto stanco dopo il torneo di Roma”, ha confidato Federer ai giornalisti. “Qualche volta dopo Miami mi prendevo dieci giorni di riposo, questa volta non l’ho fatto. Mi sono allenato molto dopo Montecarlo, ho deciso di giocare il torneo (non obbligatorio ndR) perché mi sentivo in forma. Ho giocato molto da Dubai a Roma, senza prendermi una lunga pausa”. A Parigi Roger ha dichiarato di essersi allenato il giusto, senza eccedere, proprio in considerazione dell’alto numero di tornei disputati in precedenza. “Non sentivo la sveglia al mattino, tanta era la stanchezza”, ha dichiarato Roger. "All’inizio del torneo pensavo di non farcela, ma dopo aver superato i primi due turni mi sono sentito in gara”.

Annacone, coach dello svizzero, ha fatto sapere che considera la finale di Parigi un match di alto livello, avendo fatto quello che il suo assistito sa fare sulla terra contro Nadal: “Ha costretto Rafael a giocare sempre un colpo in più, da zone del campo da dove era difficile attaccare”. La vittoria su Djokovic in semifinale è stata più soddisfacente. “Tutti l’hanno definita come una partita fra le più belle mai viste. La vittoria è la dimostrazione che Roger è ancora lì, e che sta lavorando duramente per mantenere quel livello di forma”. Annacone non crede al possibile (da molti auspicato ndR) calo di Federer per via dell’età che avanza anche se ammette che è difficile che un tennista di questa età possa mantenere per 40 settimane, lungo 11 mesi, questa forma psicofisica. “L’idea è quindi quella di una programmazione mirata ai periodi di forma per far sì che il miglior tennis coincida con Wimbledon, New York e via dicendo”.

Molto importante a giudizio del coach americano, è il giorno di riposo nelle prove dello Slam, gare dove si gioca però tre set su cinque. Sostiene infatti che il giorno di recupero diventa fondamentale con l’avanzare dell’età. In ogni caso, anche con il riposo e con l’uscita a testa alta dal campionato mondiale sulla terra battuta a livello mentale, Federer ha subito cancellato la sua partecipazione al torneo di Halle, sull’erba tedesca. Lo svizzero aveva bisogno di riposo in vista del torneo cui tiene più di tutti, Wimbledon.

In un’altra intervista concessa a un giornale tedesco, lo svizzero ha lasciato intendere che nell’anno venturo potrebbe ridurre la sua programmazione di tornei. Cercherà di giocare tutti i tornei Master (“perché fa bene al tennis”, ha dichiarato) ma ad esempio ha confidato che mentre si dice sicuro di giocare Miami, si domanda se sarà in campo la settimana precedente a Indian Wells. “Mi vedo capace di giocare ancora per diversi anni, ma è importante per me trovare un equilibrio fra allenarsi, competere, fare vacanza e stare con la mia famiglia”. Questo anche in considerazione dell’allargamento della cerchia dei rivali. Allo storico Nadal s’è aggiunto un determinato Djokovic, fenomeno del 2011.

La giornalista conclude la sua analisi lasciando intendere che questo approccio più selezionato e mirato potrebbe diradare le apparizioni del maestro svizzero nei tornei del 2012. Ma, come dimostrato durante il Roland Garros, il (giocare) meno, potrebbe tramutarsi in un più (qualità). La considerazione che si rende obbligatoria, ipotizzando che Federer si approcci in futuro al tennis come Serena Williams, giocando quindi sporadicamente, sarà quella di mantenere un ranking adeguato poiché la competitività dei tornei maschili è tale che i sorteggi dei tabelloni sono spesso determinanti. Se scendesse troppo di classifica, i big match con i suoi rivali di sempre potrebbero non essere incontri di semifinale o finale. Ma queste sono solo ipotesi di un tennista che non ci sta – e Parigi l’ha dimostrato – a essere definito “il più grande poeta morente”, come venne definito lo scrittore italiano Cardarelli.

Claudio Giuliani

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